Preparativi per il Natale

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[Non è né la carne, né il sangue ma il cuore, che ci rende padri e figli.

Cit. J. Schiller]

«Dannazione donna dove hai messo la nutella!?» una voce gentile e delicata si propagò nella cucina del B&B di Paola, mentre la stessa stava sul divano a guardare la televisione con il barattolo in mano, irrimediabilmente vuoto. Il suo sguardo vagò dietro la spalliera del mobile, mentre sghignazzando lo nascondeva sotto le coperte.

«Nutella!? Da quando in qua abbiamo la nutella!?» urlò in risposta, facendo finta di niente, abbordando dalla teiera un paio di pop corn di fronte a lei.

Salvatore uscì dalla porta aperta, con un ciuffo in piedi per la frenetica ricerca dell'ambito vasetto.

«Menti donna! So che sai dov'è! Mola l'osso, cane!» rispose, indicandola con l'indice con cattiveria.

«Io, nutella? Mai avuti contatti mi spiace.» rispose, seria.

«Tu menti!» affermò, avvicinandosi pericolosamente dal lato del divano.

La donna lo guardò scandalizzata.

«E perché io avrei mentito, spiegamelo!?» chiese imbronciata, incrociando le braccia.

«Perché hai ancora la bocca sporca di cioccolato, ecco perché!» disse, per poi afferrare il barattolo nascosto malamente sotto le coperte.

«Ehi!».

«E questo come me lo spieghi? L'hai partorito per caso?» chiese, guardandola con la scritta vittoria dipinta sul volto.

«Intanto me la sono mangiata tutta io...» disse sottovoce, alzandosi dal divano per scappare dalla furia ormai scatenata dell'affamato Salvatore.

«Donna! Hai segnato la tua condanna a morte!» urlò, tentando di inseguirla mentre la ragazza ridendo si dirigeva alle scale.

«Si può sapere che sta succedendo qui?!» irruppe Enrico con degli occhiali da lettura appoggiati sulla punta del naso dalla cima delle scale, ritrovandosi in mezzo ad una baruffa tra il suo amante e la "compagna".

«Mi ha fottuto tutta la nutella! L'ho comprata soltanto ieri cazzo! Questa si sta riempiendo come un barile!» iniziò ad urlare, mentre tentava di afferrare la donna che usava Enrico come barriera.

«Ehi, barile sarai tu, che ti abbuffi come un maiale, non io! E poi la natura me lo impone! Io mangio per due!» rispose, mentre evitava una mano che tentava di prenderla alla sua sinistra.

«Ora basta! Salvatore, tu non osar più prendere certe robacce. Tutti in questa casa dobbiamo mangiar sano, a partire da te, soprattutto!» Enrico lo guardava austero da dietro il vetro degli occhiali.

«Ma, ma... cazzo!» l'uomo dagli occhi azzurri cedette a quegli occhi verdi, scendendo sconfitto dalle scale.

Paola si sporse dalla ringhiera, facendo una linguaccia.

«Questo vale anche per te signorina.» condannò serio, disegnando lo stesso volto deluso anche sulla donna.

«Ma non è giusto, uffi...» affermò la donna, mentre le sue labbra disegnavano un semicerchio rivolto verso il basso.

L'uomo, scendendo gli ultimi scalini osservò l'orologio, sfilandosi gli occhiali da lettura.

«Sono le sette... cosa si mangia?» chiese, guardando i due conviventi, uno arrabbiato e l'altra amareggiata.

Salvatore lo guardò affranto, seduto al tavolo.

«Cosa vuoi che ci sia da mangiare?! Niente, se quella pelandrona sta tutto il giorno a guardare la televisione!» rispose colorato di rosso.

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