Christopher, con fare gentile, mi porge una mano per aiutarmi a scendere dalla volante della polizia. Riserva, per caso, lo stesso trattamento a tutte le persone che ha intenzione di arrestare?
«Questo edificio non sembra affatto un commissariato» , affermo, visibilmente perplessa, dopo aver squadrato il palazzo a pochi passi da me.
E non lo dico certo per la muratura esterna arancione o per il fatto che è immerso in un rigoglioso prato verde. E' il gatto nero che dorme sullo zerbino di quella che, dalle persiane marroni di legno e dal cartellino di ceramica bianca con sopra dipinto il numero '001' in blu, sembra decisamente un'abitazione ad insospettirmi.
Il mio amico ridacchia. «Non ho intenzione di arrestarti, Evie» , mi rassicura. «O almeno, non adesso» , precisa.
Deglutisco e abbasso il capo. Estrae dalla tasca dei pantaloni scuri della divisa un mazzo di chiavi ed apre il cancelletto verde d'ingresso. Percorriamo un sentiero di ciottoli e raggiungiamo il gatto. Sotto ai miei piedi, adesso, ci sono delle piastrelle rosse. L'animale, seccato, si mette seduto e con una zampa inizia a graffiare la porta di casa in attesa che qualcuno gli apra per farlo entrare. Tossisco.
«Scusami, piccolo, non volevamo disturbarti» , sussurro poi, cercando di farmi sentire soltanto da lui.
Christopher ruota il capo. «Hai detto qualcosa?»
Scuoto la testa. «Nulla» , mento.
Potremmo continuare a girare intorno allo stabile svoltando l'angolo alla nostra sinistra che si trova poco più avanti rispetto al punto in cui sono adesso, ma il poliziotto, invece, inizia a salire i gradini della scalinata di pietra alla nostra destra, esterna all'edificio, che si scorge anche dalla strada. Lo seguo e mi costringo a non guardare in basso. Sono terribilmente maldestra e il pensiero di inciampare e cadere giù mi spaventa. Ogni pianerottolo sembra uguale all'altro. Stesse piastrelle rosse a terra e stesse porte e persiane di legno per ogni abitazione. Cambia soltanto il numero dipinto, rigorosamente in blu, sul cartellino di ceramica appeso accanto all'ingresso di ogni appartamento.
Raggiunto il terzo ed ultimo piano del palazzo, ci fermiamo. Ho contato dodici abitazioni in tutto. Per la precisione, tre per ogni pianerottolo.«Eccoci qui.»
303. Chris apre la porta di casa e mi lascia passare per prima. Una volta dentro, trovo subito alla mia destra una cucina. Davanti a me, invece, c'è una sala da pranzo o un soggiorno? Difficile stabilirlo. Ci sono un tavolo di legno chiaro con quattro sedie intorno, ma anche una tv, un tavolino di vetro su un tappeto beige ed un divano grigio. Il mio amico mi affianca.
«Alla tua sinistra, c'è la mia camera. La finestra al suo interno dà sul pianerottolo. La porta che vedi in soggiorno, invece, conduce al bagno e quella stanza lì» , dice, indicando con l'indice della mano sinistra la superficie in legno che si trova fra il tavolo e la tv appesa al muro, «è la camera da letto di mio cugino.»
Non credo ci sia altro da vedere. Il minuscolo balcone che si trova dietro la "sala da pranzo" si scorge bene anche da qui.
Il poliziotto si accorge subito della mia delusione. «E' un po' piccola» , afferma, come se non lo avessi già notato da sola.«E' una topaia» , mi lascio sfuggire.
Mi fulmina con lo sguardo e gli rivolgo un sorriso innocente. «Se non ti piace, puoi tornare a dormire per strada» , sentenzia, offeso.
Si morde il labbro inferiore per un istante e aggrotta le sopracciglia. Un momento, mi sta invitando a vivere con lui? Spiazzata, resto a bocca aperta e trattengo a stento l'impulso di saltargli addosso per abbracciarlo. La casa, adesso, per la felicità, inizia a sembrarmi addirittura carina. La cucina blu, le pareti color avorio e il parquet sono decisamente di mio gradimento. I mobili sembrano abbastanza nuovi e moderni. Mi volto verso il mio amico per ringraziarlo, ma, prima che possa dire qualcosa, la porta davanti a noi si spalanca e, sorpresa, resto in silenzio. Un individuo decisamente assonnato ci raggiunge. Sbadiglia e, quando si accorge della nostra presenza, si porta le mani all'altezza delle mutande per coprirsi. Indossa unicamente dei boxer grigi e una maglietta verde su cui si nota fin troppo bene una chiazza bianca.

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Gli eredi
Misteri / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...