Voglia Di Volare

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Quando si era svegliata, Elisa si accorse di un calore mancato vicino a sé. Trovò il letto vuoto, e le coperte tirate su fino alle spalle le riparavano il corpo dal freddo, segno dell'ormai prossimo inverno. Con ancora la mente nel mondo dei sogni, guardò la camera stranita.

"Questa non è la mia camera." Osservò.

Poi vide i suoi capi per terra e un fiume di ricordi le vennero in mente, dolci come il miele.

«Dimmi il tuo nome, o mia dea...» le chiese Elisa, mentre la stava delicatamente appoggiando sul sontuoso letto. China su di lei, iniziò a giocherellare con il bordo della maglia, puntando a sentire la sua pelle sulla propria.

«Artemiya...» le sussurrò all'orecchio, sfilandole la maglietta da sotto. Le sue mani, lievemente fredde, accesero il corpo di Elisa, facendole sentire brividi di piacere per tutto il corpo.

Artemiya

Lo sapevo. Persino nel tuo nome giace l'arte.

Ma non solo in esso, anche nel tuo cuore...

Elisa poteva sentire il battito accelerato della ragazza, mentre vogliosa giocherellava con la lingua sul suo capezzolo, sentendolo subito rigido.

...Nella tua mente...

«Ah... Elisa...» le disse con voce calda e bisognosa. Artemiya non ce la faceva più, a reggere quei piccoli cerchi che Elisa faceva intorno alla sua apertura. Era una dolce e terribile tortura, che non finiva mai. Ondate di brividi e spasmi sempre più frequenti vagavano nel corpo della donna dai capelli biondi eppure, per quanto volesse che finisse, per quanto desiderasse che quelle mani la facessero sentire completa, aveva paura. Paura che scappasse. Paura di non averla più con sé.

Paura di non essere più felice come adesso.

... Nel tuo corpo.

Questo fantastico corpo che ora si unisce, si crea e si modella a nostro piacimento. Creando questa magnifica sensazione di estrema dolcezza e infinita felicità che diventa simultaneamente la nostra droga.

Droga e Amore.

Ecco cos'è l'una per l'altra.

Droga e Amore, ambigue sensazioni di piacere che alla fine sono medesime.

Quasi fossero in sincronia, i loro corpi, raggiunto l'apice del piacere carnale, si acquietarono. Ognuna trovando anfratti comodi nell'altra. Elisa non aveva mai provato piaceri simili prima di quella notte. Quando adorava sentire la morbidezza del suo seno sotto la sua testa... Poter abbracciare completamente la vita di quella ragazza che ormai voleva legata a sé.

Artemiya

...

O, quanto amo il tuo nome...

Elisa, con un lieve sorriso, si alzò, sentendo il rumore dell'acqua che cadeva in bagno. Passandosi la mano nei capelli cercò con lo sguardo i suoi vestiti, e stavolta si sorprese con quanta facilità li trovò.

Vestendosi velocemente, si diresse in cucina, dove Artemiya stava fissando con aria trasognata il panorama al di fuori della finestra. O stava osservando il vetro?

Decise di scuotere la sua mente da quei pensieri che spegnevano la sua luce.

«Buongiorno.» disse gentile.

E la ragazza bionda sobbalzò nel sentirla.

"A che cosa stavi pensando, angelo mio? Cosa turba la tua luce?" e mentre pensava ciò, la osservò diventare rossa, rendendola ancora più ammaliante. Persino con la felpa addosso era affascinante oltre ogni dire.

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