27 - Mangia cervelli, non ti farebbe nulla

338 50 7
                                    

Mark sorride, stranamente divertito, mentre raccoglie la testimonianza di Faith su quanto accaduto a Sheffield a casa di Rae. «Questa è decisamente la ciliegina sulla torta» , dice, quando la mia amica smette di parlare. Confusi, lo osserviamo tutti in silenzio, in attesa di spiegazioni. «Abbiamo trovato il barista che, probabilmente, ti ha drogata.»

Mi allontano dal muro e mi dirigo, con le braccia incrociate al petto, verso la sua scrivania. «Probabilmente? Non lo avete ancora interrogato?» , domando, perplessa.

Il commissario affonda nella sua poltroncina nera. «Lo avremmo fatto, se non fosse morto.»
Sussulto e, istintivamente, mi volto a guardare Thomas. E' spiazzato tanto quanto me. «Era in Irlanda. E' stato avvelenato in un albergo. Da Dorian Evans, sicuramente. Il proprietario del posto lo ha visto uscire dalla sua stanza.» Il telefono fisso del poliziotto incomincia a squillare. Risponde e inizia a parlare davanti a noi senza farsi problemi. Chiude dopo un po' e gli sfugge un sorrisetto. «Siete liberi da ogni accusa, ragazzi.» Chris e Thomas si scambiano un'occhiata. «E il signor Evans, invece, è ufficialmente dichiarato colpevole di molteplici crimini. Volete che ve li elenchi? Partiamo dall'omicidio di sua sorella o dal tentato omicidio della sua sorellastra? Lo abbiamo convocato qui in commissariato, ma sembra sparito nel nulla e, come se non bastasse, il ragazzo che vi ha aggrediti al centro benessere ha dichiarato di essere stato ingaggiato per suo conto per liberarsi dell'unica testimone rimasta che avrebbe potuto farlo finire in galera. A questo punto, deduco che anche gli uomini fermati dai miei colleghi all'ospedale di Sheffield abbiano a che fare con lui.»
Dovrei limitarmi ad esultare, ma non lo faccio. Dorian è a piede libero ed è un pericoloso criminale che agisce nell'ombra. Sono terrorizzata. Mi chiedo ancora come abbia fatto il suo complice a trovarci al centro benessere. Qualcuno lo ha informato del nostro arrivo? Qualcuno che ha, magari, consultato il registro delle prenotazioni per la giornata e ha letto i nostri nomi? Il pensiero mi fa raggelare il sangue nelle vene. Non possiamo più fidarci di nessuno. I nostri nemici sono nascosti fra la gente e hanno un vantaggio sul nostro gruppo. Conoscono le nostre identità mentre noi, invece, ignoriamo totalmente le loro. Selene serra le dita intorno al mio polso e mi volto a guardarla. Leggo il terrore nei suoi occhi. Probabilmente, stiamo pensando le stesse cose. «Puoi tornare a lavorare, adesso, Christopher.»

Il mio amico si gratta la nuca. «A dire la verità, Mark, non mi sento ancora pronto a farlo.»

Il commissario, comprensivo, annuisce. «Hai diritto a poco più di un mese di congedo» , lo informa. «Ma possiamo discuterne tranquillamente un'altra volta.»

Chris lo ringrazia. Dopo aver sbrigato alcune pratiche burocratiche, lasciamo la centrale.
Si è fatto buio. Sono le otto di sera. Attraversiamo la strada e ci avviciniamo al furgone di Adrian. Lo troviamo, al posto del guidatore, intento a riposare. Letha picchietta un dito contro il finestrino e il ragazzo riapre gli occhi. La rossa spalanca lo sportello e si siede al suo fianco. Con fare apprensivo, gli accarezza i capelli e gli chiede se stia bene.

«Ho un po' di mal di testa» , la informa.

«Ce la fai a guidare?»

Lui scuote il capo con convinzione.

«Posso farlo io. Ditemi dove si trova il quartier generale» , si intromette Léon nella conversazione.

La gemella di Corey gli rivolge un'occhiataccia. «Non se ne parla. Troviamo un posto in cui passare la notte. Ripartiremo domani mattina.»

Selene, agitata, si fa spazio fra me e gli altri per raggiungere Letha. «Non è pericoloso restare qui? Dorian potrebbe trovarci.»

Anche Letha sembra preoccupata, ma cerca di farsi coraggio e di mostrarsi forte. «Non ci divideremo e faremo i turni per dormire. Saremo sempre vigili e pronti a difenderci, semmai dovessero attaccarci» , tenta di tranquillizzarla.

Gli erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora