Riapro gli occhi e mi rendo conto di essere sdraiata sui sedili posteriori di una macchina ferma in un parcheggio deserto. Mi sforzo di ricordare perché mi trovo qui. Mi viene in mente Mark che entra nella mia stanza tenendo ferma Faith per un polso.
Paul, serio, guarda prima me e poi lei. «Faith!» , grido, sorpresa e agitata allo stesso tempo.
Thomas è venuto qui in Spagna con gli altri? Chi lo ha accompagnato in questa missione suicida?
«L'ho trovata nei paraggi del nostro nascondiglio. A quanto pare, al tuo amichetto piace giocare sporco. Beh, si è messo contro la persona sbagliata. Paul, lega Evie, ora. La porteremo via con noi.»Ricordo lo scambio. Deve avvenire oggi.
Perché sono in auto? Mark ha deciso di portare Faith e non me all'incontro con Thomas?
Presa dal panico, inizio a guardarmi intorno.
Gli sportelli sono chiusi. Devo sfondarli. Prima che possa colpirne uno con una gomitata, mi rendo conto che il mio cellulare si trova sul sedile del guidatore. Mi sposto con destrezza nella parte anteriore della vettura e lo afferro. Disperata, tento di accenderlo. Esulto quando il display si illumina.«Cucù!» Ruoto il capo e urlo quando mi accorgo che Mark ha il volto premuto contro il mio finestrino e mi sta osservando. Mi scivola il telefono dalle dita e finisce sotto il sedile. Non ho abbastanza tempo per recuperarlo. Devo agire in fretta.
Paul entra in auto, pronto ad accomodarsi dietro di me. Gattono fino allo sportello del guidatore e lo apro. Tento di scappare, ma Mark mi blocca il passaggio. Mi stringe una mano intorno al collo e mi sbatte con forza contro la fiancata della vettura. «Vai da qualche parte?»«Lasciami andare» , mi sforzo di dire, sul punto di soffocare.
Tento di allontanare le sue dita dal mio corpo e lui, divertito, ghigna. Mi getta nuovamente in macchina e si siede accanto a me. Preme un pulsante posto accanto al volante per chiudere gli sportelli e mette in moto.
«Non possiamo ucciderla? Abbiamo il documento e i suoi amici stanno per morire, non ci serve più a nulla.»
Un brivido mi attraversa la schiena. Con orrore constato che Paul è spietato tanto quanto Mark. Credevo che un briciolo di umanità, diversamente dal suo capo, lui lo avesse, ma, a quanto pare, mi sbagliavo.
«Non ancora, potrebbe tornarci utile in futuro per tendere altre trappole. In fin dei conti, non tutto il suo gruppo era nel palazzo, o almeno credo, e non dobbiamo risparmiarne nemmeno uno.»
Che cosa è successo agli altri? Ho bisogno di sapere. Mark fa retromarcia e lascia il parcheggio.
«Che cosa hai fatto ai miei amici?» , gli domando, quasi sul punto di piangere.
Ride e non risponde.
«TNT. Trinitrotoluene.» Guardo Paul attraverso lo specchietto. Sorride mentre si gira i pollici. Solleva un attimo gli occhi per mostrarmi le sue iridi color ghiaccio. «Tritolo» , sibila, visibilmente divertito.
Sbianco di colpo.
«Abbiamo programmato per loro una giornata esplosiva» , si inserisce il guidatore nel discorso.
Tremo. Sono furiosa e terrorizzata allo stesso tempo. Devo tornare indietro. Provo a premere in modo fulmineo il bottone accanto allo sterzo per aprire gli sportelli, ma Mark, furioso, mi spinge indietro e mi fa sbattere la testa contro il finestrino. Torna a concentrarsi sulla strada e schiva a stento una macchina. Mi urla contro. Mi maledice.
Ordina a Paul di tenermi ferma, ma non ho intenzione di mollare. Il moro, dal sedile posteriore, allunga una mano per premermela contro la bocca. Stringe forte. Sento dolore alla mandibola.
Mark ci guarda, di tanto in tanto, con la coda dell'occhio.
Furiosa, mordo le dita di Paul come se volessi staccargliele. Grida e le ritrae.
E' la mia occasione. Ora o mai più. Mi allungo in avanti. Premo il pulsante accanto al volante e apro il mio sportello. Mark fa per afferrarmi un braccio, ma, quando si avvicina, lo colpisco con una testata e poi salto giù dalla macchina in corsa. Rotolo sull'asfalto e mi trascino sul marciapiede prima che qualcuno possa investirmi.
Mi fa male tutto. Mi sanguinano i gomiti, le ginocchia e mi sono graffiata anche il mento. Per un attimo, immagino un Brad bambino tuffarsi fuori dall'automobile di Foster. Adesso, sono la sua famiglia. Non posso mollare. Devo reagire per lui.
Mi sollevo a fatica da terra.
La gente mi guarda, ma nessuno si avvicina per aiutarmi.
Mark sta rallentando. Verrà a riprendermi. Inizio a correre, disperata, fra le bancarelle di un mercato. Non mi volto mai per controllare la situazione alle mie spalle. Colpisco, durante la fuga, di tanto in tanto, qualcuno. Mi scuso con i malcapitati. Sento delle persone imprecare, ma non capisco bene cosa dicono. Probabilmente, mi stanno insultando in spagnolo.
Raggiungo la fine della strada. Sono in un vicolo cieco. Mi fermo accanto ad un uomo che vende la frutta e inizio a riprendere fiato. Qualcuno mi copre la bocca con una mano e mi trascina indietro, in una stradina parallela a quella in cui si trova il mercato, lontana dagli occhi di tutti. Mi agito e provo a gridare per chiedere aiuto.
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Gli eredi
Mistério / Suspense[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...