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In vita mia non ho mai sopportato il fatto di risultare troppo ripetitiva, ma quando si trattava di affrontare l'ora di educazione fisica vigilava sempre il cosiddetto strappo alla regola.

E come ogni lezione che si rispetti, il nostro professore aveva deciso anche questa volta di trascorrere quest'ora di educazione fisica nel retro della struttura.

Avevo terminato da poco alcuni esercizi che aveva comunicato all'intera classe di svolgere senza fiatare nemmeno per un piccolo secondo. Altrimenti chi avrebbe esitato senza troppa difficoltà, si sarebbe beccato un altro giro di esercizi, aggiungendo anche una corsetta attorno la scuola.

Realizzai soltanto ora di aver dato il massimo in quel dannato test, che per la maggior parte della mattinata l'ansia che ho provato non ha fatto altro che tenermi testa fino all'ultimo. Ero fiera, però, di aver dato il massimo. Speravo solo in un risultato capace di non deludere le mie aspettative. Un pensiero come quello era l'unica nota positiva in mezzo a tutto questo esercizio.

Sbuffai esausta, togliendo l'elastico dal polso. Lo portai all'altezza dei capelli, ormai troppo sudati a causa di tutti i movimenti compiuti, legandoli poi in una coda alta piuttosto disordinata.

Mi guardai in giro distrattamente, e per mia fortuna il professore non era nei paraggi. Ogni tanto, durante la sua lezione, staccava la spina per andare a bersi un caffè assieme a qualche collega.

D'altro canto non avevo nulla di cui preoccuparmi; ho svolto tutto il giro d'esercizi che ha prontamente assegnato, e ovviamente per me non era affatto come dover affrontare una passeggiata. Non ero molto in forma ed era anche per questo motivo che odiavo questa materia, perché i miei compagni erano decisamente un passo avanti rispetto ai miei standard di resistenza.

Alzai le braccia verso l'altro, stiracchiandole. Cercai in questo modo di regolarizzare il mio respiro, alternando anche dei profondi sospiri in contemporanea con dei leggeri movimenti esercitati poi grazie alle braccia.

"Eleonora!"

Alzai rapidamente gli occhi, posandoli sulla figura di Federica. Aveva un sorriso raggiante premuto contro le labbra, il che trasmetteva molta allegria e serenità.

"Ciao Fede. - schioccai un tenero bacio sulla sua guancia, che lei successivamente ricambiò. - come stai?" chiesi, affiancandola.

"Tutto alla grande! - strilló entusiasta, portando le braccia dietro la schiena. - tu invece?"

"Bene dai." arricciai il naso per trattenere eventuali risate a causa delle espressioni buffe.

Circondó le mie spalle con un braccio, attirandomi verso di sé. Osservai il suo viso, premendo con forza le labbra tra di loro. Stava analizzando un gruppo di ragazzi non troppo distanti dalla nostra postazione, cercando di capire quale fosse il più attraente.

"Porca vacca. - ammise, sgranando gli occhi. Cercai di seguire il suo sguardo anche questa volta, e ciò che vidi mi causò un forte tuffo al cuore. - hai capito Incanti! Che fisico ragazzi." commentò ammaliata da tale visione, intrappolando il labbro inferiore fra i denti.

Concentrai la mia attenzione unicamente sulla figura slanciata del riccio. Teneva la sua t-shirt posata contro le spalle, stringendola tra le mani. Era totalmente impegnato a scambiare qualche chiacchiera con alcuni compagni di classe, ma una cosa che notai immediatamente fu un bellissimo sorriso dipinto lungo le sue labbra. Questo dettaglio portó a un dolce contrasto che venne a crearsi grazie ad alcuni ricci che caddero proprio contro la sua fronte visibilmente sudata. Inclinò la testa leggermente all'indietro, concentrato a sfoggiare una fragorosa risata, e il suono che sentii cominciò a scaldarmi il cuore, piano piano, fino a raggiungerlo completamente.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora