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Casa.


Jisung decise di stare in silenzio, dal momento che non aveva molta scelta comunque. Si guardò intorno lentamente, cercando di non farsi notare. Oltre al ragazzo che aveva il braccio attorno alle sue spalle, c'erano altri due ragazzi con lui. Erano i suoi compagni di classe, quelli che se l'erano presa con Minho.

Minho.

Fece scorrere una mano in tasca. Il suo cellulare era ancora lì.

No, devo aspettare. Non ora, altrimenti me lo tolgono.

Aspettò pazientemente, finché i tre non entrarono nel corridoio adiacente alla palestra, in cui non c'era nessuno, dal momento che era la fine della giornata. Il ragazzo tolse il braccio da attorno le sue spalle, spingendolo via da sé. Un altro dei tre gli si avvicinò, spingendolo con molta forza contro il muro alle sue spalle. Jisung chiuse gli occhi, sentendo dolore specialmente dietro alla testa. Infilò di nuovo una mano in tasca, afferrando il cellulare.

Devo essere veloce.

Lo tirò fuori, aprendo i contatti, cercando quello di Minho e facendo suonare il cellulare veloce.

–Oh, cosa stai facendo?– chiese uno dei ragazzi, avvicinandosi a lui e dandogli un pugno in pancia, facendogli cadere il cellulare e portandolo ad accovacciarsi per terra, con una mano pressata contro il punto in cui l'aveva appena colpito, sperando che il dolore si alleviasse.

–Jisung?

La voce di Minho, che aveva risposto alla chiamata nel frattempo, era così forte che si sentiva a quella distanza.

–Stai zitto.– disse il ragazzo che aveva colpito Jisung, calpestando il cellulare che aveva già lo schermo rotto da prima. Si accovacciò per terra, prendendo il mento di Jisung con la sua mano ed alzandolo in modo che lo guardasse. –Allora, cos'hai da dirci oggi?– chiese, ridendo.

–Pe-perché..– dovette prendere una pausa, dal momento che le fitte di dolore gli toglievano il respiro. –Perché lo state facendo?

–Che cosa ne pensi? Lo sai benissimo il motivo.– disse, rialzandosi in piedi e tirandogli un altro calcio assolutamente non necessario, dal momento che Jisung non riusciva comunque a muoversi.

–Non avevate nessun motivo di prendervela con lui.– disse, rialzando gli occhi.

–Non tutte le cose devono avere un motivo per succedere.

Quella era la stessa frase che Jisung aveva detto a Minho solo un giorno prima. Quel giorno, quel pomeriggio in cui il sole splendeva, in cui era seduto vicino a lui ad ascoltare la sua voce. Tutto andava bene. Tutto era così bello.

Un altro dei ragazzi si abbassò davanti a lui, prendendolo per le spalle e facendolo sbattere di nuovo contro il muro su cui era già appoggiato. Sangue iniziò a colare dal suo naso, cadendo sui pantaloni neri e scomparendo subito, nascondendosi nel colore scuro.

–Basta..smettetela.– disse piano, sentendo anche la voce andarsene. Lacrime calde iniziarono a scorrere lungo le sue guance. Non voleva che fosse così, si sentiva così debole in quel momento, ma non poteva farci nulla. Ormai era difficile per lui anche solo stare sveglio. Sentiva i suoi occhi chiuderglisi, ma continuava a tenere duro per resistere.


La porta in fondo al corridoio davanti alla palestra si spalancò di botto, chiudendosi subito dopo.

–Bloccatelo.– disse uno dei tre.

Cosa sta succedendo? Sono così stanco..

Sentì un rumore secco, come se uno dei tre fosse stato colpito in faccia. Altri rumori simili, poi uno dietro l'altro inziarono ad accasciarsi a terra come lui stesso aveva fatto poco prima.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora