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Terrore.

Fu tutto ciò che il mio cervello mi impose di provare nell'esatto istante in cui l'azzurro dei suoi occhi si posó contro le mie iridi.
Si trovava a qualche passo dalla mia figura, e più scorrevo lo sguardo lungo il suo corpo tanto rigido, più rimasi sorpresa nel vedere come, nemmeno per un istante, tentò di spezzare questo contatto visivo fra di noi.

Il silenzio qui regnava sovrano, non avevamo il coraggio di proferire parola e data la situazione, non aveva ancora aperto bocca nemmeno lui. Con lo sguardo sempre più vigile, capì che l'attenzione dei suoi atteggiamenti era rivolta unicamente a me.

"Ciao, Sava. - pronunció dopo qualche istante, posizionandosi dinanzi a me ed Eva.
Pur essendo in piedi difronte a lui, la sua figura era troppo alta ed imponente, così tanto da sovrastare la mia. - che cosa sta succedendo qui?" camminó poi compiendo anche gli ultimi passi, ed ora il suo viso si trovava a un soffio dal mio.

"Lasciala stare, lo dico per il tuo bene." borbottó la rossa, cercando di non attirare troppo l'attenzione degli altri presenti qui dentro.

"Non sto parlando con te. - scattó nella sua direzione con una mossa fulminea, il sangue si geló nelle mie vene. - fatti gli affari tuoi, nanetta." ringhió in modo rude, abbassando il capo all'altezza del suo.
Eva deglutii con forza, stringendosi nelle spalle con nervosismo.

Picchiettai le punte delle dita contro la sua spalla, cercando di ottenere nuovamente il suo sguardo premuto su di me.
Non aveva alcun diritto di parlarle in questo modo, specialmente perché non c'entrava assolutamente nulla nella spiacevole situazione che si era creata tra di noi nell'ultimo periodo.

"Non ti azzardare a rivolgerti così a lei. - esordì scocciata, incrociando le braccia al petto con durezza. - che cosa vuoi adesso, Andrea?" chiesi, roteando gli occhi al cielo non appena sfoggió il classico sorrisetto beffardo.

Il ragazzo situato a qualche centimetro dal mio corpo sbuffó sonoramente, stringendo con rapidità la mascella.

"Hai fatto amicizia con Maya, quindi?" indicò la ragazza dietro al bancone con un veloce cenno del capo, sottolineando così il suo nome.

"Stavamo semplicemente parlando. - gli feci notare, scrollando le spalle. - cos'è, non posso fare neanche questo adesso?" domandai ironica, aggrottando poi la fronte.

"Maya, Maya. - cantilenó divertito dopo qualche secondo, sembrava quasi che stesse ridendo del suo comportamento. - quante volte ti ho detto di non parlare con gli sconosciuti?" aggiunse, spostando lentamente il mio corpo.
La sua mano cadde all'altezza della mia spalla, sulla quale esercitò una lieve pressione per sorpassare così la mia figura.

"Mi hai sempre detto tu di farmi delle nuove amiche. - inclinó piano il viso, la sua voce divenne ora più bassa e stava tremando proprio come il suo corpo fino a qualche minuto prima. - ed era ciò stavo provando a fare." continuò a giustificarsi, prendendo un lembo di tessuto dalla sua felpa, che poco dopo iniziò a stringere con insistenza.

"E quindi posso sapere di cosa stavate parlando con così tanta urgenza, sorellina?" insistette, posando i gomiti contro il marmo del bancone.

Il suo atteggiamento era qualcosa di estremamente assurdo. Maya non era di certo una bambina piccola, aveva delle responsabilità sulle spalle proprio come tutti noi, ma si intuiva quanto fosse rigida e autoritaria nel saperle gestire. Aveva la sua vita, dei diritti come chiunque altro. Non era sicuramente questo il trattamento che meritava da parte di suo fratello, così crudele e meschino da inscenare un interrogatorio nei suoi confronti come se avesse dei limiti da dover rispettare.

"Adesso finiscila. - la mia voce fece nuovamente capolino tra di noi, interrompendo così la loro conversazione iniziata, purtroppo, da qualche minuto. - non credo siano affari tuoi, Andrea." constatai, la mia gola divenne improvvisamente secca.

Soul diesel >> incantava Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora