Gli eredi

Epilogo - AU - Storia di un duro e della ragazzina che gli insegnò ad amare

AU in cui Evie e Corey non hanno mai valicato il confine dell'amicizia e Thomas ha il cuore diviso a metà.

Maggio

Sento lo sguardo dispiaciuto di Adam puntato addosso e sbuffo, seccata. Non mi piace affatto essere compatita.

«Non scendete più?»

Gabe fa per rispondermi, ma poi ci ripensa e non dice nulla.

«Perché non vieni a giocare a bowling con noi?» , mi propone Chris.

Sospiro. «Sono triste? Certo. Thomas potrebbe scegliere Rae? Ovviamente. E' partito per schiarirsi le idee? Sì. Mi manca? Mi sembra logico. Tornerà presto? Non lo sa nessuno. Compirò gesti avventati per la disperazione? No. Quindi, raggiungete Léon in macchina, giocate, divertitevi e non preoccupatevi per me. Starò bene.»

Mio cugino viene da me sul balcone e mi porta una mano su una spalla. «Trascorri intere giornate qui fuori a fissare la piscina. Esci con noi, ti farà bene.»

«Andate» , insisto.

«O vieni con noi o annullo la serata» , prende in mano la situazione Chris.

Lo fulmino con lo sguardo.

«Coraggio, Evie» , tenta di convincermi anche Adam.

Sbuffo. «Va bene» , cedo. Allegri, mi sorridono tutti. «Da domani, però, mi lascerete in pace» , aggiungo.

Mi preparo e raggiungiamo Léon in strada. Entriamo in macchina e per tutto il viaggio ignoro le sue provocazioni e le chiacchiere degli altri a proposito del fatto che Corey sia tornato a casa per saldare i suoi debiti.
Giunti a destinazione, mi fermo fuori dal bowling con la scusa di voler prendere una boccata d'aria e invito gli altri a correre a prenotare una pista. Senza protestare, mi ascoltano e si allontanano. Mi appoggio ad occhi chiusi con le spalle a una parete e sospiro pesantemente.

«Hai preso abbastanza aria?»

Apro una palpebra. Léon si accende una sigaretta e mi rivolge un sorrisetto divertito.

«Lasciami in pace» , tento di mandarlo via, seccata.

Viene accanto a me. Fa dei piccoli cerchietti con il fumo e io, infastidita, inizio a tossire.

«La solita egocentrica» , commenta, divertito. «Sono uscito soltanto per accendermi una sigaretta» , mi informa.

«Bene, allora non rivolgermi la parola.»

Sorride. Incrocio le braccia al petto e ruoto il capo per non guardarlo. Si accascia contro la parete alle nostre spalle e noto con la coda dell'occhio che comunque, anche con le ginocchia piegate, rispetto a me svetta.

«Il mare è pieno di pesci, ragazzina. Riprenditi.»

Roteo gli occhi. «Non puoi capirmi» , gli dico, sperando che la smetta di parlare.

«Oh, sì, giusto, dimenticavo che io non so amare» , afferma, ridacchiando.

Guarda le persone camminare a pochi passi da noi e torna a fumare.

«Corey mi ha detto che stai frequentando una ragazza» , cambio argomento.

«Non è nulla di importante» , dice con fare sbrigativo.

«Uscirete insieme in questi giorni? Potresti fare qualcosa di carino per lei. Perché non le regali una bella rosa rossa?»

Arriccia il naso, schifato. «Simbolo di amore e devozione. No, non fa per me.»