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Bianco.


Jisung camminò verso la porta, mentre nel frattempo Minho si era alzato in piedi.

–Cosa ci fai qui?

–Scusa, giuro che non sono uno stalker. Mi dispiace essere venuto qua senza dirti nulla. Volevo solo..vederti. Essere sicuro che tu stessi bene.

Jisung gli aveva parlato del fatto che sarebbe stato in giro con i suoi amici quel pomeriggio.

–Quanto tempo hai passato qua?

–Non molto, un'ora e qualcosa credo..

–Un'ora?!– chiese Jisung, allarmato leggermente. –Perché non sei tornato indietro?

–Te l'ho detto, volevo vederti. Non mi interessa quanto ho aspettato. Non è importante.

Jisung sospirò, guardando la strada che passava davanti a casa sua. –Ti inviterei ad entrare, ma mia madre tornerà tra poco e probabilmente dovrò spiegarle cos'è successo, dato che non le avevo detto nulla.– riportò lo sguardo su Minho, poi sulla borsa di carta che portava in mano, con dentro la camicia che Felix lo aveva "obbligato" a comprare. La alzò, dandola a Minho, esattamente come aveva fatto Felix prima nel negozio, in modo che non potesse respingerla.

–Che cos'è?– chiese il ragazzo, tentando di sbirciare all'interno, ma venendo bloccato da Jisung.

–Nulla di speciale, a dire il vero, Felix mi ha obbligato a comprarla ma non ho intenzione di metterla. Pensavo che forse..sarebbe stata meglio a te.– concluse, prima di iniziare ad aprire la porta di casa. –Ora entro. Ci vediamo domani.– disse, tenendo la porta aperta con una mano sulla maniglia e un sorriso stampato in faccia.

Minho ricambiò il sorriso, salutandolo e aspettando che richiudesse la porta.

Jisung si lasciò cadere per terra dall'altra parte, seduto con la schiena contro la porta appena chiusa.

Ha aspettato così tanto solo per me? Idiota.

Alzò un braccio, appoggiandosi la mano sul petto, dove sentiva il suo cuore con il battito accelerato di nuovo.

Cosa mi stai facendo?


Il sole illuminava ancora di più il colore bianco di quella camicia. Era quasi come se brillasse.

Era lì, in piedi, all'entrata di scuola, il cellulare in mano, la testa leggermente abbassata verso il suo schermo come al solito, una giacca di pelle che teneva appesa al braccio libero dal cellulare, la mano in tasca. I capelli che gli ricadevano dolcemente sulla fronte, con riflessi dorati.

Sì, penso che il bianco sia il suo colore.

Minho alzò lo sguardo, sentendosi osservato, e lo vide in piedi a qualche metro da lui impalato a fissarlo. –Hai intenzione di restare a fissarmi per il resto della giornata?– gli chiese, ad alta voce in modo che potesse sentirlo. Jisung scosse la testa, imbarazzato del fatto che l'amico avesse attirato l'attenzione di molte persone intorno a loro. Camminò verso di lui, non riuscendo a distogliere lo sguardo neppure per un attimo in ogni modo. Strinse le mani a pungo, nascondendole nelle tasche della felpa e sperando che avrebbero smesso di tremare.

–Allora, come mi sta? È la prima volta in così tanto tempo che indosso qualcosa che non è nero.

–T-ti sta..bene. Sì, ti sta bene. Assolutamente.

Minho si mise il cellulare nella tasca dei jeans, facendo passare il braccio intorno alle spalle di Jisung e iniziando a camminare verso l'entrata della scuola. Sentiva un sacco di occhi addosso, mentre percorrevano il corridoio in direzione delle scale, e pure quando entrarono in classe, la situazione non migliorò.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora