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No.

Di solito non stavano quasi mai fuori casa, semplicemente per il fatto che l'appartamento di Minho fosse così comodo; ma a volte avevano anche solo bisogno di un po' d'aria. Quando era uno di quei momenti si appostavano spesso alla solita panchina nello stesso parco in cui avevano passato vari pomeriggi, come il primo pomeriggio in cui erano stati insieme.

L'aria era fresca, ma non abbastanza da farlo rabbrividire. Forse era perché Minho era seduto affianco a lui, un braccio che lo teneva vicino, si abbassava di tanto in tanto per stampargli un bacio sulle labbra e poi ridacchiare come un idiota. Lo faceva così spesso, e Jisung non sapeva esattamente il perché, ma lo faceva comunque sorridere.

–Prossima settimana siamo pieni di verifiche.– disse Minho, sospirando mentre lasciava che la sua schiena ricadesse contro la panchina.

–Già.– annuì l'altro. – Forse non riusciremo a vederci più di molto. Ho continuato a rimandare per tutto 'sto tempo tutta quella roba da studiare.

Minho lo guardò per un attimo. –Chi sono io per rovinare la carriera del migliore studente della classe?

–Non è che io voglia esserlo comunque. Ma a sto punto non posso tornare a fregarmene dei miei voti.– disse scrollando le spalle.

–È solo per una settimana. Chissà, quando finisce, potrei decidere di farti un regalino.– disse, alzando un sopracciglio, un sorrisetto sulle labbra.

–Huh?– chiese l'altro, guardandolo confuso. Minho non disse nulla, spostando lo sguardo lontano.

Oh..

–Guarda guarda chi si rivede.

Una voce che lui aveva già sentito, ma non ricordava bene dove. La sua mente vagò tra i suoi ricordi, fino a quando un ragazzo non si fermò davanti alla loro panchina, guardandoli con un'espressione schifata.

–Non sapevo fossi un frocio, avrei trovato qualcosa di meglio da dirti.– continuò, gli occhi fissi su quelli di Minho.

Era lui. Quel giorno in cui era stato picchiato, tante settimane prima. Quel volto che vide solo per un attimo quando aveva corso verso Minho, seduto in una pozzangera di pioggia fredda, completamente bagnato e grondante di sangue. Era lui.

–Qualche problema?– disse Minho, stringendolo più forte a sé, quasi come se volesse proteggerlo da una qualche minaccia. –E comunque, per la cronaca, ciò che hai detto è incorretto. Sono bisessuale.

Il ragazzo rise. –Sei così disperato che ti scoperesti chiunque, è questo quello che mi stai cercando di dire? Succhieresti anche il mio di cazzo, se te lo dessi.

–Cosa te lo fa pensare? Come puoi notare, sono fidanzato. E anche se non lo fossi, no, non lo farei comunque.

–Oh, e come mai? È troppo grande perte, soffocheresti? Non è meglio così, non ti piacerebbe soffocare succhiando un cazzo?

–E a te, piacerebbe? Sembra quasi che tu mi stia pregando di farlo.

–Io non sono malato mentalmente come voi, idiota. Posso trovarmi una ragazza che lo faccia al tuo posto quando voglio.

–Non penso che le ragazze ti vorrebbero.

–Che schifo. Mi fate davvero schifo.– disse l'altro, come se non stesse più trovando parole da dire.

–Va bene, okay, dimmi qualcosa di nuovo.– disse Minho, accarezzando una guancia di Jisung. –Non ascoltarlo.– gli sussurrò, prima di avvicinarsi a lui e dargli un altro bacio sulle labbra, sorridendogli quando si staccò. –Vuoi andare a casa?– gli chiese, aspettando una risposta.

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora