CAPITOLO 7: Storie di mezzanotte

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"Fai piano Aiden!" mi riprese Rashid mimando con il dito il segno del silenzio. Mi scusai alzando le mani in segno di resa e continuai a seguirlo. Finalmente dopo quasi venti minuti che giravamo intorno, Rashid sorrise vittorioso e si mise a cercare un qualcosa nella siepe di fronte a lui. Dopo pochi secondi estrasse dalle foglie un borsone che aprì prendendo da esso una tessera simile ad una carta di credito.

"Cosa dovrebbe essere?" gli domandai curioso. Lui mi sorrise divertito.

"Seguimi Collins" disse iniziando a correre. Sbuffai stanco e interessato. Dopo appena un minuto ci fermammo di fronte ad una porta nascosta.

"Questo è lo stanzino in cui i custodi lasciano la roba per pulire" disse tirando una spallata allo stanzino che si aprì senza troppe difficoltà.

"Non lo chiudono?" chiesi dubbioso seguendolo dentro alla struttura.

"Nessuno ha interesse a entrare qui e rubare prodotti per i pavimenti. E poi per entrare in campo serve una chiave elettronica. Chiave che noi due abbiamo" esordì fiero mostrandomi la tessera che aveva preso dalla borsa. Sorrisi divertito dalla situazione e felice della sua contentezza contagiosa.

Attraversammo lo stanzino e poi arrivammo ad una porta leggermente nascosta dietro ad alcuni scaffali. Rashid passò la carta magnetica e la porta si aprì immediatamente con un lieve cigolio. Prima di passare la porta, Rashid aprì un pannello elettrico e pigiò alcuni pulsanti.

"Non sospetteranno vedendo le luci accese?" chiesi seguendolo per i corridoi.

"No, nessuno è sveglio e conosco i sorveglianti. E poi sono autorizzato dal coach quindi sono intoccabile" mi spiegò sorridendomi.

"Penso che sia comunque contro al regolamento" risi io facendo sbuffare Rashid.

"Che palla che sei Aiden. Sii uomo" mi derise lui per poi aprire un'ultima porta. Appena entrai mi ritrovai il campo da basket della scuola di fronte. Era strano vederlo vuoto e silenzioso. Rashid prese un respiro e poi entrò nel campo. Si diresse poi verso un'altra porta e dopo esserci entrato ne uscì con un pallone da basket in mano. Senza dire una parola poi si posizionò in un punto del campo e tirò centrando perfettamente il canestro.

"Alla prima eh" dissi avvicinandomi a lui. Rashid mi sorrise e poi corse a recuperare il pallone per poi passarmelo. Lo afferrai prontamente e guardai la palla tra le mie mani.

"Tira tu" mi disse indicando con la testa il canestro. Lo guardai dubbioso ma poi feci come mi aveva detto, ma non riuscii a segnare.

"Non sono bravo in questo sport" dissi recuperando la palla per poi passarla a Rashid. Lui mi sorrise.

"Beh almeno sei la stella del football di questa scuola. Sai, l'anno scorso non sentivo parlare di altro se non di te, Will e il resto del vostro gruppo. Stranamente l'unico che non ne parlava era Noah" disse Rashid sedendosi a terra e incrociando le gambe, azione che imitai mettendomi accanto a lui.

"Non sei il primo che mi dice questa cosa. Non capisco perché la gente parlasse di me, non sono così interessante" dissi sincero mentre lo guardavo.

"Beh, la squadra di football è seguita un po' da tutti e Will era conosciuto da molti a scuola. Quindi penso sia normale che la gente abbia iniziato a diffondere pettegolezzi su di te visto che ti sei unito al loro gruppo" disse Rashid facendo rimbalzare la palla a terra.

"Quindi sai più o meno chi sono. Perché allora eri sorpreso del fatto che conoscessi Noah e mi avevi detto che non ci eravamo mai visti?" gli domandai curioso.

"Ero sincero quando ti dissi che non ci eravamo mai visti perché non pensavo che mi avessi notato dato che sto quasi sempre in panchina. E poi non volevo passare da stalker, perciò ho pensato che fosse meglio non sapere della tua amicizia con Noah" mi spiegò pacatamente lui smettendo di giocare con la palla.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora