17 - Extra - Conversione ad Amsterdam

276 96 2
                                    

Mentre Adam sorseggia un drink, Chris osserva tre ragazzini che giocano a calcio con una lattina, poco lontano da loro, e ignora bellamente la sua tazzina piena di caffè. Il più piccolo fra i tre viene spinto dal ragazzino più alto del gruppo e cade a terra. Chris, agitato, fa per alzarsi, ma si ferma quando nota che l'altro adolescente si para davanti al bambino.

«Non toccare mai più mio fratello!»

Le urla riecheggiano forti e chiare. Chris si risiede e Adam, notando lo sguardo perso del cugino, ruota appena il capo per osservare che cosa sta accadendo alle sue spalle.

«Credi che io, fra i due, sia il più grande?»

Adam, intuendo il riferimento di Chris, annuisce.

«Sì, Léon è più piccolo di te di qualche mese.»

Il poliziotto sospira. Pensa, ormai, a suo fratello da giorni. Non si sta nemmeno godendo appieno la sua vacanza ad Amsterdam. E' stato troppo brusco con lui? Dovrebbe dargli una possibilità? Sono entrambi vittime delle colpe di un padre degenere.

«Quindi, spettava a me proteggerlo, ma non l'ho mai fatto.»

«Non sapevi, fino a qualche anno fa, nemmeno che esistesse, non torturarti.»

Chris lo ignora e continua a mandare avanti il suo ragionamento. «Non c'ero quando Ares faceva del male a lui e a sua madre e nemmeno quando quel criminale ha tentato di ucciderlo.»

«Christopher» , tenta di farlo rinsavire il cugino, preoccupato.

«Spettava a me proteggerlo, ma non l'ho fatto. Lui, invece, ha sofferto e mi ha tenuto all'oscuro di tutto per non rovinarmi la vita, per non far crollare le mie certezze.»

Una lacrima riga la guancia del poliziotto e lui, prontamente, se l'asciuga e si copre il volto con le mani.

Adam, triste, gli accarezza una spalla. «Va tutto bene, Chris» , cerca di rassicurarlo.

«Non va tutto bene!» Christopher colpisce il tavolino scuro e metallico del bar con entrambe le mani e gli altri clienti, incuriositi, si voltano a guardarlo. «Lui ha sofferto e io l'ho allontanato, Adam. L'ho allontanato invece di stargli accanto.»

Il maggiore abbassa per un attimo il capo, ma poi torna a guardare il cugino e sorride. «Puoi ancora rimediare. Mi sembra chiaro, ormai, che tu abbia accettato il fatto che Léon sia tuo fratello. Passa del tempo con lui, conoscilo e recupera gli anni in cui siete stati distanti.»

Il poliziotto si passa una mano fra i capelli. «E se, adesso, fosse arrabbiato con me? Se non volesse più parlarmi?»

«E' un bravo ragazzo, nonostante finga costantemente di essere un duro senza cuore. Anche se, al momento, fosse furioso, e non credo lo sia, ti perdonerà. Desidera più di ogni altra cosa al mondo avere suo fratello accanto.»

«Lo credi davvero?»

«Sì, e, adesso, paghiamo e andiamo via prima che qualcuno richieda un TSO, ti stanno guardando tutti male.»

-
Salve!
Questa parte extra è decisamente breve e, per questo motivo, ho deciso di postarla insieme al diciassettesimo capitolo che sarà online fra un po'. Devo soltanto correggerlo prima di pubblicarlo.
Sono soddisfatta della gif che ho creato per questa parte, ci tenevo a dirvelo.
A più tardi con il nuovo capitolo!

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora