(2)

3.3K 78 4
                                    

Sbarrai gli occhi per la centesima volta nel giro di pochissimi secondi alla vista di quel ragazzo concentrato a sfoggiare il suo fisico sotto occhi attenti e desiderosi di un sacco di donne e non solo.

La mia mente tentò di elaborare la scena nel minor tempo possibile, ma successe tutto in un attimo, proprio dinanzi ai miei occhi completamente inesperti.

"Cazzo è proprio lui." commentò Eva a sua volta, che per tutta la durata di questo silenzio imbarazzante fra noi, non ebbe il coraggio di proferire alcuna parola.

"È assurdo." lasciai scappare qualsiasi parola dalle mie labbra, concentrata ad esplorare ogni singolo dettaglio di quella scena. "Adesso capisco perché non si è più fatto sentire durante l'estate." aggiunsi, cacciando qualche sbuffo.

"Ele calmati, non sappiamo perché sia finito in un locale come questo a fare lo spogliarellista." Eva tentò di trovare qualsiasi tipo di appiglio in questa situazione, ma per me fu come scalare un mucchio di scogli.

"Onestamente? Preferisco non sapere niente." mi lamentai, alzandomi poco dopo da quella sedia.

Passai lo sguardo da Eva al corpo di Federico, coperto da alcune gocce di sudore che iniziarono a creare delle piste lungo i suoi pettorali abbastanza definiti.
Non smisi di guardarlo, nonostante quella scena mi creó un certo fastidio, torturai la mia mente ripensando a qualche mese fa, quando ancora passavamo i pomeriggi assieme accompagnati da qualche cazzata e delle bibite fresche. Scossi la testa per qualche istante, collegare tutto questo alla visione difronte a miei occhi faceva male, così distolsi immediatamente lo sguardo.

"Dove stai andando?" la rossa seguii i miei passi alzandosi successivamente dalla sua sedia, bloccando il mio braccio costringendomi ad ascoltare parole che avrei preferito evitare.

"Ovunque, Eva. Come pensi che mi senta a guardare il mio ex migliore amico che sbatte il suo pacco in faccia a quelle galline ossigenate?" sbottai innervosita, cercando di liberarmi dalla sua presa sul mio braccio.

"E pensi che questa sia una reazione corretta invece? Non sappiamo niente Ele, non possiamo comportarci come se improvvisamente non ci importasse." gli occhi della mia amica cercarono di scavare dentro i miei, ma non avevo alcuna voglia di reggere il confronto.

"Perché a lui gli è importato di me quando mi ha abbandonata senza un motivo valido?" confessai, cercando di non farmi divorare da quei terribili ricordi. "Non voglio perdere il mio tempo con una persona del genere, con me ha chiuso molti mesi fa." aggiunsi, guardandola finalmente negli occhi.
Era confusa e spaventata, e tutto ciò mi portó a capire che, in effetti, lo ero anche io.

"Stiamo parlando di Federico, Ele. Non agisce mai senza pensare, ormai dovresti saperlo." rispose diretta, seguendomi fuori da quel locale.

"Continui a difenderlo, davvero? Che problemi hai?" sbottai ormai stufa, poggiando la schiena contro la porta di quel locale.

"Non lo sto difendendo, diamine! Sto solo cercando di capire perché arrivare a tutto questo." portó il suo corpo accanto al mio, dopodiché tiró fuori una sigaretta dal suo pacchetto ormai quasi finito.

Osservai quel gesto con attenzione, vagando con la mente ad una vecchia me concentrata nelle sue piccole e quotidiane abitudini.
In quel momento avrei tanto scavato dentro di me per creare una piccola ma profonda fossa, alla ricerca di quel gesto che ritenevo importante, quell'abitudine che, con il tempo, imparai a lasciare dietro le mie spalle.

"Sono affari suoi, Eva." continuai, sperando però, che questa conversazione divenne solo un ricordo lontano di questa serata.

"Non fingere che non ti importi niente, non sei mai stata brava a mentire tesoro." mi punzecchió, aspirando il fumo da quella sigaretta.
Alzai gli occhi al cielo, per l'ennesima volta durante questa giornata.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora