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Tamburellai le mie unghie laccate da un semplice smalto color rosa carne sul legno di questo tavolo da circa una decina di minuti ormai, spostando lo sguardo un po' ovunque all'interno di questo piccolo bar frequentato maggiormente da studenti o allievi che hanno terminato da poco gli studi.
Sospirai pesantemente rigirando più volte il cellulare fra le mie mani, nell'attesa che Sana, un'altra mia più cara amica, arrivò nel bar nel minor tempo possibile.
L'idea di restare sola in mezzo a tutta questa marea di alunni mi mise a disagio; non mi piaceva molto essere circondata dal casino, per questo preferì parlare in un luogo molto più tranquillo rispetto a questo, ma Sana, purtroppo, non spesso condivideva le mie idee.

Passati altri minuti, istintivamente alzai lo sguardo verso la porta d'ingresso di questo locale, incontrando subito gli occhi teneri di Sana.
Inspirai profondamente schiudendo gli occhi subito dopo, portando il cellulare all'interno della mia borsa.
Non ci mise molto a notare la mia figura esile seduta in un tavolo non troppo lontano dal bancone, così subito allargai gli angoli della bocca in un dolce sorriso, facendole un piccolo segno con il capo nella mia direzione.

"Perdonami, faccende di casa." subito si scusó come suo solito, sedendosi con cautela poco dopo.
Non le piaceva attirare l'attenzione, altra mia caratteristica.

"Non ti preoccupare, anche per questa volta sei perdonata." accennai un altro sorriso, sfregando entrambe le mani lungo il tessuto dei miei jeans.

"Quindi, come va Ele?" domandó sinceramente, poggiando entrambi i gomiti contro il legno di questo tavolo.

"Sto bene, grazie." ripresi gentilmente la sua domanda, incontrando subito i suoi occhi indagatori.
Per qualche istante vacillai, ma sapevo di dover essere onesta con lei, e così feci. "Tu invece?" chiesi successivamente, facendo cadere i miei capelli lungo la spalla.

"Ultimamente mia madre è molto malata." iniziò, assottigliando piano gli occhi. "Per questo in questi giorni non sto uscendo molto, Ele. Mio padre lavora molto e mio fratello anche." successivamente, voltó lo sguardo alla ricerca di un cameriere disposto a prendere i nostri ordini. "Quindi sto aiutando con le faccende domestiche, sai, non potrei mai lasciare disordine in quella casa." terminó poi, abbozzando un sorriso accennato.

"È un gesto molto carino e ammirevole da parte tua Sana, dico davvero." lentamente, avvicinai la mia mano alla sua, accarezzandola dolcemente. "Ma sono sicura che tua madre si riprenderà molto presto, non ti devi preoccupare." le sorrisi, facendole capire, anche solo con un piccolo gesto, che ci sarei sempre stata per lei.

"Sei sempre un'ottima amica, Sava." concluse dopo qualche istante, scuotendo la testa divertita.
La seguii subito dopo, inarcando un sopracciglio.

Dopo aver ordinato entrambe un semplice cappuccino con una brioche, a Sana non mancó per niente il suo spirito indagatore.

"Quindi, quindi, quindi." cantilenó lei, mordendo un altro boccone di quella buonissima delizia al cioccolato. "Andrea, proprio lui, ti ha chiesto gli appunti di letteratura?" domandó successivamente, tentando, senza alcun risultato, di soffocare una risata.

"Ti giuro che non è uno scherzo." alzai entrambe le mani in segno di approvazione, evitando di scoppiare a ridere da un momento all'altro, in quel caso si che non sarei stata per niente credibile.

"Cristo, Sava." iniziò a scuotere le spalle, come se le avessi appena spifferato la notizia più assurda dell'anno. "Sei davvero seria? Insomma, sappiamo entrambe che tipo è quel ragazzo, non si limita di certo a chiedere degli appunti, lo sai molto bene." esordì poi, terminando anche l'ultimo goccio del suo cappuccino.

"Certo che lo so!" alzai un po' la voce, mostrandomi visibilmente divertita e incredula riguardo questa situazione. "Puoi chiedere ad Eva se non mi credi, è l'unica testimone della scena." confermai subito dopo, scuotendo energicamente la testa.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora