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L'aria si infrangeva contro la pelle del mio viso in un modo spietato, mi strinsi nelle spalle per cercare così di compromettere il freddo e trattenerlo maggiormente grazie alla piccola quantità di calore rimasta nel mio corpo, mantenendo una linea sottile leggermente piacevole.

"Questa non è la strada per arrivare a casa mia. - gli feci notare, scattando con lo sguardo nella sua direzione. - dove mi stai portando?" mi schiarii la voce, inarcando un sopracciglio.

Edoardo sorrise vittorioso, catturando ancora una volta il labbro inferiore fra i denti. Lasció lo sguardo poggiato sulla strada dinanzi a noi, scrollando poi le spalle velocemente.

"Non sentirti così in ansia. - ridacchió, portando una mano all'altezza della nuca. - altrimenti ti usciranno le rughe, proprio come quel giorno in infermeria." commentó quel dettaglio con tanto sarcasmo, facendo scivolare alcuni ricci contro la fronte illuminata soltanto dalla luce intensa della luna.

"Che stronzo! - strillai, sgranando rapidamente gli occhi al pensiero di quel giorno. - è solamente colpa tua, sei tu che mi fai perdere la pazienza." sottolineai, seguendo la sua fragorosa risata.

"E non mi impegno neanche per farlo." lanciò qualche sassolino con la scarpa, sospirando liberamente.

Ancora occupato ad osservare il percorso dinanzi a noi, mi fermai per qualche istante a guardarlo; il suo viso mostrava un espressione spensierata, lo sguardo di una persona che al momento si sentiva leggera. Per alcuni secondi chiuse gli occhi, beandosi così della magia di questa città.

"Sono assolutamente d'accordo." risposi, scuotendo il capo per riprendere un po' di lucidità.
Sfoggiai un piccolo sorriso, e persi un battito non appena il colore forte delle sue iridi si posó su di me con tanta delicatezza.

I miei occhi furono catturati dal sorriso sornione che subito dopo prese ad incorniciare le sue labbra. Un gesto tanto spontaneo che mi lasció senza fiato, costringendomi così a stringere le labbra per evitare di non far notare questo dettaglio.

"Ci sarai alla festa di domani sera?" domandò, cambiando completamente discorso.

Rimasi spiazzata, il cuore iniziò a fremere all'interno della gabbia toracica. Non pensavo di dover affrontare nuovamente questo discorso, specialmente non con Edoardo; colui che stavo cercando di proteggere, e tirare in ballo questa conversazione non era proprio la carta migliore per aiutarmi a non pensare a quel bastardo e a quanto era successo fuori da quel locale.

"Eva mi ha proposto di andarci. - borbottai, assottigliando gli occhi velocemente. Non volevo che notasse la mia preoccupazione, o il fatto che gli stessi palesemente mentendo. - diciamo che ho accettato per lei." aggiunsi, stringendomi ancora una volta nelle spalle.

"Immagino che tu non volessi andare per Andrea. - cominciò, la sua voce si inclinó improvvisamente. - è comprensibile, io ho accettato semplicemente per fare compagnia ai miei amici. Non posso permettere che vadano da soli nella casa di quel coglione, sarei un completo irresponsabile." spiegó, iniziando a fare pressione stringendo così la mascella in modo brusco.

"Hai paura che possa diventare di nuovo violento?" sibilai, quasi sussurrando.

Le mie stesse parole mi fecero gelare il sangue, proprio perché era ciò che probabilmente avrei rischiato di subire anche io. Strinsi forte gli occhi al pensiero di dover rivivere continuamente quella scena, era come se fosse stata progettata non solo per spaventarmi ma anche per darmi il tormento come se non avessi una via da utilizzare per fuggire.

"Eleonora. - si fermó sul posto, obbligando così anche me a spezzare ogni mio singolo movimento. - non farti ingannare dalle apparenze, quel ragazzo sarà sempre una persona violenta." sottolineó, per niente sorpreso nell'ammettere quelle parole tanto crude e spietate.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora