Non mi sento affatto agitata, nonostante sia la mia prima seduta psicanalitica. Mi piace molto la stanza in cui mi trovo. E' graziosa e particolarmente illuminata. Il giallo pastello con cui sono state tinteggiate le pareti mi trasmette allegria. Osservo ogni dettaglio della grande libreria collocata alla mia sinistra, piena di volumi e ninnoli, e dei dipinti appesi al muro alle mie spalle. Quasi non ricordo più perché mi trovo qui.
«Mi parli del suo rapporto con Thomas.»
Mi volto verso il terapeuta, che picchietta con insistenza la sua penna a sfera blu sul taccuino che regge fra le dita per richiamare la mia attenzione, e annuisco. Incrocio le braccia al petto e sistemo meglio la testa sulla chaise longue nera.
«E' sempre stato pieno di alti e bassi.»
«Perché le piace? Ci sono ragazzi migliori di lui in giro.»
Ruoto il capo e incrocio lo sguardo di Léon. Si preme meglio gli occhiali contro il viso e mi incita a rispondergli. Sbuffo e mi mordo il labbro inferiore. Avrei dovuto scegliere uno psicanalista migliore.
«C'è sempre stata chimica fra noi. Siamo totalmente diversi, ma, in un certo senso, ci completiamo a vicenda. Lo vedo e il cuore inizia a battermi forte. Provo anche un senso di bruciore all'altezza dello stomaco.»
«Non ha mai tenuto in conto il fatto che potesse trattarsi di reflusso gastroesofageo e non di una cotta?»
Gli rivolgo un'occhiataccia e lui solleva le mani in segno di resa. «Credevo, addirittura, che fosse la mia anima gemella» , torno a parlare.
Léon trattiene a fatica una risata e poi si ricompone. «Credeva?» Sospiro.
«Ultimamente, le cose fra noi non vanno bene. Sicuramente, sono stata troppo avventata, come al solito, nel trarre le mie conclusioni.»
«Sicuramente» , commenta il castano. Lo ignoro.
«Potrebbe essere totalmente diverso da come lo immagino. Potrei non conoscerlo del tutto.» Mi porto una ciocca di capelli dietro un orecchio. «Ma, per ora, non mi interessa più indagare. Può nascondermi ciò vuole, ho altri pensieri per la testa.»
«Quali?»
Prendo un respiro profondo e poi mi metto seduta. «Soffro per ciò che ha dovuto affrontare Corey e ho paura per la tua vita, Léon. Non pensavo potesse accadere, ma mi sono affezionata anche a te. Non riesco nemmeno più ad immaginare una giornata senza i nostri battibecchi. So che non smetteremo mai di provocarci a vicenda perché è il nostro modo di rapportarci, ma sono anche convinta del fatto che, se stessi male, ci saresti per aiutarmi, come hai fatto in passato, e io voglio proteggerti e sostenerti, semmai ne avessi bisogno, a mia volta, ma, ora, mi sento terribilmente impotente perché non sono brava nemmeno a difendermi da sola e c'è un criminale a piede libero che ti sta cercando.»
Mi porto le dita sugli occhi e lui mi posa una mano sulla spalla. Qualcuno bussa alla porta dello studio. Il castano sbuffa e si alza per andare ad aprire. Quando cammina, il largo camice bianco che indossa oscilla. Spalanca la superficie in legno e si ritrova davanti Ares. L'uomo ghigna ed estrae un coltello dalla tasca posteriore dei pantaloni scuri. Mi metto in piedi, spaventata, e corro verso di lui per fermarlo prima che possa fare del male a Léon. Il delinquente mi spinge con violenza contro la libreria. Batto la schiena e cado a terra. Striscio sul pavimento per raggiungerlo di nuovo. Lui mi osserva, divertito, e poi, sotto il mio sguardo terrorizzato, squarcia la gola del mio amico che cade a terra, poco distante da me, senza vita. Grido a pieni polmoni e, disperata, scoppio a piangere. Afferro le dita del coinquilino di Corey e ci accascio la testa contro.
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Gli eredi
Mystery / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...