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Eva osservó il ragazzo con le braccia poggiate sul bancone, letteralmente a bocca aperta. D'altro canto, a differenza sua, non avevo la capacità di formulare un espressione ben dettagliata, le mie palpebre erano immobili ad osservare la sua figura. Sentii il cuore premere contro le pareti della gabbia toracica, dalle mie labbra cominciarono ad uscire un susseguirsi di sospiri strozzati.

Flashback

"Samuel!" gridai forte il suo nome, il mio corpo era completamente fradicio a causa della pioggia ma non aveva importanza.
Dovevo raggiungerlo, o almeno sperai fosse lui a darmi un po' di tregua.

Ogni goccia cadde perfettamente lungo la pelle del mio viso, raggiungendo così anche le lacrime versate fino a qualche minuto fa.
Avevo bisogno di spiegazioni, avevo bisogno di un fottuto discorso che avesse un minimo di senso.

"Fermati, cazzo! Non fare il vigliacco!" urlai esausta, la gola ormai iniziò a darmi fastidio.

Fu in quel momento che il suo corpo si bloccó in un punto preciso della strada, dandomi ancora le spalle. Avanzai velocemente di qualche passo, il cuore pulsava contro il petto tanto da poter esplodere.

"Mi hai spezzata, Samuel. - cominciai, finalmente voltó lo sguardo nella mia direzione. - ed è stata la cosa peggiore che potessi farmi, io mi fidavo di te, lo sai questo?" aggiunsi, le mani caddero con violenza lungo i fianchi.

Il suo sguardo era cupo, piano iniziò a sbattere le palpebre fra di loro con dei movimenti lenti e precisi. Proprio all'altezza delle labbra, gli angoli della sua bocca si aprirono mostrando così un sorriso sghembo e beffardo.

"Non ti sei concessa a me, piccola. - grugnì quel nomignolo serrando violentemente la mascella, un muscolo guizzó contro di essa poco dopo. - tutto questo non sarebbe successo se ti fossi donata interamente a me." concluse, altri passi decisi verso la mia figura.

Improvvisamente mi sentivo immobile, il suo sguardo glaciale aveva questa capacità di prendere possesso dei miei movimenti, rendendoli automaticamente suoi.

"Sei un coglione! - strillai, gli occhi nuovamente lucidi. Non potevo credere a tale sciocchezza. - ti ho detto che non ero pronta a perdere la verginità, e pensavo l'avessi accettato. E invece, guarda come mi hai umiliata." sussurrai lievemente, strinsi il labbro inferiore con insistenza cercando di trattenere eventuali singhiozzi, che poco dopo risultarono soffocati.

"Non mi hai dato altra scelta, sei stata una ragazza molto, molto disobbediente Eleonora." farfuglió quasi a bassa voce, iniziando a ridere sommessamente.
Stava letteralmente ridendo di me, e ciò mi fece sentire ancora più esposta ed umiliata.

I suoi occhioni color cioccolato si posarono nuovamente su di me, mi cercavano e mi desideravano in un modo particolarmente soffocante. Odiavo sentirmi in gabbia, ma Samuel teneva in mano il potere adesso ed io ero solamente una pedina da utilizzare.

"Fai schifo, Samuel. - sibilai, puntando entrambe le mani contro il suo petto. - ti odio così tanto, mi hai rovinato la vita!" esclamai successivamente, colpendolo con qualche pugno.
Per lui era come ricevere una soffiata contro il viso, ero troppo debole e fragile per poter abbattere la sua corazza.

Un leggero calore poco dopo mi fece sobbalzare. Iniziai a sbattere le palpebre velocemente per riprendere lucidità, notando la mano della rossa premuta con cautela contro la mia spalla.
Lasciai lo sguardo abbassato lungo le sue dita minute, non avevo il coraggio di voltarmi una seconda volta e sapevo con perfezione che Eva mi stesse guardando con un pizzico di preoccupazione negli occhi, ma d'altro canto udii anche la rabbia che stava provando in questo momento nel guardare con tanto odio e disprezzo il ragazzo a solo pochi passi dai nostri corpi.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora