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Maledizione.


I giorni continuarono a passare e Minho non si fece più vedere a scuola. Erano passate ormai quasi due settimane, Jisung sentiva le voci dei suoi compagni di classe parlare di lui, tutti si stavano chiedendo che cosa gli fosse successo, non perché interessasse loro, ma piuttosto per pura curiosità. Gli esseri umani sono curiosi per natura, non c'era nulla di tanto strano in ciò. La maggior parte di loro più che altro si chiedeva se non stesse facendo un po' troppe assenze, ed effettivamente era solo l'inizio di novembre, l'anno era appena cominciato, eppure aveva passato davvero tanti giorni a casa. O almeno, non a scuola.

Seungmin continuava a fare qualche domanda a Jisung ogni tanto, come se stesse prendendo la cosa seriamente, atteggiandosi da sorta di detective. Gli altri ragazzi lo prendevano un po' in giro, e Jisung stesso era molto confuso sul perché lui facesse così, sul perché gli interessasse così tanto aiutarlo, ma lo lasciava fare. In fondo, non lo disturbava più di tanto. Nonostante tutto, Jisung si stava sempre più arrendendo. Si stava arrendendo all'idea che non sarebbe mai più riuscito a riavere Minho, la situazione tra i due non sarebbe mai migliorata. A quel punto, ignorando il loro passato, c'era più una qualsiasi relazione tra loro?

–Hey amico.– lo salutò Hyunjin, una mano sulla sua spalla mentre si sedeva alla sua destra.

–Ciao.– lo salutò Jisung distrattamente, mentre cercava di finire i compiti di matematica in fretta e furia.

Hyunjin sospirò, tirando fuori il suo quaderno con gli esercizi già svolti e aprendolo davanti a Jisung, capendo che quest'ultimo non doveva trovarsi nella situazione ideale per essere in grado di fare i compiti. La sua testa era sempre altrove, anche quando il prof lo chiamava alla lavagna per svolgere un problema e lui non sapeva minimamente da dove cominciare. Non era da Jisung, di solito era uno dei più bravi studenti della sua classe, ma qualcosa era cambiato. Qualcosa che solo i suoi amici conoscevano.

–Grazie.– disse, mentre finiva di copiare il resto.

Quando chiuse il suo quaderno, Hyunjin riprese il suo, rimettendolo nel suo zaino e rivolgendosi di nuovo all'amico. –Senti, lo so che forse non dovrei dirtelo, ma allo stesso tempo so che tu lo vorresti sapere.– inizò a dire, spostando lo sguardo lontano.

Quello non può essere un buon inizio.

–So solo che ti fiderai di me, perché lo sai quanto io odi quel tizio, non ti direi mai sta cosa se non fosse vera. Comunque, ieri stavo camminando in giro da solo, stavo tornando a casa da scuola dopo essere stato all'allenamento di baseball.

–E?

–Hai presente quel parco in cui andiamo spesso quando passiamo i pomeriggi insieme con gli altri? Quello vicino a casa mia, ci passo davanti ogni giorno.

Jisung annuì, aspettando che la finisse con i suoi stupidi giri di parole e gli dicesse effettivamente quello che doveva dirgli.

–Ieri mentre ci sono passato ho visto che c'erano Chan e Minho seduti su una panchina.

–Perché me lo stai dicendo? Lo sai che non voglio che mi parliate di lui.– disse, facendo per alzarsi, ma bloccato subito dopo da Hyunjin, che lo prese per il polso, portandolo a risedersi.

–Diciamo che li ho..nah, spiati mi fa sembrare una cattiva persona. Li ho osservati per un po' e..

–Si può sapere che cazzo stavi facendo? Li hai spiati??

–AA lasciami finire! Volevo vedere cosa stesse succedendo, non stavano parlando più di tanto e Minho aveva di nuovo la faccia coperta dal cappuccio, ma era leggermente chinato in avanti e Chan aveva il braccio intorno alle sue spalle, era strano..ad essere sincero, pensavo che ci fosse qualcosa fra quei due quando li ho visti così però-

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora