13 - Il compleanno della nonna

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Anche oggi, il mio turno è finito. Adam verrà a prendermi fra poco.

«Quindi, adesso, tu e Léon siete soltanto buoni amici?»

Sospiro. E' il nono giorno di Dicembre e Faith continua a pormi questa domanda da circa una settimana. Per quanto, ancora, continuerà?

«Sì, e il nostro rapporto non cambierà mai.»

«In tal caso, possiamo iniziare a concentrarci sul maniaco mascherato. Non l'hai più visto?»

Sbuffo e lascio per un attimo la penna con cui stavo scribacchiando su un taccuino.

«Perché ti sta così a cuore la mia vita sentimentale?»

Sorride. «Perché sei mia amica, Evie, e voglio che tu sia felice, specialmente adesso che lo sono anche io.»
Le rivolgo un'occhiata confusa. Si appoggia al bancone su cui si trova anche la cassa con un gomito e inizia a reggersi la testa con una mano. «Adam mi ha chiesto di uscire.»

Felice, mi lascio sfuggire un gridolino. «Dove andrete? Cosa indosserai? Dovrai raccontarmi tutto della serata, lo sai, vero?»

Ridacchia. «Mancano ancora due giorni» , cerca di frenare il mio entusiasmo. «E, comunque, non lo so, non lo so ancora e sì, certo.»

Sorrido e riprendo in mano la penna. Traccio segni a caso sul foglio. «Comunque, Fay, non preoccuparti per me. Ho deciso di lasciar stare l'amore per un po'. Ho bisogno di tranquillità.»

Ghigna. «Per quale motivo, allora, stai disegnando il giustiziere mascherato?»

Smetto di scrivere all'istante e guardo il frutto del mio lavoro. Ho abbozzato il ritratto di un ragazzo incappucciato con il volto, ad eccezione delle labbra, coperto.

«Non mi ero resa conto di ciò che stavo facendo» , ammetto, sorpresa.
Mi è capitato di pensare spesso al salvataggio dal Delirium in questi ultimi giorni. Al salvataggio e al bacio che lo ha seguito. Quel misterioso individuo aveva qualcosa di familiare, di speciale. Sembrava gentile, dolce e un po' impacciato. Ancora non riesco a spiegarmi come mai, pur, forse, non conoscendolo, mi trovassi così bene al suo fianco. Non l'ho più visto. Sarebbe il caso di dimenticarlo come ho dimenticato Thomas. O almeno, come sto provando a fare.
La campanella posta accanto alla porta di ingresso del negozio tintinna. Qualcuno è entrato. Io e Faith interrompiamo il nostro discorso e ci voltiamo.
«Léon?» , domando, visibilmente stupita.

Il castano si guarda intorno, spaesato. Anche Thomas lascia il suo studio e ci raggiunge. Lo sbruffone forza un sorriso e solleva il capo per salutarlo. Sta reprimendo, sicuramente, la voglia di dargli del sociopatico. O lo sta facendo nella sua mente.

«Sono venuto a prendere la mia fidanzata» , enuncia.

Mi strozzo con la saliva e inizio a tossire.

«Fidanzata?» , domanda, sconvolta, la mia collega.

«State insieme?» , si rivolge a me il capo, meravigliato.

«Non lo sapevo nemmeno io» , affermo, spiazzata. «Léon, stiamo insieme?»

Sorride. «Mi hai preferito a Corey, non ricordi?» Frastornata, continuo ad osservarlo. Sospira. «Selene è in città. Ha deciso di fare una sorpresa a Christopher, se così possiamo chiamarla. In questo momento, è con Adam e ha convocato una riunione a casa vostra.»

«Che fine hanno fatto le mie cose?» , chiedo, spaventata dal pensiero che il cugino del poliziotto, preso alla sprovvista, per farle sparire, possa essersene liberato incendiandole con un lanciafiamme. Non mi stupirei se ne avesse uno. Nasconde di tutto nella sua camera.

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora