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Un forte colpo di vento raggiunse il mio viso non appena scesi dall'auto di Federico. Mi guardai intorno distrattamente, stringendomi nelle spalle alla ricerca di un po' di calore in grado di sovrastare il freddo che stava prendendo possesso del mio corpo. Successivamente chiusi lo sportello della macchina, e una sensazione di vuoto raggiunse il mio stomaco, stringendolo con forza in una morsa di possessione. Edoardo mi dava le spalle, e intravidi subito dopo i muscoli della sua schiena; rigidi, tesi e del tutto immobili in attesa di compiere il passo successivo. Mi mordicchiai il labbro inferiore con insistenza, e in pochissimi secondi il gusto metallico del sangue invase la mia gola. La tensione fra di noi era visibilmente tagliente, e il solo pensiero di poter incontrare di nuovo il suo sguardo causó un brivido lungo la mia schiena; avrei rischiato di tagliarmi in mezzo ad una lotta di sguardi.

Distolsi frettolosamente gli occhi dalla sua figura non appena il riccio scattó nella mia direzione. Feci scivolare le mani all'interno delle tasche e subito dopo mi incamminai per raggiungere l'immensa struttura che costituiva la casa di Andrea. Mi sentivo una codarda per non riuscire ad affrontare il colore tanto intenso dei suoi occhi, non dopo quella discussione avvenuta in auto. Come potevo dargli torto? Edoardo era palesemente preoccupato per me, ed io gli avevo dato più di un motivo per esserlo. Litigare con lui mi faceva sentire ogni volta rinchiusa all'interno di una bolla, come se il resto attorno a me improvvisamente svanisse. E quando cercava di analizzare il mio viso, le mie azioni, con quello sguardo attento e intimidatorio, era come se il mio corpo potesse diventare più piccolo ed impotente, ed io non avevo alcun modo per trovare una soluzione.

Decisi poi di raggiungere la figura di Federico cercando di non dare troppo peso a tutti quei pensieri, nonostante non fosse affatto facile scacciarli solo con un rapido battito di ciglia. Erano così persistenti da causare un terribile mal di testa.
Scossi violentemente il capo, tentando in qualche modo di mostrarmi il più incurante possibile dinanzi a tutto ciò, o non avrei mai trovato la lucidità di cui necessitavo in questo momento.

Trasalii sentendo una mano posarsi sul mio braccio. Le dita stringevano il tessuto della giacca, evitando comunque di esercitare troppa pressione.

"Tu ci aspetterai qui." ordinó Edoardo, marcando il tono della sua voce con severità. Alzai lo sguardo dal mio braccio, incontrando le sue iridi impegnate a scrutare la mia prossima mossa.

"Stai scherzando? - sbottai, spalancando gli occhi incredula. - sono venuta apposta per parlare con Andrea! E Silvia é una mia cara amica, perciò scordatelo che resterò qui ad aspettare." aggiunsi, inarcando entrambe le sopracciglia.

"Ti sei fatta un giro in macchina, vedi il lato positivo." constató quasi divertito, non mollando la presa dal mio braccio.

Per poco non scoppiai a ridere a causa della sua affermazione. Scossi il capo abbassandolo leggermente, mostrando ora un piccolo sorriso amaro lungo le labbra.

"Sei veramente ridicolo, Edoardo. - pronunciai, rialzando nuovamente gli occhi. Il ricció aggrottó la fronte, ma non sembrava affatto sorpreso dalla mia confessione. - ti sembra il momento adatto per dire una cosa del genere? Non sono venuta qui per farmi un giro a vuoto, altrimenti sarei rimasta con le ragazze. Io verrò con voi, non spetta a te prendere questa decisione." assottigliai velocemente gli occhi, fissando con durezza il ragazzo difronte a me.

"Ma lo vuoi capire quanto é fottutamente pericoloso Andrea? Cazzo Eleonora, non stiamo per giocare a carte!" urló furiosamente, lasciando andare la presa dal mio braccio.
Temeva di farmi del male, glielo leggevo in mezzo a quegli occhi tanto turbati.

Feci qualche passo indietro, mantenendo così una certa distanza dal suo corpo. Rischiavamo di urlarci addosso di tutto pur di non porre fine al nostro orgoglio. Non avevo alcuna intenzione di mollare la presa proprio adesso, e lui questo doveva saperlo anche troppo bene ormai.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora