41 - I volontari

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Ozzy, soddisfatto, sorride. «Ho sempre creduto nel vostro potenziale» , ammette. Léon, compiaciuto, ghigna. «Avete dato un contributo fondamentale alle nostre indagini, ragazzi. Senza il vostro aiuto, probabilmente, avremmo continuato a brancolare nel buio come abbiamo fatto per anni.» Sospira. «Heron era fortemente convinto del fatto che la sigla "A.P.F." stesse per "Ares Padre Fondatore", perché quel folle, quando parlava del suo piano di guadagnare denaro in modo illegale, si descriveva come il futuro fondatore di un qualcosa di grande ed eccezionale, ma, a quanto pare era nel torto e, involontariamente, ci ha condotti a seguire la pista sbagliata per troppo tempo.»
Corey fa per dire qualcosa, ma si zittisce quando la porta della mensa si spalanca di scatto.
«Dave è pronto a ricevervi» , ci informa Floyd.
Mi alzo di scatto e corro verso l'uscita della stanza. Brad mi segue e, dopo di lui, anche Ozzy e il resto dei miei amici.
Raggiungo la sala riunioni e ci trovo già dentro una cospicua parte degli agenti del quartier generale. Selene mi rivolge un'occhiata dispiaciuta. Ho un brutto presentimento.
«Ho pensato alla tua proposta, Evie» , mi informa Dave. Cammina un po' e poi si ferma al centro della stanza. «E no, non lascerò che tu e gli altri partiate per l'Italia per andare a cercare il presunto Foster di cui mi avete parlato tu e Brad perché nulla ci assicura che F. sia lui o che si stia nascondendo lì. Dobbiamo restare tutti qui in Inghilterra, uniti, a prepararci a sventare nuovi possibili attacchi dell'A.P.F.» , conclude, duro. Cerco di mantenere la calma e faccio per ribattere, ma lui scuote il capo e mi invita a non dire nulla. «Non parliamone più. Non cambierò idea.» Serro le labbra e mi limito a rivolgergli un'occhiata glaciale.
«Non è giusto, Dave!» , interviene Brad, infuriato.
«D'accordo, capo.»
Tutti, sorpresi, si voltano a guardarmi. «Fai sul serio, Evie?» , mi chiede, sconvolto, mio fratello.
«Non sprecare fiato, non cambierà idea» , gli rispondo. Mi volto e, senza dire più nulla, raggiungo la porta, sorpasso i miei amici e lascio la sala riunioni.
«Evie!» La voce di Léon riecheggia nel corridoio. Sento i suoi passi. Mi sta seguendo. «Non puoi mollare!»
Non mi volto e sorrido. Non lo farò. Dave non cambierà idea e io nemmeno. Raggiungerò l'Italia e troverò il presunto assassino di mia madre, costi quel che costi.

Smetto di ricordare e torno in me quando sento qualcuno bussare alla porta.

Brad, sbuffando, si solleva dalla poltrona e corre ad aprire. «Sono arrivati» , mi informa.

E' notte fonda ed è passata quasi una settimana dal funerale di mamma.
Sto cercando di riprendermi, a fatica, per la mia famiglia e per le vittime dell'attentato. Combatterò per loro e per i loro cari. Manderò in carcere il responsabile della strage.
Chris e Léon, con passo felpato, entrano in casa. Si fermano all'ingresso, accanto a mio fratello, e si chiudono la porta alle spalle. Mi alzo dal divano, accenno un sorriso e li raggiungo per abbracciarli.

«Grazie per essere venuti» , dico.

Chris mi accarezza una spalla. «Volevamo abbandonare tutti il quartier generale, dopo la vostra partenza, in segno di protesta. E' ingiusto che Dave abbia respinto la tua proposta» , mi racconta.

«Ozzy, però, ci ha convinti a non farlo. Secondo lui, con un gesto del genere, avremmo peggiorato soltanto la situazione» , si aggiunge al discorso Léon.

Mi gratto il mento con fare pensieroso e poi annuisco. «Ha ragione» , affermo. Invito tutti a seguirmi in soggiorno. «E' meglio continuare a comportarsi normalmente per non destare sospetti» , dico poi, lasciandomi cadere nuovamente sul divano.
Léon, confuso, inarca un sopracciglio. Brad ghigna.

«Non capisco» , ammette Chris.

Batto una mano accanto a me e lo invito a prendere posto al mio fianco. «Perché credi che vi abbia convocati qui a Stafford nel cuore della notte? Ho un piano e ho bisogno del vostro aiuto per attuarlo» , spiego.

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora