Attesa.
–Sembra tutto apposto.– disse Minho, dopo aver dato un'occhiata ad ogni punto della casa di Jisung. Non c'era assolutamente nulla, o meglio, nulla mancava. Non era successo assolutamente nulla. Il cellulare di Jisung iniziò a suonare nella sua tasca, lo tirò fuori, accorgendosi del fatto che era sua madre.
–Pronto, mamma?
–Allora? Posso tornare? E mi spieghi cos'è successo?
–Sì, puoi tornare. Scusa mamma.
–Mhm, arrivo. A dopo.
–A dopo.
La chiamata era così breve, ma sapeva che presto avrebbe dovuto avere una conversazione piuttosto lunga con sua madre. Che cosa si sarebbe inventato? Alla fine non era successo nulla, non poteva certo dirle che pensava che un sogno del suo ragazzo in cui un ladro entrava in casa e lo uccideva si sarebbe avverato.
–Cosa intendi fare?– gli chiese Minho, guardandolo mentre stava davanti alla porta, pronto ad andarsene.
–Non ne ho la più pallida idea. È un bel casino..– la sua espressione si scurì, la preoccupazione continuava ad aumentare. Il suo ragazzo continuò a guardarlo per un po'. Era stranamente molto silenzioso. Stava pensando a qualcosa?
–È meglio che vada.– disse soltanto, dopo un po', aprendo semplicemente la porta e facendo per uscire.
–Minho!
–Che c'è?– chiese, bloccandosi e girandosi.
–Io..–
Perché se ne stava andando così? Non poteva dire che non fosse da lui, quel ragazzo era davvero imprevedibile, però quel comportamento era davvero strano.
–Ti amo.– continuò Jisung, il cuore che iniziava a fargli male, come se sentisse che stava per succedere qualcosa di tremendo.
–Anch'io ti amo.– rispose, sorridendo. Ma non era uno dei suoi soliti sorrisi, sembrava quasi..forzato. I pensieri di Jisung tornarono a quella mattina, quando gli aveva detto che lo amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, con una voce totalmente diversa. Il modo in cui l'aveva detto..sapeva fosse vero, ma c'era qualcosa di sbagliato. –Vado, okay?– disse, facendo il primo passo fuori dalla casa e lasciando che la porta gli si richiudesse dietro. Jisung rimase lì, in piedi, senza la forza di riaprire quella porta e fermarlo un'altra volta.
Forse è solo stanco..
Scrollò le spalle, salendo le scale ed entrando in camera sua, buttandosi nel letto e stringendosi nella felpa che gli aveva dato Minho poco prima di lasciare casa sua. Era grande e nera, impregnata del suo profumo. Rimase lì, senza far nulla, finché non sentì sua madre aprire la porta di casa, sapendo che avrebbe dovuto parlarle. Si tolse la felpa per non destare sospetti, camminando fuori dalla sua stanza.
–È solo..era davvero vivido e...mi è venuta paura.– disse, cercando di essere il più convincibile possibile, ma sapendo che ciò che stava dicendo fosse un'idea idiota.
–Quindi..mi stai dicendo che tu avresti sognato che un ladro sarebbe entrato in casa nostra stanotte?– ripetè sua madre, la quale sembrava più confusa che arrabbiata con lui.
–Sì, ti giuro che è ciò che è successo.
Sua madre sospirò. –Jisung, i sogni sono sogni. Lo sai quanto mi hai spaventata?
–Scusa mamma.– disse, abbassando la testa verso il pavimento.
–Tutto bene, comunque?– gli chiese.
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save me | minsung
Fanfiction"Scosse la testa. Era tutto un sogno. Solo un sogno." Un giorno, Jisung sta per essere investito mentre attraversa una strada, ma qualcuno riesce a salvarlo giusto in tempo. Questa persona corre via da lui senza dirgli nulla, scomparendo dalla sua v...