CAPITOLO 14.1: Capodanno

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Nicole era di fronte a me che stava finendo di vestirsi. Aveva optato, dopo un'ora intera di indecisione, per un vestito rosso che le stava d'incanto. Aveva poi occupato il bagno per un'altra ora e dopo due ore si stava finalmente truccando. A differenza sua, invece, io mi ero finito di sistemare in una mezz'oretta. E adesso ero al telefono steso sul mio letto in attesa che anche lei finisse.

"Secondo te mi sta bene?" chiese Nicole guardandosi allo specchio.

"Scherzi?" le chiesi divertito.

"No" riprese lei senza prestarmi attenzione mentre si specchiava.

"Nicole hai provato sei vestiti diversi e dopo un'ora abbiamo constatato che questo fosse il più bello" dissi io guardandola.

"Non ho chiesto se fosse il più bello. Ho chiesto se mi stesse bene" disse lei voltandosi verso di me.

"Perché hai solo mezza faccia truccata?" risi io osservandola. Lei sbuffò.

"Perché stavo finendo ma a guardarmi meglio non mi piaccio molto" disse lei venendo a sedersi accanto a me sul letto.

"Amore stasera siamo noi due, Noah, Emma, Caroline e Justin. E stiamo qui in casa mia. Se anche tu non ti sentissi al tuo meglio, cosa ti importa?" le chiesi io ridacchiando. Lei mandò gli occhi al cielo.

"Tu non vuoi che io sia bella?" mi chiese a sua volta mentre si alzava per tornare a truccarsi.

"Saresti pure bella in pigiama tu. E comunque quel vestito ti sta benissimo, sei tu che ti fai paranoie inutili" dissi riprendendo a guardare il mio telefono. I miei genitori avevano deciso di andare da alcuni nostri parenti a San Francisco e avrebbero passato da loro la notte, lasciandoci così casa libera.

"Ti ha risposto il tuo amico?" mi chiese Nicole.

"No, ha detto che mi avrebbe fatto sapere. Comunque nel caso arrivano dopo mezzanotte" le dissi riferendomi a Michael. Michael era uno tra i miei più grandi amici al vecchio college. Ci allenavamo sempre insieme e anche durante l'estate eravamo andati a correre insieme ogni mattina. Vista la nostra amicizia gli avevo perciò chiesto se fosse voluto venire a passare Capodanno a casa mia. Lui mi aveva detto che aveva già fissato con alcuni della squadra di football che prima era stata anche la mia.

Io gli avevo detto che non c'erano problemi, ma lui aveva aggiunto che se fossero potuti venire pure loro, allora sarebbe passato dopo mezzanotte. Io gli avevo detto che andava benissimo dato che con la squadra ci eravamo lasciati in modo tranquillo. Nessuno ce l'aveva con nessuno. Eravamo rimasti amici nonostante me ne fossi andato.

"Sai chi dovrebbe venire nel caso?" mi chiese Nicole finendo di prepararsi per tornare a sedersi.

"Mi ha detto alcuni nomi, comunque tutti della vecchia squadra" le risposi mettendomi seduto pure io.

"Non è strano? Tra tre giorni giocate contro eppure festeggiate insieme" si spiegò appoggiando una sua mano sulla mia coscia.

"E' questo il bello del football. Siamo avversari solo sul campo. Fuori da esso siamo tutti come fratelli che condividono lo stesso sogno. Loro erano la mia famiglia un tempo" le dissi baciandole la guancia.

"Voglio solo essere sicura che tu non soffra" disse sorridendomi dolcemente.

"Sto benissimo, andiamo in salotto? Tanto mi ha scritto Justin che saranno qui in due minuti" le dissi alzandomi e dandole la mia mano per aiutarla ad alzarsi.

"Come mai i tacchi?" le domandai mentre uscivamo dalla camera.

"Se veramente dopo ci sarà una festa, voglio essere sicura di essere vestita adeguatamente" disse seguendomi.

PRIMA DI INCONTRARTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora