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Aspetta.

Siamo umani. Ognuno di noi ha le proprie paure, ognuno di noi ha dei difetti. L'unica cosa che possiamo fare è aspirare ad essere la migliore versione di noi stessi. Sognare più in grande, arrivare in cima a quella montagna che non pensavamo saremmo mai stati capaci di scalare. Tuffarsi in acque profonde per vedere cosa nascondono anziché preferire quella solita sensazione di sicurezza e non farlo. Provare ad amare qualcuno nonostante il tuo cuore potrebbe venire spezzato più e più volte.

–Minho.– chiamò il suo ragazzo, mentre camminavano lentamente giù dalla collina su cui erano saliti.

–Mhm?

Jisung sospirò. –Voglio farlo anch'io. Tentare di superare le mie paure.– ammise, facendo passare una mano su un ramoscello di un albero e strappando delle foglie, guardando poi i frammenti cadere per terra sul sentiero.

–Cosa intendi di preciso?

–Quell'incrocio. Voglio essere in grado di attraversare la strada di nuovo in quel punto. Voglio essere in grado di lasciare nel passato tutto quello che è successo.

Minho lo guardò, fermandosi e prendendogli un braccio. –Sei sicuro? Quella non è una paura come tutte le altre. Potresti non essere in grado di superarla da solo, e va bene così. Non voglio che tu ti faccia ancora più male.

Jisung scosse la testa, sorridendo. –Ce la farò. So delle cose che nessun altro a parte me e te sa. Quell'incidente non era mai stato naturale. E il motivo per cui era accaduto..ora non esiste più. Devo solo convincermi di queste parole.

–In ogni modo, sei davvero sicuro di potercela fare da solo?

Jisung annuì, distogliendo lo sguardo dal volto di Minho e procedendo sulla strada del ritorno. –In questo tipo di situazione, solo io posso salvare me stesso. Potrei fallire, chissà quante volte. Ma ce la farò.

–Vuoi farlo oggi?

Jisung ci pensò su un attimo. –No, lo lascerò per un altro giorno. Un giorno in cui mi sarò svegliato tardi per andare a scuola e non avrò nessun altra opzione se non attraversare.

Sapeva perfettamente di star forzando se stesso un po' troppo, e che probabilemente non sarebbe riuscito a raggiungere il suo obiettivo in quel modo, ma lo ammetteva: era sempre stato così debole, così spaventato da qualsiasi cosa. Voleva soltanto riprendersi la sua vita, sconfiggere quel trauma nel modo più veloce possibile. Anche se sarebbe stato doloroso. Non gli importava.

–Posso sapere quando sarebbe questo giorno?

Jisung alzò lo sguardo verso il cielo quando ormai erano giunti alla fine del sentiero, tornati al solito fiumiciattolo. –Magari..lunedì?

–Ti lascerò solo quel giorno, allora.

Un brivido percorse la spina dorsale di Jisung, soltanto a pensare di potersi trovare solo un'altra volta in quel tipo di situazione. L'ultima volta in cui aveva tentato di attraversare a quell'incrocio, era finito per sentire delle sensazioni che non avrebbe mai più voluto provare in vita sua. E l'unica persona che era stato capace di calmarlo era Minho.


–Ti porto a casa?– chiese il ragazzo alla guida dell'auto, una mano sul volante e una sulla gamba di Jisung.

–Sei impegnato oggi?– chiese Jisung, pensando alle sue opzioni.

–Sì, direi di sì. Passo solo un attimo a casa per cambiarmi e poi torno dai miei per restituirgli la macchina.

–Ah, quindi è dei tuoi.– commentò Jisung, perdendosi a guardare fuori dal finestrino.

–Mhm. Non ho esattamente abbastanza soldi da comprarmi una mia auto. Mi dispiace, non potrò portarti in giro ogni volta che vorrai.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora