Light Blue

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Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti

Titanic – J.Cameron

(perché forse non è Le Cœur de la Mer, ma splende molto più delle stelle)

Elisa, quella mattina, si svegliò furtivamente alle sei... un orario per lei improponibile, solitamente, ma in quell'occasione, solo una levata gradita per compiacere una certa signora.

Senza fare rumore si preparò per la giornata, riordinò la casa per liberarla dai resti sonnolenti della serata passata, improntò uno spuntino regale su un aristocratico vassoio da colazione, studiando accuratamente la disposizione di tazzina, bicchiere, piatto e rosa rossa adagiata in un angolo, il lungo stelo avvolto in una miriade di nastri colorati.

La sveglia di Artemiya suonò come ogni mattina alle otto in punto. Ma quel giorno, fu la pronta mano di Elisa a quietarla.

La pianista lì per lì non se ne rese conto: si stiracchiò teneramente, tirando su la testa per liberare un gran sbadiglio. I capelli biondi erano simili ad una balla di fieno. Elisa ridacchiò all'immagine di Mia, la maglia del pigiama arancione storta su una spalla, che la guardava interrogativa da sotto un angolo di coperte.

- E tu chi diavolo saresti?- mugolò grattandosi la punta del naso, - che ne hai fatto di mia moglie?

Elisa prese posto sulla sponda del letto e facendo una smorfia posizionò il vassoio sulle gambe di Artemiya:- Ah ah, amore, divertente...più invecchi più diventi sarcastica...

- Oh, ma non è sarcasmo, è...- iniziò a dire Mia, poi si fermò, e puntò gli occhi sul viso di Elisa, - cos'hai detto?

Lei sorrise, sporgendosi a baciarla.

- Buon compleanno, amore -

Artemiya si grattò la testa, facendo crollare un ciuffo sugli occhi.

- Ma che giorno è oggi...?- domandò.

- Il 22 dicembre – sussurrò Elisa al suo orecchio, - non ricordi la data della tua nascita, piccola?

- No, no...la ricordo...- mormorò Mia, - quindi è per questo che...la colazione...la rosa...

- Se vuoi porto tutto alla mia amante brasiliana – rise Elisa.

Artemiya le riservò un'occhiataccia, ma poi sorrise.

- Amore...grazie...- mormorò carezzandole il viso.

- Oggi è la tua festa, amore – disse Elisa zuccherandole il caffè, - cosa vuoi fare?

- Ehm...andare all'università per l'ultima lezione prima dell'esame? – fece Mia addentando un biscotto.

Elisa alzò loquacemente un sopracciglio.

- Nemmeno per scherzo. Tu oggi sei mia – decretò.

Artemiya fece un sorrisetto, prima di sparire momentaneamente oltre il bordo della tazza. Poi ricomparve, e si asciugò le labbra sul tovagliolo.

- Come se per il resto dell'anno fossi d'altri – disse.

Elisa le prese la mano e la baciò. – Allora mettiamola così...la mia sposa mi concederà di festeggiarla nel giorno del suo ventitreesimo compleanno?

Artemiya aggrottò la fronte.

- Oddio, sono già ventitré? – si lamentò, - sto invecchiando...

- Amore, le rughe ti donerebbero – disse Elisa facendole l'occhiolino.

- Giovinastra, te ne approfitti – pigolò Mia, - tu non sei ancora arrivata alla mia età sepolcrale...

- Mm, ho sempre sognato di stare con una donna più grande di me – sussurrò Elisa accostandosi a lei, - anche se appena d'un anno e mezzo...

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