4 - Volantini

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«Credi di farcela?» Il fatto che Thomas continui ad osservarmi con sguardo severo mi fa sentire a disagio. Ha una mano nella tasca dei jeans e l'altra premuta contro la sommità di un'enorme pila di volantini, tenuti legati da un nastro bianco, posata sulla scrivania del suo ufficio. Mi limito ad annuire. Il castano incrocia le braccia al petto. «Ne sei sicura, Evie? Devi distribuirli necessariamente tutti oggi o domani al nostro stand non verrà nessuno.»

Ha davvero così poca fiducia in me? Quanto potrà essere difficile consegnare dei semplici foglietti ai passanti?

«Conta su di me, capo. Ti ho mai deluso?» E' il ventinovesimo giorno di Ottobre e lavoro, ormai, per lui da due settimane. Fa per rispondere, ma allungo una mano verso il suo viso e annuisco. «Non fa niente, conosco già la risposta.» Qualcuno, alle nostre spalle, spalanca la porta d'ingresso del negozio e fa tintinnare la campanella appesa accanto ad essa. Entrambi ci voltiamo. Schiudo leggermente le labbra, sorpresa dalla vista di Adam. Mi alzo dalla poltroncina nera di pelle e mi dirigo verso di lui. «Che cosa ci fai qui?»

«Sono venuto a prenderti.»

«Credevo passasse Christopher.»

Il moro abbassa il capo e si gratta la nuca. «E' rimasto a casa. Sta cercando di disdire un paio di abbonamenti che si è ritrovato sul cellulare. Ne sai qualcosa?»

Deglutisco e, con fare pensieroso, mi gratto il mento. «Ho usato il suo telefono per guardare delle serie tv in streaming. Forse ho toccato qualcosa di sbagliato.»

Adam, sconsolato, si dà un colpetto sulla fronte. Thomas, confuso dal fatto che io lo abbia lasciato nel bel mezzo di una conversazione per raggiungere un ragazzo a lui, probabilmente, sconosciuto, ci raggiunge.

«Posso aiutarla?» , chiede in modo cordiale.

«Oh, no, non mi serve nulla, grazie. Sono il cugino di Christopher e sono venuto a prendere Evie.»

«Oh, grazie al cielo» , sussurra il capo. Gli rivolgo un'occhiataccia. «In ogni caso, io sono Thomas.»

Tende la mano al moro e lui gliela stringe.

«Adam» , si presenta.

Batto un piede contro il pavimento per richiamare la loro attenzione. Thomas rotea gli occhi. «Vieni a prenderti i volantini» , mi dice.

Lo seguo nel suo studio e lascio, temporaneamente, il mio amico da solo. Sento la porta della cantina scricchiolare e mi volto. Adam è fermo sul posto con la bocca leggermente spalancata.

«Salve, le serve aiuto?»

Riconosco la voce di Faith. Anche Thomas, come me, si gira a guardare il moro.

«Salve!»

Il cugino del poliziotto inizia ad ammiccare ripetutamente.

«Ha un tic all'occhio?»

Rivolgo un rapido sguardo al mio capo.

«Forse, sta cercando di usare la stessa tattica di seduzione di Pablo di "Cuore e batticuore"» , ipotizzo. «Ma mi sta spaventando.»

Restiamo in silenzio a guardare la scena per qualche istante, poi Thomas torna a parlare.
«Guardi anche tu "Cuore e batticuore"?» , domanda su di giri.

«Certo!» , squittisco, euforica. «Piace davvero anche a te?»

«No.»

Divertito, sorride. Lo fulmino con lo sguardo e, seccata, con i volantini fra le braccia, lo abbandono per raggiungere Adam.

«Andiamo?» , gli chiedo.

Il moro, senza proferire parola, scuote il capo.

«Voglio comprare una bottiglia di vino!» , urla, improvvisamente.

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora