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La figura del ragazzo che ormai consideravo come il mio ex migliore amico, prese ad avanzare all'interno del locale, posizionandosi proprio dinanzi alle nostre figure. Appena incrociai i suoi occhi, un cipiglio confuso accompagnó subito dopo il suo viso e capì quanto fosse disorientato in questo momento. Di certo non si aspettava la mia presenza oltre quella di Edoardo, il che da una parte era quasi piacevole; forse ci teneva ancora a me, o forse quella sensazione che mi fece provare era semplicemente pietà nei miei confronti.

"Che ci fa lei qui?" domandò di getto, poggiando un piccolo panno bagnato all'altezza del suo zigomo.
Sussultai sul posto notando un enorme livido premuto contro la sua pelle, il labbro inferiore gonfio e ancora sanguinante.

"Ho voluto che mi accompagnasse. - precisó il riccio, non togliendo lo sguardo dal mio. Mi ero pietrificata nell'osservarlo, il mio cuore perse un altro battito. - e poi, so che tieni ancora a lei Federico, avrete modo di parlare anche voi due." concluse in modo sbrigativo, abbozzando un sorriso comprensivo lungo le labbra.

Ingoiai velocemente, sapevo di non poter sfuggire da questa situazione. Se l'unico modo per sapere cosa gli fosse successo era doverlo affrontare, allora in quel caso lo avrei fatto. Non ero di certo una persona insensibile, nonostante il dolore che mi aveva causato.

"Lei conosce Andrea?" chiese velocemente, assumendo un'espressione per niente pacifica lungo il viso. Il suo tono di voce fece gelare il mio sangue, e in quel momento capì quanto fosse incazzato.

"Puoi chiederlo direttamente a me. - farfugliai infastidita, poggiando le braccia all'altezza del seno. - o siamo arrivati al non rivolgerci più la parola adesso?" sbraitai, inarcando bruscamente un sopracciglio.

"Sei di troppo qui, Eleonora." mi fece notare subito dopo, marchiando anche troppo bene il peso della mia presenza all'interno del locale.
Mi sentivo umiliata; nonostante mi stessi sforzando di capire cosa gli passasse per la testa, lui continuava a trattarmi come una completa estranea.

Abbassai lievemente il capo, sentendo il mio stomaco rigirarsi più volte all'interno del mio organismo. La bile bruciava contro la gola ed era palesemente evidente, tanto che mi sforzai a schiarire la voce più e più volte. Trattenni alcuni respiri strozzati, facendo spallucce.

"Sei il solito bambino! - gli urlai contro, alzando di nuovo il capo con una mossa furtiva, che lo lasció interdetto per qualche secondo. - apprezza almeno il fatto che io abbia deciso di venire qui, anziché trattarmi come se fossi una sconosciuta adesso." conclusioni frettolosamente, ormai ferita dal suo atteggiamento, ma non era una novità.

"Non ho chiesto a nessuno il tuo aiuto. - pronunció, guardandomi da capo a piedi come se questa fosse la prima volta per entrambi. - vattene." tagliò corto, spostando lo sguardo dal mio viso con estrema indifferenza.

La figura di Edoardo si spostò rapidamente verso il suo corpo, e il mio respiro si bloccò a mezz'aria non appena strinse con forza il colletto della maglia di Federico.

"Finiscila di fare l'orgoglioso del cazzo. - commentó con tono rigido a qualche centimetro dal suo viso, lasciando intravedere la sua schiena sempre più tesa. - avete sbagliato entrambi a non ascoltarvi a vicenda, ma adesso basta." quasi gli urló contro, ma sapevo che sotto sotto era dotato anche lui di un certo autocontrollo.

Federico non mosse il suo corpo neanche di un passo, completamente bloccato dalla rigidezza del riccio contro di sé. Si sentiva in soggezione, come se avesse paura di essere attaccato da un momento all'altro.
Deglutiva a fatica, assottigliando gli occhi con la mascella sempre più contratta, nonostante stesse provando comunque ad incanalare la giusta quantità di ossigeno per riprendere lucidità.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora