21 - S.R.D.

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Frastornata, schiudo lentamente le palpebre.
Il volto di una ragazza che non conosco è a pochi centimetri di distanza dal mio e, spaventata, non riesco a trattenere un grido. Presa dalla voglia di spingerla via, muovo le braccia e mi rendo conto di essere legata ad una sedia.

«Dove sono?» , domando con un filo di voce.

La castana, divertita, sorride. Ha i capelli legati in due trecce che le arrivano poco sopra il seno, gli occhi, chiarissimi, contornati da uno spesso strato nero di matita e un piccolo naso all'insù.

«Al sicuro» , risponde. Perplessa, la squadro da capo a piedi. «Sono Leanne, la nipote di Ozzy, e ti insegnerò a combattere.»
Combattere? Ozzy? Ozzy il falsario? L'amico di Corey e Léon? Dove mi trovo?
La ragazza mi tende una mano, che subito ritrae, per presentarsi e scoppia a ridere. «Oh, giusto, sei legata.»

La fulmino con lo sguardo, irritata, e inizio ad agitare il corpo per tentare, senza ottenere alcun risultato, di liberarmi.

«Leanne, non ti avevo detto di non importunare le mie cavie?» Emerge dalla penombra un'altra ragazza. Ha i capelli biondicci, legati in una disordinata crocchia, e indossa un camice bianco che le arriva un po' sotto le ginocchia. Regge fra le mani una pila di fogli su cui si affretta ad annotare qualcosa. Mi rivolge continue occhiate e poi si china in avanti per illuminarmi i bulbi oculari con una microscopica torcia rossa che estrae dalla tasca posteriore dei pantaloni neri. Infastidita, scuoto il capo. «Il sedativo a presa rapida non dovrebbe averti causato danni» , afferma. «L'ho inventato io.» Sorride in modo compiaciuto.

«Aiutatemi» , mormoro, presa dalla disperazione.

«Rilassati, ragazzina, le creazioni di Judy non hanno mai ucciso nessuno. Non ancora, almeno» , mi informa una voce maschile.

Sento un 'click' e le luci della stanza si accendono. Mi ritrovo davanti Mitch e Floyd, il misterioso proprietario del Delirium che, divertito dalla mia espressione sbigottita, mi sorride.

«Perché continui a rapirmi?» , piagnucolo, confusa, rivolta al padre della piccola Alexa, che non vedevo dai tempi della festa in maschera organizzata nella scuola in cui, ormai, lavora da un po' Adam.

«E' un piacere rivederti, Evie» , mi saluta lui.

Inizio a guardarmi intorno. La sedia su cui mi trovo è stata posizionata al centro di questa angusta stanzetta rettangolare dalle pareti scure fra altre, disposte in maniera circolare, su cui sono legati Gabe, Adam, Alex e Léon che, a quanto pare, sta aprendo gli occhi proprio in questo momento.

«Corey?» , chiedo, presa dal panico.

Floyd sorride e mi osserva quasi come se gli facessi tenerezza. Mitch, intanto, raggiunge me e Léon per liberarci. Il fratello di Chris, confuso, inizia a ruotare la testa di scatto prima a destra e poi a sinistra.

«Dove siamo?» Nota le due ragazze. Si sofferma su quella che indossa il camice e le sorride. «In Paradiso?»

La nipote di Ozzy, visibilmente seccata, si para davanti all'altra. «Non provarci con la mia fidanzata, latin lover da quattro soldi, o ti cavo gli occhi.»

Floyd, divertito, ghigna.

«Quindi, dove avete portato Corey? Sta bene? In che posto siamo? Perché ci avete rapiti? Parlate!» , sbotto.

«Presto, capirai tutto» , tenta di tranquillizzarmi Mitch. «Adesso, andate con Floyd.» Mi aiuta ad alzarmi. «Io, intanto, resterò qui ad aspettare che i tuoi amici si sveglino. Spiegherò loro tutto quello che, fra poco, vi diranno gli altri, e parlerò al ragazzino del perché suo fratello si faccia chiamare Corey.»

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora