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Mi strinsi bruscamente nelle spalle, increspando le labbra. Guardai il riccio accanto a me portare una mano all'altezza della nuca, lo sguardo posato ora contro il pavimento di questa cucina. Strinse qualche ciocca di capelli fra le dita, e in quel momento non capivo se sentiva turbato da qualcosa o soltanto imbarazzato dalla situazione che era venuta a crearsi dopo un momento così tanto profondo, ma soprattutto intimo. Edoardo aveva questa capacità di capirmi senza il bisogno di ascoltare un discorso da parte mia; gli bastava uno sguardo, un piccolo sospiro di troppo.

Poggiai le braccia contro il petto, stringendo le punte delle dita contro il tessuto della maglietta. Tutta questa comprensione da parte sua mi strappò un sorriso, ma non uno di quelli improvvisati; questo era un sorriso naturale, formato da quelle sfumature pronte a colorarti le labbra proprio come quando ti senti serena, spensierata.

"Filo. - boccheggiai dopo qualche secondo di silenzio, notando la figura di mio fratello fare capolino dentro nella stanza. - non pensavo tornassi così presto." sottolineai, intrappolando il labbro inferiore in mezzo ai denti.

"Presto? - raggiunse velocemente la mia figura, e per un attimo persi un battito non appena concentrò lo sguardo sul ragazzo accanto a me, soltanto per qualche secondo. - Ele sono le due di notte, ma quanto hai bevuto?" domandò con un filo di voce, prendendo il mio viso tra le mani.

"Poco, lo giuro. - mormorai, incontrando poi il colore delle sue iridi. Avevo il suo viso a un soffio dal mio, e ormai conoscevo anche troppo bene quello sguardo; non solo era preoccupato, stava anche cercando di indagare riguardo la mia serata per assicurarsi che non sia successo niente. - mi conosci, non sono una persona esagerata." aggiunsi goffamente, assottigliando gli occhi.

Effettivamente non avevo bevuto molto a quella festa, solamente quel bicchiere dal liquido azzurro che mi aveva gentilmente consigliato Silvia. Aveva un sapore forte però mi era piaciuto, tant'è che ne avrei scolato volentieri ancora se solo non mi fosse venuta in mente l'idea di scatenarmi a ritmo di tutte quelle canzoni.

"C'eri anche tu?" si voltò verso Edoardo, lasciando cadere le mani contro le mie spalle. Oscilló lentamente il mio corpo, un altro comportamento tipico di Filippo; stava mettendo a dura prova la mia sincerità, proprio come farebbe il classico fratello protettivo, anche se adoravo quanto lui lo fosse con me, costantemente.

"Eleonora ha bevuto soltanto un bicchiere, l'ho visto con i miei occhi." azzardò il riccio, sfregando un dito contro la fronte nella speranza di aver detto le parole giuste.

In quel momento rimasi sorpresa dalla sua confessione. Edoardo non era realmente presente, quindi pensai che lo avesse affermato dettato dal suo istinto.

"Sarà meglio per te, piantina. - scompigliò i miei capelli, portandoli così in uno stato alquanto pietoso. Solo in quel momento mi ricordai dell'ottimo lavoro di Eva eseguito proprio su di essi, motivo per il quale lo guardai in cagnesco. - sai come la penso a riguardo, giusto?" aggiunse, poggiando la fronte contro la mia.

"Certo, cretino." sbuffai sonoramente, quell'acconciatura mi piaceva davvero tanto.

Una risata accompagnò le mie orecchie poco dopo, così mi voltai verso la figura di Edoardo. Non avevo dubbi; era proprio lui che stava ridendo di me. Osservai il suo viso di sottecchi, stringendo velocemente le labbra tra di loro formando una linea sottile.

"Che hai da ridere?" sbottai, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi. In quel momento Filippo fece qualche passo indietro, segno che sarebbe rimasto per godersi questa nuova conversazione tra me e il riccio.

"Niente niente, fiorellino. - lasciò cadere una mano contro il petto, stringendo il labbro fra i denti ancora visibilmente divertito. - o dovrei chiamarti piantina?" propose poco dopo, scoppiando in un'altra delle sue fragorose risate.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora