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Azzurro.


–Smettila.– ripeté. –Ti ho detto di smetterla!– urlò, la voce soffocata dalle lacrime. –Io ti amo, idiota, non l'hai capito? Smettila di dirmi di dimenticarti di te, di lasciarti andare. Come se tutto questo fosse solo su di te..non lo è. Come mi sarei sentito io se un giorno mi fossi svegliato e avessi iniziato a vedere tutte le persone a cui volevo bene soffire davanti ai miei occhi? Non è colpa tua! E poi..

Minho si avvicinò ulteriormente a lui, abbracciandolo.

–E poi non sei una persona qualunque per me. E questo non significa che sei speciale perché mi stai rovinando la vita. Fin dal primo momento in cui ti ho visto, non mi hai mai rovinato la vita. Tu sei speciale perché sei tu, non per tutto quello che sta succedendo e che tu non puoi evitare in nessun modo. Non voglio lasciarti andare. Non andare. Non lasciarmi indietro.

Chiuse gli occhi, le mani del ragazzo che l'aveva abbracciato che gli accarezzavano la schiena.

–Non sei solo..non devi per forza essere solo. IO non voglio che tu sia solo.

–Shh.– sussurò, vicino al suo orecchio. –Resterò.


Rimasero abbracciati, quasi immobili per parecchi minuti. Jisung sapeva che c'era tanto che lui non conosceva, ma non si aspettava che la storia sarebbe stata così complicata e soprattutto dolorosa. Tutto quello che aveva dovuto sopportare Minho era davvero tanto.

Iniziò a sembrargli di essere lui il problema, dal momento che stava bene prima di incontrarlo. Ogni volta che ci ripensava, i pensieri nella sua testa cambiavano forma, consigliandogli di fare cose sempre diverse. Sapeva la verità ora, era vero, ma non era mai stato più confuso in vita sua.

–Quindi prevedi quello che succede alle persone nei sogni.– disse Jisung, cercando di rimettere a posto tutte le infomazioni mescolate nella sua mente.

–Sì. Vedo tutto, compreso l'orario. C'è sempre qualcosa che mi permette di comprenderlo, anche se certe volte non c'è un vero e proprio orologio.

–Quante volte hai sognato me?

–Cinque volte.

Jisung ripercorse le esperienze passate, rimanendo confuso sul perché fossero cinque. Non erano troppe? –Cinque?

–La prima volta che ti ho salvato, quando eri solo e dovevi attraversare, la palestra, quella volta in cui mi hai trovato nel vicolo, oggi.

–La volta del vicolo? C'entrava con me?

Minho annuì, appoggiando il mento sulla sua spalla. –Avrebbero trovato te se non fosse stato per me. Li ho fermati giusto in tempo.

Come poteva accettare tutte quelle cose senza sentirsi male? Lui stava soffrendo al posto suo? Aveva accettato di rinunciare alla sua stessa vita pur di tenerlo al sicuro per colpa sua? Perché in fondo, era Jisung quello egoista. Era stato così egoista da avvicinarsi a lui, da ignorarlo quando gli aveva detto di andarsene e dimenticarsi di lui.

–Io..dovrei lasciarti andare?– chiese, dopo un po'. –Lo so che ti ho chiesto prima di non andare, ma..la tua vita sarebbe migliore se non fosse per me, vero? Staresti bene..non possiamo sfuggirne. È come se fossimo entrambi maledetti.

Minho si staccò da lui, appoggiando poi la sua fronte contro la sua. –Voglio solo che tu stia bene. Mi basta.

–Come faccio ad essere così egoista? A non pensare al fatto che tu stia male?

–Sto bene. Sto benissimo. Quando sto con te, mi sento così bene. Non posso paragonarlo allo stare con qualsiasi altra persona. Lo sai, sceglierei te tra migliaia di altre persone. Se vuoi andartene da me perché pensi che la tua vita sia in pericolo per colpa mia, fallo. Ma se è perché pensi che io stia troppo male per colpa tua..non lo pensare nemmeno.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora