Mi hanno detto di aprirmi, papà e Brad, i soli a cui ho concesso di rivolgermi la parola dopo la festa, di esprimere ad alta voce ciò che provo da quando ti ho persa, ma non riesco a farlo e non so nemmeno bene perché.
Forse, non ho semplicemente realizzato che non ci sei più, mamma.
Piango per le cose stupide e, adesso, invece, non riesco a versare molte lacrime.
Perché? Sono fatta male? Mi sto tenendo tutto dentro? Non voglio accettare la cosa? Non ne ho idea.
Chiudo gli occhi. Voglio prendere sonno, ma non ci riesco. Mi frullano per la mente troppi pensieri.
Non so ancora chi sia davvero Brad. Mio fratello? Sul serio? Dovrò aspettare la fine del funerale per scoprirlo. O almeno questo è ciò che ha detto papà.Brad entra in casa dopo me e papà. Lo terremo qui con noi stanotte e, probabilmente, anche nei prossimi giorni.
«Perché tu e mamma mi avete abbandonato?» , chiede, improvvisamente.
Da una parte, voglio sapere che legame ci sia fra lui e i miei genitori e dall'altra, invece, adesso, non mi va di sentir parlare nessuno. Ho solo bisogno di chiudermi in camera e di metabolizzare l'accaduto.
«Adesso, Brad, capiscimi, non riesco a darti spiegazioni» , gli risponde mio padre, afflitto, passandosi una mano sul volto. «Affronteremo la questione dopo il funerale.»
Schiudo le palpebre di scatto quando sento qualcuno colpire la ringhiera del mio balcone con dei sassi. Che sta succedendo?
Mi alzo dal letto e corro a vedere.
Sorpresa, spalanco gli occhi quando noto Léon in giardino.
Esco fuori e incrocio le braccia sotto il seno per scaldarmi.«Che cosa ci fai tu qui? E' notte fonda» , gli ricordo.
«Vieni ad aprirmi la porta. Non sono Troy Bolton in High School Musical, non mi arrampicherò su un albero per raggiungere il tuo balcone, ragazzina.»
«Non voglio vedere nessuno, Léon, tornatene a casa» , lo liquido bruscamente.
Ridacchia e colpisce un sassolino con la scarpa. «Ti ho forse chiesto ciò che vuoi o non vuoi? No, non mi sembra. Vieni ad aprirmi tu o suono il campanello io?»
Lo fulmino con lo sguardo. «Brad e papà stanno dormendo, vattene» , ringhio.
Con noncuranza, si avvicina alla porta di ingresso. «Come preferisci» , dice.
«Léon!» , grido. Si ferma a pochi passi dal campanello. Esasperata, roteo gli occhi e sbuffo. «Non fare nulla, scendo ad aprirti» , cedo.
Soddisfatto, sorride.
Rientro in camera, chiudendomi la porta del balcone alle spalle, indosso la mia pesante vestaglia grigia e poi scendo al piano inferiore per raggiungere il mio amico.
Quando me lo ritrovo davanti, gli rivolgo un'occhiataccia.
Senza invito, mi sorpassa per entrare in casa. Provo a scacciarlo via, ma si divincola dalle mie strette e inizia a guardarsi intorno.«E' brutto quando vuoi startene un po' per fatti tuoi e qualcuno, senza invito, piomba nel tuo appartamento, sei d'accordo con me?»
Mi rivolge un'occhiata allusiva e, seccata, incrocio le braccia al petto. «Che cosa vuoi?»
«Parlare» , risponde con naturalezza.
«Non ne ho voglia.» Va a sedersi sul divano in soggiorno e, spazientita, lo seguo e resto in piedi a pochi passi da lui. «Puoi andartene, Léon? Non ho voglia di litigare.»
«Nemmeno io» , mi rassicura. «Non oggi. Sono venuto qui per parlare» , alza il tono di voce e, preoccupata dall'idea che qualcuno possa svegliarsi, gli intimo di fare silenzio. «Andiamo in camera tua?»
Mi sfugge un sorriso divertito. Non sta facendo sul serio. Non è possibile.
«Facciamo che io vado in camera mia e tu, invece, te ne torni a casa tua?»
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Gli eredi
Mystery / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...