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Con aria sognante, lasciai cadere il corpo su uno dei tanti sgabelli di questa stanza. Mi guardai intorno disorientata; la cucina non era particolarmente spaziosa rispetto al resto della casa, ma molto confortevole. L'aria profumava di limone e cannella al tempo stesso, arricciai il naso sorpresa.

"Sei più amante della pasta o del riso?" la voce di Edoardo arrivò curiosa poco dopo contro le mie orecchie, così mi voltai.

"Che domande. - risi, poggiando i gomiti sul tavolo. Mi lanció uno sguardo perplesso, così feci spallucce per tenerlo sulle spine per qualche altro secondo. - ovviamente la pasta, Incanti." aggiunsi subito dopo, e un sorrisino sornione dipinse le sue labbra.

Non rispose, si limitó ad osservare i fornelli dinanzi a lui. Non era indeciso, era più pensiero. Le sue mani si muovevano esperte alla ricerca di che ingredienti scegliere per il piatto, quali pentole sarebbero state più utili e più capienti.

"Mi stai fissando, fiorellino." ghignó, buttando un po' di sale nell'acqua che sarebbe servita a cucinare la pasta successivamente.

"Sono semplicemente attenta ai dettagli. - mi ricomposi, tossendo falsamente. - non montarti troppo la testa." aggiunsi, competitiva.

Edoardo scosse il capo energicamente, e lo sentii ridere qualche istante dopo. Le sue mani si muovevano concentrate, non perdeva un attimo lo sguardo su ciò che aveva deciso di preparare. Questa sua improvvisa attenzione nel cucinare mi attraeva particolarmente; manteneva il labbro inferiore stretto fra i denti, i muscoli del suo viso guizzavano con una rapidità impressionante.

"Vuoi qualcosa da bere?" si voltó nella mia direzione, dopo aver dato un'ultima occhiata al sugo che avrebbe utilizzato per condire la pasta.

"Un po' d'acqua andrà bene, grazie." mormorai, ingoiando velocemente.
Il suo sguardo ancora una volta mi aveva messa in soggezione.

Aprii dopodiché il frigorifero, estraendo così una bottiglia d'acqua abbastanza fresca.
Prese due bicchieri su un piccolo mobile posizionato proprio in alto contro il suo viso, porgendone poi uno nella mia direzione.

"Ecco a te." disse gentilmente, dopo aver finito di versare un po' di quel contenuto nel mio bicchiere.

"Grazie." bisbigliai quasi sottovoce, stringendomi con insistenza nelle spalle.

Per una piccola frazione di secondo la mia pelle andó a contatto con la sua. Tenevo stretto il bicchiere fra le mani, ma lui non aveva ancora mollato la presa successivamente dopo aver versato l'acqua al suo interno. Il suo tocco era caldo, mi aveva rapita.
Le mie iridi caddero lungo le sue dita che presero a sfiorare lentamente le mie; quella lentezza che mi toglieva il respiro.

"L'acqua." farfugliai incantata, scuotendo la testa energicamente per qualche secondo. Con un cenno del capo indicai la pentola, che poco dopo prese ad osservare anche lui.

Mi guardó ancora, permettendomi di osservare quelle due pozze scure che teneva al posto degli occhi.
Persi nuovamente un battito, ma cercai di non farlo notare troppo.

Si voltó rapidamente verso i fornelli, spezzando quel tocco tanto delicato con una mossa rapida. Un leggero groppo si formó all'altezza del mio stomaco, lasciandomi così con la gola tremendamente secca.

"Spaghetti?" domandó furtivo, dandomi le spalle.

La mia voce si era automaticamente bloccata, non sapevo come riprendere il semplice meccanismo.
Sentivo un vuoto ma non ero in grado di spiegarlo, dovevo semplicemente cercare di reprimerlo e ritornare con i piedi per terra.

"Ele?" la sua voce arrivó una seconda volta contro le mie orecchie, ma adesso con più leggerezza.
Scossi il capo goffamente, notando poco dopo le sue dita posate contro il palmo della mia mano.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora