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"Ci sarai alla festa a casa mia questo sabato?" domandò, scontrando la schiena col muro gelido del corridoio. Inarcai un sopracciglio sorpresa, o forse non troppo. Aveva pure la faccia di tosta di chiedermi una cosa del genere, ignorando completamente la sua violenza.
Improvvisamente ricordai la conversazione che ebbi con Eva a riguardo, giusto qualche giorno fa. Sfortunatamente avevo accettato di andarci, ma lo avevo fatto esclusivamente per lei e adesso non si poteva più tornare indietro.

"Mi hai chiesto di parlare per domandarmi questo? - voltai lo sguardo velocemente, alzando più volte le spalle. Il suo comportamento mi irritava, a tal punto che lo avrei preso volentieri a schiaffi. - è solamente una festa, rilassati." commentai poco dopo, separando le labbra in una linea retta.

"Volevo sapere se ci sarai. - rispose lievemente, cacciando qualche sospiro pesante. - è un problema per te?" aggiunse, marcando il labbro inferiore con la lingua.
Il problema sei tu.

"Ci sarò alla festa, ma non lo faccio per te Andrea." replicai, già scocciata di aver iniziato questa conversazione con lui.

"Mi spieghi che cazzo hai?" infastidito dal mio atteggiamento, portó il corpo dinanzi al mio con una velocità capace di rubarmi il fiato in pochissimi istanti.

Lo guardai storto, lasciando cadere qualche ciocca di capelli lungo la schiena. Mi sentivo a disagio nel dover affrontare così poca distanza dalla sua figura, così trattenni un forte respiro all'interno della gola, che mi costrinse a schiarire la voce per provare ad essere lucida.

"Hai picchiato il mio ex migliore amico, l'altra sera. - iniziai, stringendo con forza la mascella. - quando sei andato al midnight per parlare con Edoardo ma invece hai trovato lui, che pur di non parlare si è fatto pestare da te." conclusi frettolosamente, e ormai già a un fascio di nervi.

Andrea scosse il capo bruscamente, un muscolo guizzó proprio contro la sua mascella. Rimasi interdetta nel vederlo improvvisamente così serio, per la seconda volta. Non mi guardava, il suo sguardo era rivolto verso il basso.

"Parlami." insistetti, facendo pressione coi denti premuti sul labbro inferiore. Rischiai di farlo sanguinare ma non aveva importanza, volevo solamente che tirasse fuori le palle e il coraggio per affrontarmi.

"Edoardo non è la persona che credi, Eleonora. - cominciò, puntando nuovamente gli occhi nei miei. - ero semplicemente andato per avvisarlo, ma quel ragazzo lo stava coprendo e questo mi ha mandato fuori di testa." spiegò, facendo scivolare una mano all'altezza del collo, che successivamente prese ad accarezzare con nervosismo.

"Chi sei tu per giudicare una persona che neanche conosci? - scazzata, puntai un dito contro il suo petto coperto da una semplice felpa color caramello. - non avevi motivo di usare la violenza, bastavano le parole!" gli feci notare, spalancando gli occhi.
La voce uscì quasi come un urlo strozzato dalle mie labbra, che mi costrinse a guardarmi intorno nella speranza di non aver appena dato spettacolo davanti a metà scuola.

"Tu gli piaci, è palese." sottolineó con tono sarcastico, agitandosi velocemente sui talloni.

Per un attimo rimasi spiazzata dalla sua affermazione, feci qualche passo indietro allontanandomi così dalla sua figura imponente. Ancora una volta sentii la gola seccarsi come se non stessi bevendo da giorni, o forse era di nuovo quella sensazione di terrore che prese il possesso totale del mio corpo.

"Per questo motivo hai picchiato Federico?" domandai, lasciando cadere una mano all'altezza della bocca. Ero incredula, tutto ciò non aveva alcun senso.

"Era un avvertimento. - constató, facendo qualche passo in avanti. Mi ritrovai nuovamente incastrata in mezzo al suo corpo, i suoi capelli premevano lentamente contro la mia fronte. - voglio che ti stia lontano, solo questo." pronunció, cercando di creare un contatto poggiando così le dita contro il mio viso.

"Io non sono di tua proprietà, Andrea!" gli urlai contro, sbattendo i piedi sul pavimento con violenza.

Non potevo credere a ciò che avevo appena sentito; si stava comportando in un modo così ossessivo da causarmi la nausea. Speravo tanto di non arrivare fino a questo, forse perché ancora non avevo conosciuto questo lato di lui e quindi pensavo di avere qualche speranza, ma ancora una volta mi ero illusa e questa era l'ennesima prova.

"Tu mi piaci. - sussurrò, avvicinando le labbra al mio orecchio. - dovevo precisarlo per fartelo capire?" sentii il suo respiro premere contro di esso, e i brividi che iniziai a provare non erano per niente piacevoli.

E solo in quel momento mi ricordai delle sue vecchie parole utilizzate in passato; quando mi aveva confessato di essere interessato a Silvia per poi smentire il suo stesso discorso qualche minuto dopo. Ogni volta che interpretava conversazioni contorte come queste mandava in confusione il mio cervello, facendomi sentire disorientata ancora una volta. Non capivo dove volesse arrivare quel giorno svelando una confessione del genere; ma era di Andrea che si trattava, niente di tutto ciò che riguardava lui era semplice da decifrare.

"Non voglio che si arrivi ad usare la violenza. - borbottai debolmente, restando bloccata sul posto. Il suo corpo era troppo vicino ed io troppo terrorizzata per cercare di allontanarlo. - ne potevamo parlare civilmente, sarebbe stato meglio non credi?" conclusi, respirando a fatica.

Andrea voltó nuovamente lo sguardo lungo il mio viso, squadrandomi come se volesse ottenere un'analisi dettagliata del mio corpo. Mi sentivo troppo esposta e questo mi spaventava maggiormente, non volevo che mi guardasse in quel modo.

"Hai ragione. - fece spallucce, sfoggiando un leggero sorriso. - mi dispiace, ho esagerato. Chiederò scusa a quel ragazzo, Federico." disse, portando una mano all'altezza della sua nuca.
Eppure il suo comportamento continuava a non convincermi, c'era qualcosa di sospetto in lui che proprio non riuscivo a comprendere.

Annuì semplicemente, stringendo le mani contro il petto. Dopodiché fece qualche passo indietro permettendomi così di respirare regolarmente, sembrava davvero di soffocare. Nonostante la distanza fra i nostri corpi, sentivo ancora il suo respiro caldo e irruento premere contro la pelle del mio viso.

"Ci vediamo, allora." disse, spezzando quel silenzio che si era creato precedentemente. Lo guardai, una mano impegnata a sistemare qualche ciocca di capelli e un sorriso sornione lungo le labbra.
Questo ragazzo era decisamente troppo sicuro di sé e di quello che pensava di poter ottenere, ma qui nessuno stava giocando a qualche specie di partita nonostante lui si sentisse così preso dal voler vincere ogni giorno.

"Certo." abbozzai un sorriso tirato, mostrando un leggero cenno del capo. Presi un grosso sospiro non appena osservai la sua figura farsi sempre più distante, fino a quando non riuscì più a intravederla all'interno del mio sguardo.

Mi strinsi nelle spalle, ero sollevata di aver finalmente terminato questa conversazione, ma terrorizzata da ciò che questo potrebbe trarne, o tutto quello che potrebbe andare a vantaggio di Andrea. Mi sentivo come se fossi un trofeo, e tutto ciò mi provocó i giramenti di testa. Non volevo stare all'interno di una competizione fra ragazzi, non era proprio nel mio stile e non mi piaceva stare al centro dell'attenzione. Il fatto che piacessi ad Andrea forse era troppo scontato, anche se l'aveva fatto intuire, o almeno non completamente. Ma da come si era avvicinato a me quel giorno dopo gli allenamenti, sin dal primo momento pensai che non si trattasse semplicemente di qualche appunto di scuola. Un brivido percorse la mia spina dorsale al solo pensiero di come aveva dimostrato i suoi sentimenti per me, in un modo così crudo e violento, sembrava quasi che volesse marchiare il territorio attorno a me nonostante non avessi mai precisato di provare qualcosa per lui, come se nella sua testa automaticamente io gli appartenessi.

Sussultai nel sentire il cellulare vibrare nella tasca posteriore dei miei jeans, così con una mossa fugace lo estrassi notando una notifica che indicava un messaggio da parte del riccio.

Da Edoardo: dopo le lezioni ti aspetto dietro i muretti della scuola, mi raccomando fiorellino non mancare

Sorrisi involontariamente leggendo quelle parole, il cuore iniziò a tremare poco dopo.

A Edoardo: contaci, ci sarò

Riposi il telefono nella tasca dopo aver inviato frettolosamente il messaggio, la campanella era suonata ormai da qualche secondo e dovevo affrettarmi ad arrivare in classe prima dell'arrivo del professore.

Un altro sorriso spontaneo accompagnó successivamente le mie labbra al pensiero di dover passare nuovamente un po' di tempo assieme ad Edoardo.

    (...)

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora