Il mese di Dicembre è in assoluto il mio preferito fra i dodici che compongono l'anno. Percepisco già l'atmosfera natalizia, nonostante sia iniziato soltanto da meno di quarantotto ore. Una commessa, dall'altra parte della strada, sta adornando la vetrina del suo negozio con delle lucine colorate. Mi soffermo, incantata, a guardarla. Poso un gomito sul tavolino del bar e inizio a reggermi il volto con una mano.
Vorrei avere una famiglia tutta mia. Già mi immagino a sfornare biscotti mentre mio marito prepara l'albero di Natale insieme ai nostri tre figli. Ma la mia vita sentimentale fa schifo. Non devo dimenticarlo. Non so ancora da quali problemi sia afflitto Thomas e non ho avuto modo di parlare a Léon del nostro bacio. O meglio, è tornato a casa da una settimana esatta, il tempo per menzionare l'argomento l'ho avuto, ma non il coraggio per farlo. Non che mi stia molto a cuore la questione. Quello sbruffone non è decisamente il mio tipo. Mi interessa soltanto capire se sia attratto o meno da me. Così, per curiosità. Non certo perché, forse, da lui io un po' lo sono.
Sospiro. No, Evie, è meglio non sapere. Sarebbe controproducente. Sogni il vero amore, non puoi accontentarti di qualcosa di fisico.
Sbuffo. Mi sento combattuta. Mi piacerebbe sapere la verità, ma non voglio complicare la mia situazione emotiva già abbastanza difficile.«Sicura di stare bene?»
Ruoto la testa verso Faith. Oh, giusto, c'è anche lei. Mi do mentalmente della stupida. Mi ero persa nei miei pensieri, come al solito, e poi, certo che è qui con me! Avevamo organizzato la nostra uscita tre giorni fa. Appoggia sul tavolo la sua tazza fumante di cioccolata calda e, con fare apprensivo, si allunga in avanti per accarezzarmi una spalla.
«Non molto» , ammetto. «Detesto i ragazzi. Sono troppo complicati per i miei gusti» , mi lascio sfuggire.
Mi rivolge un'occhiata divertita e incrocia le braccia al petto. «Quali, esattamente?»
Sorride in modo malizioso e mi rendo conto di aver parlato troppo. Thomas è anche il suo datore di lavoro. Non dovrei raccontarle ciò che è accaduto fra noi. Ma, in fin dei conti, non è successo nulla di concreto.
«Christopher» , sparo a caso il primo nome che mi passa per la mente.
Sbalordita, schiude le labbra. «Non ha una fidanzata? Se non erro, Adam me ne aveva parlato.»
Oh, cavoli! Mi ero scordata di Selene.
«Sì, certo» , rispondo. «Ma non è quello il mio problema» , inizio ad improvvisare. «E' troppo misterioso e la cosa mi irrita.»
La mia collega aggrotta le sopracciglia.
«Perché?»
Sto sudando freddo. Devo inventarmi qualcosa. Penso per un po' e poi, finalmente, mi viene un'idea.
«Lavora, credo da mesi, ad un caso di cui non vuole parlarmi. Ha una cartellina nascosta in camera piena di foto di una ragazza con dei tagli all'altezza della nuca. Inquietante, vero?» Faith sembra sempre più perplessa. Scoppio a ridere per il nervosismo. «Ma cambiamo argomento!» , azzardo.
Lei annuisce. «Dimmi i nomi degli altri ragazzi.»
Ghigna e incrocia le mani dietro il capo. In preda al panico, forzo un'espressione rilassata.
«Altri? Non esageriamo, è di me che stiamo parlando. La mia vita sentimentale è inattiva dalla fine del liceo, o meglio, lo era fino a qualche giorno fa.» Incuriosita, si morde il labbro inferiore e mi incita a raccontare. «Léon mi ha baciata» , cedo. Strabuzza gli occhi e scoppia a ridere. «Non è divertente!» , l'ammonisco, imbarazzata.
«Sapevo che sarebbe accaduto!»
«Come, scusa?»
Si ricompone e raddrizza la schiena. «Andiamo, Evie, era inevitabile. Vi ho visti, tempo fa, alla partita di pallavolo. Reprimete a stento la voglia matta che avete di saltarvi addosso insultandovi a vicenda.»
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Gli eredi
Mystery / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...