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Calciai qualche sasso con la scarpa, stringendomi nelle spalle per ripararmi dalla brezza fredda di questa giornata. Osservai la figura di Federico accanto a me, impegnato a far scivolare le dita sullo schermo del suo cellulare. Ridacchiai per le sue espressioni apparentemente buffe, non capendo comunque a cosa fossero riferite.

"Che ti ridi? - mi rivolse una linguaggia, portando una mano nella tasca della sua giacca. Il suo tono di voce era divertito, e questo mi fece sorridere affettuosamente. - guarda che queste sono cose serie, non prenderti gioco di me." alzó una mano all'altezza del cuore, mostrandosi offeso per qualche istante. Sapevo che stava fingendo, non era la prima volta che scherzavamo in questo modo.

"Ah si? Fammi vedere!" cercai di allungarmi verso il display del suo telefono, per osservare davvero che cosa stavo combinando ormai da qualche minuto.

Federico indietreggió di qualche passo, inarcando il viso all'indietro e portando il cellulare il più lontano possibile dalla mia curiosità improvvisa. Cominciò a ridere sommessamente nell'osservare i miei inutili tentavi nel cercare di rubargli quell'oggetto dalle mani, ma sfortunatamente per me era sempre stato lui quello a possedere più riflessi.

"Sei troppo lenta, Sava. - esordì, iniziando a correre. Sgranai gli occhi sorpresa, tentando in qualche modo di raggiungere il suo passo svelto. - come sempre, del resto!" si voltó per vedere l'imminente distanza tra di noi, non restando affatto stupito nel notare di avermi palesemente battuta.

Dopo aver corso già per una bella manciata di secondi, lasciai cadere le mani all'altezza delle ginocchia. Inspirai profondamente per riprendere il mio meccanismo naturale; l'esercizio fisico non l'ho mai sopportato, e sarà anche per questo che non ero molto preparata durante tutte le ore di educazione fisica a scuola.

"Hai corso pochissimo. - sentii la sua voce raggiungere le mie orecchie poco dopo, segno che era tornato indietro verso la mia postazione. - come fai ad essere già esausta?" concluse sbrigativo, porgendomi gentilmente la mano.

Gli diedi un leggero colpo contro la spalla dopo aver raggiunto nuovamente la mia postura iniziale, respirando lentamente. Sentivo il cuore premermi ferocemente contro la gola, era davvero estenuante resistere per così poco tempo.

"Perché io non sono te. - dissi debolmente, affiancando la sua figura. Mi pizzicó il fianco, provocando un tenero sorriso da parte mia. - dovresti saperlo quanto odio queste cose." aggiunsi, i miei capelli vennero scompigliati ancora una volta a causa del vento persistente contro il mio viso.

"Soltanto perché non ti applichi come dovresti." il suo tono di voce non era severo, nemmeno accusatorio. Stava semplicemente cercando di essere sincero con me, ed io l'ho sempre apprezzato questo suo dettaglio.

Stavamo camminando ormai da una decina di minuti, e mi piaceva tutta la tranquillità che ci circondava. Era bello poter passare questo pomeriggio assieme a Federico, era da troppo tempo che non succedeva e il fatto di essere assieme a lui mi sollevava terribilmente.

"Stai cercando di fare il professore con me? - lo guardai di sottecchi, inarcando un sopracciglio. - perché se è così, forse ti dona questo nuovo aspetto." commentai sarcasticamente, spingendo la spalla contro la sua.

"Tu credi?" sgranó gli occhi, e notai immediatamente una luce all'interno delle sue iridi.

Scoppiai a ridere per i suoi modi tanto teatrali, quelli sicuramente non li aveva mai persi. Federico seguì la mia risata, scuotendo agilmente il capo. Era piacevole poterlo vedere così spensierato, mi era mancata così tanto la sua allegria.

"Assolutamente no." alzai lo sguardo verso il suo viso, notando la sua espressione. Mi conosceva fin troppo bene questo ragazzo, e con gli anni aveva imparato quanto mi piacesse scherzare con lui, anche per il dettaglio più piccolo.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora