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Quando il mattino seguente mi svegliai, cercai disperatamente il mio telefono posando il palmo della mano ovunque sul piccolo mobile accanto al letto. Lentamente tentai di aprire gli occhi, nonostante fossi tentata di sprofondare di nuovo col viso sul cuscino e ritornare così a dormire.

Una volta preso il cellulare, diedi una rapida controllata all'orario posizionato sul display. In quell'istante realizzai di aver preceduto la sveglia, e certamente non soltanto di qualche minuto rispetto al solito.

Sentii un doloroso fastidio raggiungere il mio stomaco, e quest'ultimo mi obbligò a portare una mano sul petto, proprio all'altezza di esso. In questo modo cercai di soffocare o addirittura eliminare i crampi, ma fu totalmente inutile come tentativo.

Lasciai cadere il telefono accanto a me sul letto, ignorando le notifiche che da qualche secondo avevano attirato la mia attenzione. Inarcai il viso all'indietro, chiudendo rapidamente gli occhi, intrappolando con forza il labbro inferiore in mezzo ai denti a causa del dolore che divenne a poco a poco sempre più insistente.

"Filo!" urlai il suo nome a squarciagola nella speranza di essere sentita.

Tecnicamente dovrebbe trovarsi ancora nella sua camera. Per mia fortuna era posizionata non troppo lontana dalla mia, il che portò tutto quanto a mio vantaggio.

Dopo qualche minuto alcuni colpi sulla porta attirarono la mia attenzione, costringendomi a riaprire nuovamente gli occhi. Filippo non era abituato a bussare prima di fare irruzione in camera mia, ma dal tono da me utilizzato poco fa avrà dedotto delle circostanze totalmente differenti.

"Puoi entrare." parlai successivamente, con un tono abbastanza pronunciato in modo tale da poterlo raggiungere.

Subito dopo la sua figura fece capolino all'interno della stanza, con entrambe le braccia posate lungo i fianchi. Lungo il suo viso notai immediatamente un'espressione preoccupata, il che lo portó a raggiungere il mio letto a grandi falcate, senza indugiare troppo.

"Piantina. - si sedette accanto a me, inclinando leggermente il viso. - che succede?" domandó a bassa voce, posando una mano all'altezza della mia fronte.

"Lo stomaco. - iniziai, e senza distogliere la mano dal petto, mi sedetti anche io. - è da quando mi sono svegliata che sento un dolore strano." aggiunsi poi, premendo le labbra tra di loro.

Filippo inizialmente spalancò gli occhi per alcuni secondi, ma non passó molto tempo da quando la sua espressione mutó radicalmente. Non sembrava affatto sorpreso dalla mia confessione, anzi.

"Perché mi guardi così adesso?" chiesi incuriosita, aggrottando la fronte.

"Dai, fammi spazio." comunicó sbrigativo, lasciando un piccolo buffetto sulla mia guancia.

Senza replicare la sua affermazione, annuii semplicemente dopo aver capito alla perfezione le sue intenzioni. Mi spostai così dall'altra parte del letto, permettendogli di sedersi proprio accanto a me. Filippo circondó le mie spalle con un braccio, e avendo intuito i miei pensieri, mi permise di poggiare la testa contro la sua spalla.

"Filo. - sussurrai con un filo di voce, posando le braccia attorno il suo petto. - che ti prende? Dimmi cosa ti passa per la testa." pronunciai, alzando lo sguardo in direzione del suo viso.

"Te lo chiederò soltanto una volta ed esigo la massima sincerità da parte tua, hai capito?" domandò, la serietà in mezzo al suo tono di voce mi fece capire che non stava scherzando come era abituato a fare per smorzare la tensione all'interno di un discorso.

Annuii mostrando poi un lieve cenno con il capo, senza togliere lo sguardo da lui.

"Quanto stai mangiando in questi giorni?" proferii, facendo scivolare una mano sul mio fianco. La mosse lentamente e per un attimo sussultai sorpresa da quel gesto, dopodiché mi lasciai andare alle sue carezze.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora