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Un anno.


Sentì una mano appoggiarsi sul suo braccio destro. -Jisung? Tutto bene? Cosa stavi facendo?

Si girò verso l'amico. -Felix, era lui.

-Lui chi?

-Il ragazzo che mi ha salvato.- rispose sottovoce, quasi come se avesse paura che qualcuno lo potesse sentire. -Però..

-Mhm?- Felix lo guardava preoccupato come non mai.

-Ha detto che non mi conosce. E di lasciarlo stare.- disse Jisung, passandosi una mano tra i capelli e iniziando a camminare verso il fondo dell'aula, per riprendere le sue cose. Le sistemò nello zaino, poi mettendoselo in spalla e guardandosi intorno.

L'aula era quasi vuota. Hyunjin stava parlando con Seungmin e Jeongin, due ragazzi che frequentavano la stessa classe. Con loro c'era anche Changbin, con cui Jisung aveva già parlato alcune volte. Era simpatico, ma la maggior parte del tempo stava comunque con Felix e Hyunjin.

-Ragazzi, io vado con Seungmin, Jeongin e Changbin! Ci vediamo domani.- urlò Hyunjin, girandosi verso i tre amici e camminando con loro fuori dall'aula. Ora erano davvero soli.

Felix gli si avvicinò. -Stai bene?

Jisung annuì, camminando verso la porta, con l'amico che lo seguiva. Era meglio andarsene da quel posto. Forse era meglio se non ci pensava in generale. In fondo, era passato. Vero? Sorrise, camminando tra le varie persone che uscivano da scuola. Dopo un po' anche Felix lo lasciò solo, e a quel punto non gli rimase altro da fare se non tornare a casa.


Il giorno dopo. Era passato esattamente un anno. 16 settembre. Sentiva la pressione mentre camminava su quel marciapiedi, diretto a scuola come avrebbe dovuto fare ogni giorno da quel momento in poi. Le vacanze estive erano officialmente concluse, sembrava davvero una giornata come tutte. Non era nemmeno un brutto giorno, il sole splendeva in un cielo azzurro e libero da nuvole, le persone che gli passavano accanto scherzavano fra loro.

È così strano il modo in cui funziona il mondo. Nessuno sa cosa stai vivendo dentro di te. Nessuno poteva vedere come si sentiva mentre si sforzava ad avanzare.

C'erano abbastanza studenti che stavano percorrendo la sua stessa strada, quindi ancora una volta riuscì ad attraversare senza essere solo. Non sapeva esattamente perché essere solo lo spaventasse così tanto. In fondo, sarebbe potuto succedere indipendentemente dal numero di persone intente ad attraversare. Forse sperava che qualcuno l'avrebbe salvato come quella volta, se fosse accaduto di nuovo.

Guardò dritto di fronte a sé, camminando sulle strisce. Quando arrivò dall'altra parte, si lasciò sfuggire un sospiro.


-Quel tizio? Lui ti avrebbe salvato?- chiese Hyunjin, indicando Minho con il dito.

Jisung prese il polso di Hyunjin, tirandolo giù. -Smettila. Da quanto ho capito, non vuole che gli dia fastidio.

-Cosa vuol dire "non vuole che gli dia fastidio?" Non poteva parlarti e basta? Onestamente, non vedo il problema. Forse è meglio che lo lasci stare, se è così tanto infastidito. Sei almeno sicuro che sia stato lui?

Jisung annuì, spostando lo sguardo di nuovo sul nuovo ragazzo. -Ne sono convinto. Ma forse, è meglio che faccia come dici tu. Evidentemente per lui è solo stato un fastidio salvarmi.

Possibile che non sia lui? Mi sto davvero sbagliando?

Jisung sentì i brividi, solo a pensare al fatto che potesse aver sbagliato persona. In ogni modo, quel tizio già lo odiava senza alcun motivo. O forse odiava tutti indipendentemente. Se ne stava semplicemente lì, seduto su quella sedia, a guardare il cellulare tutto il tempo. Parlava qualche volta a Chan, ma i due erano estremamente diversi. Da quando aveva messo piede in quell'aula, Chan aveva iniziato a farsi amici di qua e di là. Jisung pensava che mancasse ormai poco tempo perché parlasse anche con loro...o forse non l'avrebbe fatto, per la questione di Minho.


Finirono le lezioni per la giornata, uscendo dalla classe insieme come al solito. Hyunjin abbandonò subito gli altri due ragazzi, dirigendosi chi sa dove. Decisero anche loro due di uscire in fretta dall'aula. Jisung non aveva nessuna voglia di rivedere Minho.

-Uno di questi giorni dovremmo andare da qualche parte insieme. Magari anche con Changbin, Seungmin e Jeongin, che ne dici?- chiese Felix, mentre scendevano le scale.

-Mhm.

-Senti, Jisung...vuoi che ti accompagno oggi?- chiese Felix dopo un po', mentre uscivano dalla scuola.

Jisung alzò lo sguardo da terra, guardando l'amico. -No, non c'è bisogno, è ancora presto, ci sarà sicuramente qualcun altro.

Felix sapeva benissimo quanto lui odiasse attraversare quella strada da solo. Fra lui e Hyunjin, era quello che sapeva di più su tutta la storia, dal momento che Jisung aveva tentato di tenerla nascosta ai due, ma il ragazzo australiano l'aveva scoperto da solo. Per la prima settimana dopo "l'incidente", Hyunjin non aveva saputo nulla.

-Se ci ripensi, chiamami.- disse, scostandosi dall'amico. -Ci vediamo domani, allora.

Jisung gli rispose con un sorriso, prima di iniziare a camminare verso casa.


Un'occhiata allo schermo del cellulare, mentre stava seduto su una panchina in un parco vicino a casa. Erano le 14:15.

Troppo presto? Non lo so..non so nemmeno perché sto aspettando qui.

Si alzò dalla panchina, dirigendosi in nessun altro posto se non su quella maledetta strada. Quell'incrocio che gli aveva cambiato la vita. Aveva detto a Felix che ci sarebbe stato qualcuno, ma non ne era più così convinto. Era passata quasi un'ora dall'ultima campanella a scuola; ma mentre camminava, aveva deciso di non tornare subito a casa. Era davvero passato un anno.

Le automobili correvano come se non fosse mai successo nulla, lì. Vide delle persone attraversare la strada, si bloccò sul marciapiedi come aveva già fatto chissà quante volte. Il vento gli spettinò leggermente i capelli, fermandosi poco dopo.

Dovrei solo passare e basta. Tornare a casa. Cosa ci faccio qui?

Non appena il semaforo per pedoni diventò nuovamente verde, si affrettò ad attraversare la strada con altre due persone che stavano andando nella sua stessa direzione. Si sentiva fortunato. La maggior parte delle volte, a quell'ora, non c'era nessuno. Una volta dall'altra parte, prima di andarsene del tutto, si fermò a dare un'occhiata all'incrocio un'ultima volta, come se non l'avrebbe rivisto comunque il giorno seguente.

Qualche metro più in là da lui, dall'altro lato, sull'altro marciapiedi, con la schiena appoggiata contro l'edificio esattamente davanti alle strisce. Il suo sguardo si alzò lentamente, fino ad arrivare ai suoi occhi.

Cosa..


Jisung si fermò, guardandolo da lontano. Quell'espressione sempre seria, come se la sua vita fosse un incubo ogni volta che lo vedeva. Perché?

-Eri davvero tu?- Jisung sussurrò, come aspettandosi che la sua flebile voce potesse giungere in un qualche modo alle orecchie del ragazzo misterioso.

Il ragazzo si scostò dall'edificio, guardando nella sua direzione un'ultima volta, prima di scomparire come faceva sempre. -E allora perché mi hai mentito?- Jisung calciò un sassolino, prima di ricominciare a camminare. A quel punto iniziava a sentirsi preso in giro, più che speranzoso o anche deluso. Iniziava ad odiarlo. Perché doveva essere proprio lui ad averlo salvato?



save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora