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Un pesante groppo si fece spazio dentro la mia gola, obbligandomi così a deglutire più e più volte, sperando che questo peso prima o poi potesse sparire.
Mi guardai un po' attorno; non ero mai stata all'interno dell'infermeria scolastica, questo piccolo stanzino accogliente mi metteva leggermente in soggezione, come se fosse una sottospecie di disagio.
Sperai con tutta me stessa di non aver preso qualcosa di grave o preoccupante, la scuola era iniziata da due mesi circa, sarebbe il momento peggiore per ammalarsi e rischiare di perdere una buona parte delle lezioni.

"Signorina mi ha sentita?" una leggera pressione si esercitó proprio contro la mia spalla, cosi lentamente mi voltai, incontrando subito lo sguardo dolce e preoccupato della nostra infermiera.

"È molto sbadata, non ci faccia caso." intervenne poco dopo il riccio con fare diverito.
Così, con una mossa del tutto repentina, mi voltai verso di lui.
Teneva stretto il labbro inferiore fra i denti, le braccia consorte contro il petto e il solito sguardo spavaldo.

"Qualcuno ti ha chiesto di restare qui dentro per caso?" domandai seccata, aggrottando la fronte subito dopo.

"Non ti scaldare fiorellino, ti stanno uscendo le rughe, si proprio qui." si avvicinó lentamente a me e, come se potessi spezzarmi da un momento all'altro, piano piano posó l'indice proprio all'altezza della mia fronte.

"Signor Incanti la smetta!" lo riprese severamente l'infermiera, beccandosi così un sorriso compiaciuto e soddisfatto da parte mia.

"E così è questo il tuo cognome, capelli di merda." lo punzecchiai a mia volta, facendo scivolare gran parte dei miei capelli lungo la spalla.

"Signorina!" successivamente, mi beccai una piccola pacca sulla spalla da parte sua, che mi fece ridere maggiormente. "Qui dentro esigo il rispetto e l'educazione, finitela entrambi." aggiunse poi, prendendo un piccolo panno asciutto.

Divertita, soffocai un ulteriore risata.
Cercai di focalizzare tutta la mia attenzione sull'infermiera, doveva avere proprio un sacco di pazienza per sopportare ogni singolo studente.

"Quindi Eleonora.." inizió lentamente, tirando fuori un piccolo termometro da un cassetto accanto a lei. "Sta mangiando in questi giorni?"

"Certo, assolutamente. Non penso sia questa la causa del problema." tossii ripetutamente, facendo scivolare una mano sul mio petto.
Lo stomaco faceva ancora male, era come se avessi ingerito quintali di peperoncino.

"Sei un po' pallida ma non ho trovato nessuna linea di febbre, penso tu abbia ingerito qualcosa che probabilmente ti avrà fatto male, ora il tuo corpo ha solo bisogno di espellere il necessario." rispose dolcemente, versando poi un po' di thè caldo in un bicchiere di plastica, che successivamente mi porse.

"Quindi, cosa dovrei fare?" chiesi, sorseggiando poi la bevanda facendo attenzione a non scottarmi.

"Per lo stomaco potrei darti qualcosa io, servirà per alleviare il bruciore. Ma se ti capiterà di avere attacchi di nausea, non ti preoccupare, saranno assolutamente normali, è solo il tuo corpo che cerca di espellere ciò che ti ha fatto male." spiegó ancora con tanta dolcezza, mentre nel frattempo prese alcune medicine da un altro cassetto accanto a lei.

"Quante devo prenderne?" domandai, indicando la piccola confezione delle medicine con un leggero cenno del capo.

"Due al giorno andranno benissimo, fino a quando non starai meglio. E mi raccomando, solo a stomaco pieno." annotai ogni singola parola nella mia mente, finendo anche l'ultimo sorso di thé.

"La ringrazio di cuore, davvero. Seguirò ogni suo consiglio." allargai gli angoli della bocca in un tenero sorriso che, prontamente, lei ricambió.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora