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Edoardo

Iniziai a muovermi con rapidità in mezzo alla folla di studenti accanto a me, probabilmente uno più ubriaco dell'altro. Roteai gli occhi al cielo scocciato di dover ripetere in continuazione ad ognuno di loro di farmi passare, gentilmente. Non avevo alcuna intenzione di litigare con nessuno di questi ragazzi stasera, anche perché sarebbe stato crudele fare a pugni con una persona ubriaca che solamente a toccarle la spalla con dito sarebbe finita palesemente a terra. Non mi reputavo un ragazzo scorretto, ero in grado di saper distinguere ciò che era giusto da ciò che invece era soltanto dettato dalla rabbia.

"Francesco! - un ragazzo dai capelli color biondo platino finì proprio dinanzi alla mia visuale, impedendomi in questo modo di raggiungere la persona che realmente avevo intenzione di affrontare. - ti stavo cercando dappertutto, perché non vieni a conoscere Sara?" continuó balbettando, le sue guance erano dipinte di un rosso piuttosto acceso.

"Amico, penso che tu abbia sbagliato persona. - cercai di liquidarlo con più tranquillità possibile, non era ancora arrivato il momento di perdere la pazienza. - perché non vai a rinfrescarti un po' al bagno, mh?" poggiai le mani all'altezza delle sue spalle, incontrando così i suoi occhi leggermente lucidi.
Diamine, ma quanto aveva bevuto questo ragazzo?

"Non ho bisogno del bagno! - urlò in preda alla felicità, lanciando da qualche parte in questo salotto un bicchiere di plastica ormai vuoto. - perché sei così noioso? Siamo ad una festa!" aggiunse, scrollando velocemente le spalle.

Questo ragazzo stava davvero mettendo a dura prova la mia pazienza. Sarò anche una persona corretta, ma conoscendo ogni dettaglio del mio carattere bastava comunque una piccolissima goccia per far traboccare quel pizzico di lucidità che mi era rimasta. Ma francamente, da qualche minuto a questa parte pensai di aver terminato completamente la mia scorta.

"Lascia stare, torna a fare il cazzone." risposi sbrigativo, spingendo il suo corpo abbastanza velocemente da farlo scontrare contro quello di una ragazza.
Gli avevo persino dato un pretesto per rendere più piccante la sua serata, altroché alcool.

Dopo qualche minuto finalmente intravidi la figura del proprietario di questa fottuta casa. Certamente al bastardo non gli mancava nulla per potersi mantenere ogni giorno, e molto probabilmente la sua dose esagerata di egocentrismo era sufficiente ad ottenere sempre tutto quello che desiderava. Lo guardai stringendo forte i muscoli della mascella, dedussi ormai quanto fosse rigida in questo momento. Era concentrato a chiacchiere allegramente assieme ad alcuni dei suoi amici; le sue labbra erano contornate da un piccolo sorrisino sghembo, l'espressione compiaciuta lungo il viso di chi sapeva di aver vinto anche questa volta.

Mi avvicinai con cautela spostando qualche riccio dalla fronte. Seppur insopportabili la maggior parte del tempo, non avrei mai tagliato i miei capelli.

"Possiamo parlare?" dopodiché mi fermai proprio accanto alla sua figura imponente, picchiettando lentamente le dita contro la sua spalla.
Mi chiesi come facesse ad essere sempre così rilassato, ma del resto, i bastardi come lui non avevano alcun motivo di sentirsi spaventati dal resto del mondo.

Andrea scattó bruscamente nella mia direzione, e appena lo fece notai quel sorriso tanto beffardo scomparire dalle sue labbra. Non potevo certamente biasimarlo; l'astio che provava nei miei confronti era in assoluto qualcosa di reciproco fra di noi.

"Non vedi che sono impegnato, Incanti? - ridacchió spudoratamente, stringendo con più forza la presa contro il bicchiere. - questa casa è piena di persone con cui parlare, perché non te ne vai da un'altra parte?" continuò, provocando una fragorosa risata da parte dei suoi amici.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora