(42)

1.1K 38 6
                                    

Avevo lo sguardo perso difronte a ciò che potevano osservare i miei occhi da qui. La brezza invernale di questo periodo cominciò a farsi sentire maggiormente, scompigliando così i miei capelli. Cercai di scostarli dalla fronte e posarli di nuovo contro la schiena, ma il vento purtroppo non me lo permise.

"A cosa pensi?" la voce di Federico raggiunse subito dopo le mie orecchie, permettendomi in questo modo di concentrare tutta la mia attenzione su di lui.

"Sono sollevata che tu abbia scelto questo posto. - affermai, dipingendo un piccolo sorriso sulle labbra. - è un luogo tranquillo, mi piace stare qui." aggiunsi, allacciando le braccia attorno alle ginocchia.

"Come ai vecchi tempi, no?" canzonó nostalgico, estraendo due lattine di birra dallo zaino che aveva portato con sé.

Gli sorrisi affettuosamente, sapendo quanto avesse ragione. Questo ero da sempre uno dei nostri posti, il luogo che frequentavamo spesso dopo la scuola, oppure per discutere di eventuali pettegolezzi raccolti nell'arco della nostra giornata. Ed era proprio qui, alla scalea del tamburino, dove incontrai Federico per la prima volta. Ho perso il conto di tutte le volte che ho ringraziato me stessa per aver raggiunto questo punto, in quel famoso giorno d'estate.

"Birra, eh?" presi in mano la lattina, portandola in aria proprio dinanzi al mio viso.

Il ragazzo seduto accanto a me iniziò a scuotere rapidamente le spalle, imitando poi il mio gesto.

"Non sei mai stata un amante della birra. - comunicó, facendo scontrare le nostre lattine in onore dei vecchi tempi. - ma questo l'ho sempre saputo, ovviamente." disse, sorridendo in quel modo tanto beffardo.

"Ed è per questo motivo che non hai mai perso neanche un'occasione per farmene bere una lattina in più." gli ricordai, seguendo così la sua affermazione. Alzai un sopracciglio vittoriosa, ingoiando qualche sorso di quel liquido.

"E qui hai vinto tu." confermò, passando la lingua sulle labbra per raccogliere ciò che restava di quella birra.

Mi sorrise subito dopo, ed io ne approfittai per colpirlo leggermente contro la spalla. Federico ricambió la mia mossa, rischiando quasi di farmi rovesciare tutto il liquido restante all'interno della lattina, proprio sulla mia giacca.

"Sai, ho notato qualcosa di diverso in te. - cominciò, tornando improvvisamente serio. Posó la lattina accanto a lui, stringendosi nelle spalle. - nonostante la mia assenza come tuo migliore amico, da quando ti ho rivista hai qualcosa di nuovo. - si fermó per qualche secondo, poggiando lo sguardo sul panorama dinanzi a noi. - sei di nuovo spensierata Eleonora, mi sembri molto più viva." concluse, facendo scivolare una mano in mezzo ai capelli.

Restai immobile ad osservare il suo sguardo, cercando in questo modo di analizzarlo e permettermi di trovare un collegamento con le sue parole. Non era severo, nemmeno autoritario, era semplicemente sincero nei miei confronti, orgoglioso di poter notare questo cambiamento in me.

"Di cosa stai parlando?" sussurrai, inclinando velocemente il capo. Non capivo, però, a cosa si riferisse.

Tornó a guardarmi ancora una volta, premendo le labbra tra di loro. Federico assottiglió gli occhi, lasciandosi scappare un tenero sorriso.

"Pensi che non me ne sia accorto, Eleonora? - iniziò, posando una mano all'altezza della mia spalla, che successivamente accarezzò esercitando una lieve pressione su di essa. - ho visto come vi guardate tu ed Edoardo, puro uno sconosciuto se ne accorgerebbe." pronunció con fare ovvio, utilizzando quello sguardo di chi sapeva di aver ragione.

In quel momento sentii una fitta colpirmi il petto, ma non era affatto una sensazione sgradevole. Il mio stomaco cominciò ad attorcigliarsi su sé stesso, non riuscendo a trovare un modo per riprendere tutta la sua normalità. Guardai Federico sbarrando gli occhi con velocità; era comprensibile che avesse notato anche lui questo particolare dettaglio, era praticamente una delle persone che mi conosceva più di quanto io possa comprendere me stessa.

"Tra me e lui è così.. - mi bloccai per un istante, e la mia mente iniziò ad elaborare tutto quello che avevamo passato insieme fino ad ora. Il mio cuore saltò un battito, lasciandomi sorpresa. - complicato." terminai la frase, stringendo forte il labbro inferiore con i denti.

"Come ti senti quando sei con lui?" tolse la mano dalla mia spalla, posandola successivamente contro la mia mano.

Aspettai qualche secondo per regolarizzare il respiro, abbassando momentaneamente lo sguardo. Federico notó subito tutte le mie difficoltà, tant'è che esercitò delle piccole pressioni sul palmo della mia mano per cercare di infondermi tranquillità.

"Mi sento dannatamente bene, e questa sensazione di spensieratezza non l'avevo mai provata con nessuno prima d'ora. Quando sono con lui è come se, improvvisamente, ogni cosa risultasse più sopportabile, anche la più difficile da affrontare. - mi fermai, e in quell'istante mi resi conto del grande sorriso posato sulle labbra del ragazzo accanto a me. - all'inizio io e lui non ci sopportavamo per niente. Ma poi, piano piano, ho iniziato a conoscere quel lato di lui che non mi aveva mai mostrato. Edoardo ha veramente un cuore d'oro, solo che non è per tutti." conclusi, sfregando le dita dell'altra mano contro la pelle del collo.

Era bello sapere di poter condividere tutto ciò che portavo dentro di me, tutte le mie emozioni e insicurezze, proprio con lui. Colui che non mi aveva mai giudicata, il ragazzo che mi ha sempre porso la mano in ogni momento di difficoltà. Ed ero veramente grata per sentirmi così compresa in questo momento.

"Non posso che essere d'accordo con te. Edoardo ha un carattere particolare, può sembrare duro e freddo all'inizio, ma se impari a scavare bene all'interno della sua corazza puoi davvero trovare del buono in lui. - riprese le mie parole, ed io trovai soltanto sincerità in tutto quello che mi stava confessando completamente a cuore aperto. - e tu, cara Eleonora, sei davvero persa per lui." mi pizzicó una guancia, rubandomi un altro sorriso.

Persino la parte più spaventata di me sapeva che ormai non aveva più alcuna possibilità per scappare. E non potevo negare ciò che Federico aveva appena affermato con tanta onestà, perché nonostante le minacce e la violenza di Andrea, sentivo il bisogno di non dover mentire a me stessa almeno per una volta.
Tutto quello che gli ho detto riguardo Edoardo, era esattamente quello che il cuore mi ha consigliato di dire. Non ero ancora in grado di dare un'etichetta al nostro rapporto, purtroppo, ora come ora, il mio passato non mi permetteva di essere totalmente lucida, e per quanto faccia male ammetterlo ogni singola volta, infieriva per gran parte anche tutta questa situazione con Andrea.

"So che ti è difficile ammetterlo, ti conosco troppo bene. - mi guardò comprensivo, permettendomi di appoggiare il viso sulla sua spalla. Così feci, sentendo il calore del suo braccio raggiungere le mie spalle. - e capisco perché tu non riesca, è normale. Però voglio che tu sappia che sei una ragazza in gamba, hai tanta di quella forza per superare anche questa situazione." confessó, muovendo lentamente le punte della dita sulla mia schiena.

"È bello sapere di averti di nuovo vicino. - mormorai, lasciando scappare qualche sospiro dalle mie labbra. - non sarebbe mai stato lo stesso senza di te." dissi, stringendo entrambe le braccia contro il suo petto per sentire maggiormente il calore di un suo abbraccio.

Lasció un tenero bacio in mezzo ai miei capelli, portando l'altro braccio all'altezza delle mie. Iniziai a sentire quella sensazione che non provavo da troppo tempo, accogliere persino il mio cuore. Mi sentivo tremendamente capita, e Federico lo faceva in un modo capace anche di accarezzare la parte più turbata della tua mente. Apprezzavo la sua presenza accanto a me, era come se piano piano quei pezzi da noi spezzati e lasciati indietro, si stessero ricomponendo.

"Sarò sempre qui per te, Ele. - mi strinse forte, cullando il mio corpo. Ridacchiai, felice che non avesse dimenticato questo piccolo dettaglio che io tanto adoravo. - ti voglio un bene immenso." disse, abbassando piano il tono della voce. Il suo timbro mi accarezzó dolcemente le orecchie, e in quel momento chiusi velocemente gli occhi per godermi ogni istante.

"Anch'io Fede, davvero tanto." confessai, lasciando un bacio fugace contro il suo zigomo.

Dopo aver riaperto gli occhi, lo guardai per l'ultima volta prima di osservare assieme a lui tutto quello che ci circondava. Strinsi forte le labbra, abbozzando l'ennesimo sorriso di questa giornata.

Ero felice di averlo ritrovato, felice di aver ritrovato una delle parti più importanti di me.

     (...)

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora