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"Possiamo parlare?" domandó cordialmente, giocherellando con uno straccio umido fra le mani.
Il suo sguardo era quasi indecifrabile, non capivo cosa stesse provando in questo momento o cosa volesse cercare di comunicarmi.

"Si, certo." risposi, tentando di risultare gentile.

Per un istante voltai lo sguardo lungo il viso della rossa, che al momento era confusa tanto quanto me. Poggió una mano all'altezza della mia spalla, e notai tranquillità all'interno delle sue iridi.
Non avevamo nulla da temere, sembrava una ragazza serena e molto probabilmente le sue intenzioni erano tutto fuorché piene di cattiveria.

"Volete qualcosa da bere?" domandò, dopo aver fatto nuovamente capolino dietro il bancone.

Io ed Eva ci sedemmo dinanzi a lei in alcuni dei tanti sgabelli. Il mio scopo era venire qui per bere qualcosa che riguardasse l'alcool, ma per parlare con questa ragazza avevo bisogno unicamente di mantenere salda la mia lucidità. Così ordinai due succhi di frutta per entrambe, sapevo che la rossa avrebbe capito alla perfezione la mia decisione improvvisa.

"Quindi.. - borbottai piano, saettando lo sguardo da Eva alla ragazza difronte a noi, impegnata a versare una grande quantità di succo in due bicchieri che aveva precedentemente poggiato sul marmo del bancone. - che cosa devi dirci?"

I suoi grandi occhi azzurri si posarono successivamente su di me, e in quel momento capì che non era per niente rassicurante ciò che aveva da dirmi. Teneva uno sguardo preoccupato, quasi a volermi mettere in guardia da qualcosa, o peggio ancora, da qualcuno.

"Tu conosci mio fratello Andrea, non è così? Vi ho visti assieme tempo fa, quando siete venuti a pranzare qui." comunicó, incrociando le braccia al petto esattamente all'altezza del seno.

Inarcai un sopracciglio, disorientata dalla sua domanda. Non capivo cosa stesse cercando di ottenere mettendo in ballo suo fratello in questo discorso, ma di sicuro non era fiera nel parlare di lui e questo era visibilmente evidente.

"In un certo senso si, lo conosco. - mormorai lentamente, sorseggiando poi del succo.
Mi sentii improvvisamente nervosa, tant'è che iniziai a far scivolare l'altra mano libera sul tessuto dei miei pantaloni. - ma non è per niente come pensavo." conclusi, quasi amareggiata nel pronunciare tali parole.

"Con Andrea non è mai semplice. - cominciò, iniziando a fare un po' di ordine fra piatti e bicchieri con dei generi completamente diversi tra di loro. - è qualcosa di troppo turbolento." marchió bene l'ultima parola, il tono che usó causò dei brividi lungo tutta la lunghezza della mia spina dorsale.

"Che intendi?" questa volta fu la rossa a parlare, e in un certo senso mi sentii in dovere di ringraziarla per il suo intervento.
L'aria qui dentro stava prendendo una piega totalmente diversa, era più pesante e sembrava quasi di poter soffocare schiacciate da queste mure attorno a noi.

La ragazza, di cui ancora non sapevamo il nome, per un istante si bloccó. Una mano era occupata da alcune posate, l'altra visibilmente libera, si poggió bruscamente contro il lavabo dinanzi a lei. Questa situazione la faceva sentire sotto pressione, e avrei anche smesso di parlarne se non fosse per il fatto che era stata una sua idea quella di aprire l'argomento riguardante suo fratello.

"Non devi farti ingannare da lui, Eleonora. - borbottó sottovoce, strofinando un panno asciutto contro le posate. - inizialmente può sembrare una persona tranquilla, ma non lo è per niente." soffocó una risata amara, era come se stesse cercando di reprimere i ricordi che piano piano si facevano spazio all'interno della sua testa.

Per un attimo mi bloccai sgranando velocemente gli occhi, aveva appena pronunciato il mio nome. Da un lato non sembrava così strano essendo sua sorella, probabilmente le avrà parlato di me in questi giorni.
La parte più preoccupante del suo discorso non era sicuramente questa; come parlava di Andrea non era affatto piacevole, era come se provasse una sensazione di disprezzo nei suoi confronti.

"A cosa ti riferisci?" le parole uscirono come dei singhiozzi dalla mia bocca, motivo per il quale strinsi il labbro inferiore fra i denti in modo brusco e rapido.

"Non posso essere precisa, mi dispiace. - bisbiglió debolmente, dandoci ancora le spalle. Osservai ogni suo movimento concentrato, ma le spalle erano palesemente tese e nervose. - non voglio provare altro dolore."

Nell'udire quelle parole mi si geló il sangue. Che intendeva dire con quell'affermazione? In quel momento provai preoccupazione per lei, nonostante non la conoscessi per niente. Riuscivo a capire quanto avesse sofferto, o perlomeno, pareva che stesse soffrendo persino adesso.
Il corpo era completamente immobile dietro al bancone del locale, aveva smesso di occuparsi di qualunque cosa, come se avesse momentaneamente perso le forze per poterlo fare.

"Per favore, dimmi che non è quello che penso. - esordì la rossa, stringendo le mani contro il marmo. Mi voltai verso di lei nuovamente, e capì subito il pensiero che le balenó in testa. - ti ha picchiata, non è così?" domandó successivamente, inclinando il capo. Il suo tono di voce era schietto e preciso, ma comunque preoccupato per la ragazza.

In quell'istante indietreggió, fino a che la schiena non venne a contatto col marmo gelido del bancone. Il corpo della giovane difronte a noi stava tremando, ma non era sicuramente per la temperatura all'interno di questo posto. Era un tremore diverso; trasmetteva paura, sofferenza e tanto, tanto dolore.

"Ho scoperto delle cose su mio fratello, cose che non avrei mai dovuto sapere." confessó, piccoli singhiozzi accompagnarono poi le sue labbra.

Fece scivolare poi anche le mani, che a contatto col freddo di quel marmo per un attimo sobbalzarono a causa di quel gesto tanto fugace. Restó comunque immobile in quella posizione, senza il coraggio di guardarci come invece fece all'inizio prima che la conversazione prendesse una piega diversa. Non la potevo comunque biasimare, temeva di farsi vedere da noi in quello stato.

"Quali cose?" tentai di indagare, poggiando una mano contro la sua per infonderle un po' di coraggio.

Volevo che cercasse di respirare regolarmente, seppur non fosse facile per lei in questo momento e questo lo capì perfettamente.
Il suo corpo ancora tremava e i respiri erano fin troppo irregolari, odiavo vederla così a causa di quel bastardo di suo fratello.

"Cose terribili. - iniziò, strofinando lentamente le punte delle dita. Inarcó il viso all'indietro, prendendo dei pesanti sospiri che io ed Eva riuscimmo ad interpretare dopo qualche secondo. - è stato violento, davvero violento."

Abbassó il capo stringendo forte il labbro. Le sue guance furono colpite da una scia di lacrime, lacrime che iniziarono a graffiarle il viso con rapidità.
E in quel momento fui io a non avere coraggio, provai paura nel cercare anche solo di sforzarmi per capire al meglio quelle parole tanto crude.
Scansai la mano dalla sua elimando con prontezza quel contatto, all'inizio doveva essere una cosa delicata creata per darle anche un po' di conforto, ma nel momento successivo era come se potesse scottarmi, anche con un secondo in più che avrebbe sicuramente fatto la differenza.

"Con te? - dissi, la voce uscì praticamente peggio di un sussurro.
Sgranai gli occhi, una mano scivolò all'altezza della mia bocca volontariamente. - è stato violento con te, o con qualcun altro?" aggiunsi, sentendo la pressione della mano della rossa premuta contro la mia spalla.

"Mi dispiace. - si voltó di scatto nella nostra direzione, e non rimasi per niente sorpresa nel notare i suoi occhi ormai rossi e gonfi a causa del pianto. - ti prego, non ti posso dire più di quanto io abbia già fatto." terminó frettolosamente, e adesso provava molta più paura rispetto a prima.

Il suo sguardo pareva perso, il colore chiaro delle sue iridi si era poggiato in un altro punto del locale. Disorientata, diedi un'occhiata veloce al viso di Eva che, come me, si giró nella mia direzione nello stesso momento per tentare di capire l'emozione attraverso i miei occhi.

Scattai con velocità dallo sgabello, capendo così da cosa fosse improvvisamente presa la ragazza dinanzi a noi, con tutto quel terrore in mezzo agli occhi.

Andrea.

  (...)

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora