53 - Grata (Parte 1)

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YOONGI'S POV

Era passato più di un mese dalla cena a casa dei miei, ma soprattutto dall'addio di Nuvola, che in realtà si chiamava Napoleone.
Nonostante la disperazione e le lacrime iniziali, Minhee l'aveva presa abbastanza bene; ero certo che le mancasse quel gatto, ma con il trascorrere del tempo avevo scoperto che il mio prezioso scricciolo fosse una persona che riusciva a distrarsi con molta facilità.
Ne ero onestamente sollevato.

Anche perché adesso arrivava  la parte difficile.

Ero stato più che intenzionato a parlarle di sua madre, ma per una cosa o per un'altra, non ero mai riuscito nell'impresa.

-

"Scricciolo?"

Avevamo appena finito di guardare un film, precisamente "I pinguini di Mr. Popper", e mi sembrava il momento più adatto per parlarle di sua madre.
Le cose stavano andando bene, lei era felice perché aveva appena trovato un film che avrebbe fatto parte della sua lista di film da rivedere, da quanto le era piaciuto.

Il nostro rapporto stava procedendo a gonfie vele, e la mia piccoletta era diventata più disinvolta quando la toccavo in punti che prima quest'ultima considerava proibiti.
Okay, li considerava ancora proibiti, ma non mi fermava quando allungavo la mano; questa cosa era molto positiva.

"Vuoi vedere un altro film?" Domandò, e sembrò eccitata dall'idea.

Cavolo no, non avrei sopportato un altro film sui pinguini.
E poi... quanti diavolo di film avevano fatto su quegli animali?
Scossi debolmente la testa, e a quel punto lei mi chiese allora cosa ci fosse.

Dovevo dirglielo.
Dovevo.
Ora o mai più.

"Nulla, sei carina."

-

Era il giorno di San Valentino, e anche se non mi era mai importato niente di quella festività che per me non aveva alcun senso, passai la giornata fuori con Minhee.
Io le avevo regalato un tulipano giallo, mentre lei mi aveva ridato uno di quei cioccolatini italiani che avevano il biglietto con la frase dentro l'involucro.
Era il medesimo cioccolatino che mi aveva regalato il giorno del nostro primo appuntamento; ricordai che avevo mangiato il dolcetto, ma avevo conservato quel bigliettino, unendolo ai fiori e agli altri regalini che mi aveva nel frattempo donato.
Era stato un gesto estremamente dolce, forse più dolce del cioccolato stesso.

Poi ricordai che quel cioccolatino italiano lei lo aveva scoperto solo grazie ai nonni di Yun, perché essi lo adoravano, e quando uscimmo per il nostro primo appuntamento me ne portò uno solo perché lo aveva rubato dalla dispensa dei due vecchietti.
Sperai che non lo avesse rubato anche questa volta, e anche se ero decisamente incuriosito per come se lo fosse procurato, scelsi di non farle alcuna domanda.
L'importante era il pensiero, e Minhee aveva avuto un pensiero davvero romantico.

Quel giorno ripetemmo ciò che avevamo fatto durante il nostro primo appuntamento, e ritornammo in quella pasticceria che sembrava essere una casa per le bambole, e pareva essere stata arredata da una principessa delle fiabe.
Quel luogo non faceva proprio per me, ma a Minhee era piaciuto e continuava a piacerle tuttora, quindi mi sarei sacrificato volentieri, se questo voleva dire renderla felice.
Dopo che io bevvi il mio caffè, e lei ebbe appena finito di mangiare la sua fetta di torta con fragole e meringhe e panna montata e altre cose disgustosamente dolci sopra di essa, decisi che era il momento.

𝑺𝒎𝒊𝒍𝒆 | 𝑴.𝒀𝒈. ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora