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Ricordo.

[Chan POV]

Non si sarebbe mai potuto arrabbiare con Jisung. Sì, forse era vero, era sempre stato così altruista da dimenticarsi di sé stesso il più delle volte, ma non era mai stata questione di essere altruista da quando aveva perso la sua vita. Era grato del fatto che per qualche strano motivo, grazie a qualche strano malfunzionamento di questo mondo così complesso, avesse potuto vivere ancora qualche anno. Ma non pensava che si sarebbe mai perdonato tutto il dolore che aveva causato.

Si sedette sotto ad un albero, un diario fra le mani. Quelle parole sembravano quasi sanguinare, anche se erano scritte con inchiostro nero su una normalissima carta bianca.

Era vero. Minho gli aveva dovuto dire addio troppe volte. Probabilmente non aveva mai lasciato che Jisung capisse quanto stava male in realtà, anche se forse il ragazzo l'aveva capito lo stesso. Non era stupido. Anzi, era così astuto e intelligente.

–Che cosa sarebbe successo se Minho non avesse mai incontrato Jisung? Se Seungmin non avesse mai capito cosa stesse succedendo? Se Minho non avesse mai detto la verità a Jisung, se se ne fosse soltanto andato? Cosa sarebbe successo?– si chiese tra sé e sé.

Mano a mano che i giorni passavano, meno umano si sentiva. Non percepiva più le solite necessità ormai, come quella del mangiare, del dormire, del bere. Le persone sembravano non vederlo più, ma c'era ancora qualcuno che pensava a lui. Altrimenti non sarebbe più stato lì. Sarebbe già tutto finito.

–Non so se sono pronto a lasciare questo mondo.– disse, sospirando.

Chiuse gli occhi, abbandonando la testa contro il tronco dell'albero. Non gli dispiaceva, a dire il vero, il passare le giornate così. Guardare il mondo da lontano, non percepire bisogni umani, soltanto vagare senza una meta. Era un po' terrificante, il pensiero che si sarebbe potuto imbattere in Minho o in Jisung. Per quel motivo, evitava di recarsi in luoghi in cui entrambi andavano frequentemente, e si sentiva piuttosto tranquillo. Era quella tranquillità che forse lo teneva ancorato lì, ma sapeva che prima o poi sarebbe tutto finito. Come doveva essere. Non poteva stare ancora lì. Non era quello il suo posto, ormai. Si chiedeva se avrebbe raggiunto quel "paradiso" di cui tutti parlavano, cosa ci fosse dopo la morte.

Perso nel mezzo dei suoi pensieri, non si era accorto del fatto che qualcuno si era avvicinato a lui. Si era abituato a non notare cosa succedeva nei suoi dintorni, per il fatto che ormai nessuno sembrava vederlo. Era effettivamente uno spirito.

–Chan?

Spalancò gli occhi, muovendoli veloce per lo spavento.

Chi è stato? Dov'è? Non dirmi che è Minho o Jisung o..

–Chan, sei tu vero?

Ormai era vicino abbastanza in modo che potesse vederlo. Era lì, in piedi a qualche metro di lui, che gli sorrideva.

–Cosa ci fai qui? Cos'è quel diario?

–Eri tu? Tu non volevi dimenticarti di me?– chiese Chan, alzandosi lentamente da terra.

–"Dimenticarti di me"? Eh?

–Jeongin. Perché sei qui?

Il ragazzo alzò le spalle, sorridendogli. –Stavo passando qua vicino e ti ho visto.

Spezzare il cuore di un ragazzo così carino e innocente, anche se per poco tempo, lo faceva stare male. Ma avrebbe dovuto farlo. Non era quello il suo posto, doveva andarsene.

E così questa è la fine..

Il suo è l'ultimo viso che vedrò.

–Jeongin.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora