Sono quasi le dieci del mattino del sesto giorno di Marzo.
Faccio fatica a tenere gli occhi aperti. Il viaggio mi ha stancata, ma non posso permettermi di riposare.
Il professore che potrebbe darmi informazioni preziose sul presunto assassino di mia madre è qui, come me, a Verona e devo assolutamente trovarlo.«Io qui non ci dormo, fratello» , sento dire a Léon dalla sua stanza, intercomunicante con quella che divido con Letha. Ci separa dai ragazzi soltanto un corto corridoio in cui si trova la porta per accedere al bagno che abbiamo in comune con loro. «Quel quadro mi sta fissando.»
Sconsolata, roteo gli occhi, senza mai smettere di dare le spalle agli altri. Incrocio le braccia al petto e torno ad osservare lo scorcio di città che si intravede dalla finestra.
«Non fare l'idiota, Léon» , lo ammonisce Corey.
«Mark, continua a tenere il materasso sollevato, devo sistemare la doga che Evie ha quasi spezzato» , gli dà indicazioni Thomas. «A proposito, come hai fatto a ridurla così? Ti sei buttata sul letto appena entrata in camera?» , chiede subito dopo.
Sbuffo. «Mi ci sono soltanto seduta» , mi difendo. «Non è colpa mia se i mobili di questo alloggio sono datati.»
«Ho sonno» , si lamenta Letha, seduta a terra a gambe incrociate accanto ai nostri borsoni. «Non preoccupatevi per noi e lasciate cadere il materasso. Dormiremo tranquillamente sul pavimento, vero, Evie?»
Sollevo un pollice in segno di approvazione. Non sto nemmeno ascoltando con attenzione ciò che stanno dicendo i miei compagni di avventura.
«Come vuoi tu, allora» , l'asseconda Mark, prima di voltarsi a guardare Thomas. «Torniamo nella nostra stanza? Vorrei riposare anche io.»
«Sei impazzito? Lo hai visto il proprietario di questo appartamento?» , gli domanda retoricamente il mio capo. «E' inquietante, mi fa paura. Non possiamo distruggergli i mobili.»
Sospiro, prendo la mia tracolla nera e lascio la camera, ignorando le discussioni di tutti. Questo alloggio è abbastanza carino, un po' piccolo, ma luminoso e accogliente. Oltre alle nostre camere, è composto soltanto da un soggiorno di ridotte dimensioni in cui si trova un tavolo intorno a cui potersi sedere per mangiare e da una cucina che raggiungo. Frugo nella dispensa e trovo una merendina che mi metto in borsa. Potrebbe venirmi fame durante la giornata.
Indosso il cappotto, precedentemente abbandonato su una sedia, e mi preparo ad uscire. Prima che possa salutare gli altri, mi ritrovo davanti Corey e le parole mi muoiono in gola.«Dove stai andando?» , mi chiede.
Mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, senza rispondergli, lo sorpasso per tornare dagli altri.
«Esco! Ci vediamo più tardi!» , grido per farmi sentire da tutti. A testa bassa, mi avvio verso la porta.
«Vai a cercare il professore?» , insiste il rosso. «Vengo con te» , aggiunge.
Raggiungo il pianerottolo senza degnarlo di uno sguardo. «Non è necessario» , mi limito a dire.
Con la coda dell'occhio, noto che si infila in fretta la giacca. Sbuffo e raggiungo l'ascensore che, subito, chiamo. Sento sbattere la porta dell'appartamento dietro di me e capisco che Corey non abbandonerà l'idea di seguirmi. Dopo qualche istante, infatti, percepisco la sua presenza alle mie spalle. «Sul serio, non voglio che tu venga insieme a me.»
L'ascensore arriva al piano e lui allunga il braccio per aprirla. Mi fa passare per prima e mi mordo il labbro inferiore per impormi di non ringraziarlo. Sono arrabbiata con lui. Il suo essere gentile non cambierà affatto le cose.«Voglio soltanto aiutarti, Evie.»
Roteo gli occhi. Preme il bottone del pianterreno e io mi rannicchio in un angolo per accrescere la distanza fra noi. Fa per toccarmi un braccio, ma mi scanso. Quando l'ascensore arriva a destinazione, esco e spalanco poi il portone del palazzo per raggiungere la strada. Cammino in fretta, quasi corro.
Corey mi viene dietro. Mi chiama, ma non mi giro a guardarlo.
Vedo l'Arena di Verona a qualche metro da me e, per un attimo, mi tranquillizzo. E' spettacolare. Potrei chiedere lì a qualcuno del professore. Più tardi, però. La fila ai cancelli d'ingresso, adesso, è troppo lunga.
Corey mi afferra un polso e abbandono per un istante i miei pensieri. Irritata, mi volto di scatto a guardarlo e, con uno strattone, mi libero dalla sua presa.
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Gli eredi
Mystery / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...