47 - Paranoici?

203 33 4
                                    

Faith non riesce a smettere di singhiozzare e Adam, triste, la stringe a sé e inizia ad accarezzarle la nuca nel tentativo di calmarla.

«Se non fosse stato per te, sarebbe morta.»

Chris, affranto, mi rivolge un'occhiata. «E' in coma. Credi che cambi qualcosa?»

Mi mordo il labbro inferiore e mi sforzo di annuire. Rae è una persona forte, ce la farà. Thomas, scosso, si passa le mani sul volto. Corey e Léon, invece, se ne stanno seduti distanti da noi a parlottare.

«Tornate a casa.» Faith tossisce per schiarirsi la voce. «Resto qui io stanotte in ospedale» , aggiunge.

Adam, per nulla d'accordo, dice la sua. Iniziano a discutere e Alex, Brad e Gabe tentano di tranquillizzarli.

Lascio il mio posto e raggiungo il fratello di Chris e il suo coinquilino. «Di cosa state parlando?»

Corey alza lo sguardo.

«Calcio» , mente spudoratamente Léon.

Roteo gli occhi e incrocio le braccia al petto. «Credete che qualcuno stia ancora cercando di ucciderci, no? Lo stanno pensando anche gli altri, ne sono certa, ma nessuno ha il coraggio di dirlo ad alta voce.»

Sbigottiti, mi osservano. Corey tenta di ricomporsi e fa per dire qualcosa, ma Léon lo precede. «Sì, è vero.» Si alza dal suo posto. «Ne parliamo qui davanti a tutti o mi accompagnate a prendere un caffè?»

Mi sorpassa e raggiunge l'ascensore. Si ferma a guardarci.
Corro dietro di lui e Corey fa lo stesso. Scendiamo al pianterreno e ci dirigiamo verso le macchinette.

«E' tardi per il caffè» , gli dice, con fare apprensivo, il rosso.

A Léon sfugge un sorrisetto divertito. «Non preoccuparti per me, papà» , lo prende in giro. «Sai che sono fatto così. Ancora non ti sei abituato al mio stile di vita sregolato?»

In silenzio, cammino dietro di loro.

«Sì, ma mi viene spontaneo dirti certe cose.»

Léon si volta verso di lui. «Sei proprio la mamma del gruppo» , commenta, pizzicandogli una guancia. Corey, infastidito, lo spinge via.

«Possiamo parlare di cose serie?» , tento di rimetterli in riga.

«Senza di noi?» Riconosco la voce di Thomas.

Ci voltiamo tutti verso la rampa di scale che affianca l'ascensore.
Lui, Adam e Chris, spediti, ci raggiungono. Léon rivolge un'occhiata ai tre e poi inserisce delle monete nel distributore.

«Prendi il caffè a quest'ora?» , gli domanda, sorpreso, Chris.

Il fratello alza gli occhi al cielo e non gli risponde.

«Crediamo che qualcuno voglia ancora ucciderci» , dico senza mezzi termini.

«Ci ho pensato anche io» , confessa Thomas.

«E se così non fosse?» Ci voltiamo a guardare Adam. Ci invita a stringerci intorno a lui. «Non avete pensato al fatto che, magari, potrebbe essere in pericolo soltanto Rae? Sappiamo poco di lei. Non è detto che non abbia dei nemici in cerca di vendetta. Ares, Dorian, Pierce e Foster, ormai, sono in galera. Non sono più una minaccia. Non siamo più a rischio.»

Restiamo tutti in silenzio a riflettere per un po'.

«I suoi nemici sono anche nostri nemici. Siamo un gruppo, ormai. Lavoriamo insieme. E' diventata un'agente, proprio come noi. Fermeremo chi le ha fatto del male» , mi decido a dire.

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora