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Premio.

–Guarda quei due, sono entrambi due geni in matematica. Anzi, di cosa sto parlando, vanno bene in ogni singola materia. E io devo stare a studiare nella stessa stanza con loro.

La voce di Hyunjin riempì l'aria, risollevando l'atmosfera pesante che si era venuta a creare tra i ragazzi stressati da tutte le pagine che avevano da studiare.

–Se vuoi ce ne andiamo.– disse Minho, facendo l'occhiolino al compagno seduto davanti a sé. –Dato che siamo così tanto dei geni, perché stiamo qua a studiare?– chiese poi, girandosi verso il suo ragazzo, seduto al suo fianco.

Seungmin afferrò il braccio sinistro di Hyunjin con la mano. –Se ci provassi, potresti anche battere "quei due".

Hyunjin scosse la testa, girandosi verso Felix. –Sala giochi stasera, ti aspetto sotto casa mia.–disse poi, alzandosi e riempiendo il suo zaino con i vari libri che fino a poco prima erano appoggiati sul tavolo.

–Hyunjin!– esclamò Seungmin, scattando in piedi e seguendo velocemente Hyunjin mentre l'altro usciva dalla stanza.

–Meno due.– commentò Jeongin, facendo ruotare una matita sulle le dita.

Jisung sorrise, il suo sguardo si spostò verso la finestra, bloccandosi per un po' sul cielo limpido, finché non sentì una leggera pressione sulla sua gamba, la mano di Minho che lo stava accarrezzando leggermente. Girò la testa, ritrovandosi davanti un paio di occhi castani che lo fissavano in un modo che non sarebbe mai stato capace di descrivere a nessuno. [ecco cosa si scrive quando non si ha voglia di fare descrizioni AHAH]

–Andiamo anche noi?

–È una domanda o un'esortazione?

Le sue sopracciglia di aggrottarono leggermente. –Cosa cambia?

Jisung scosse la testa, ridendo.–Dovrei studiare matematica.

–Possiamo studiarla anche a casa mia.– rispose immediatamente, inclinando leggermente la testa. [uri jiburo cajaaaa, okay la smetto, giuro]

–Mhm, non lo so..qualcosa sembra non quadrare.

Il suo respiro si bloccò per un attimo quando Minho si avvicinò a lui, parlando vicino al suo orecchio. –Voglio solo baciarti per un po', niente di più.

–Mi stai distraendo.– rispose Jisung, la sua espressione più seria di prima. –Gli esami si stanno avvicinando, se sto tutto il tempo con te non imparerò nulla.

–Eeehh...sei sicuro, Jisung?– commentò Felix dall'altra parte del tavolo, arruffandosi i capelli con una mano.

–Va bene, io vado a casa allora.–disse Minho, alzandosi in piedi.

–Aspetta!– rispose Jisung, afferrandolo per un braccio e facendolo risedere al suo posto, appoggiando poi una mano sulla sua guancia e avvicinadosi a lui per dargli un bacio veloce.

Jeongin si schiarì la voce, attirando l'attenzione dei due fidanzati. –Sto cercado di studiare.

–Oh, ma tu guarda, è quello che sto cercando di fare anch'io!– disse Jisung. –Lasciami ancora un po' di tempo, voglio mantenere i miei voti.

–Lo stai facendo per tua mamma?

Ormai Minho lo conosceva nel minimo dettaglio, era solo che a volte di divertiva a prenderlo in giro. A Jisung piaceva, però, quel modo in cui Minho riusciva a capire esattamente ciò che pensava senza che lui dovesse nemmeno dirlo.



Le mani di Minho si spostarono sulla sua schiena, portandolo a riavvicinarsi a lui, le loro labbra che si toccarono di nuovo. Alla fine aveva avuto il suo "premio", dopo aver passato ore fermo a guardarlo anziché studiare, aspettando pazientemente che Jisung acconsentisse ad andarsene da quella stanza. Però al più piccolo non dispiaceva affatto, di essere lì, in quell'appartamento, le braccia di Minho che lo circondavano.

–Penso che proverò ad andare dai miei.– disse Minho dopo un po', distaccandosi dal ragazzo.

Jisung gli sorrise. –Ci hai già parlato?

Scosse la testa, lentamente. –Forse sono stupido a voler fare tutte queste cose una dopo l'altra. Ma ormai sono passati mesi..

Mesi..

Era primavera. Fine di aprile, per l'esattezza. Era passato davvero un bel po' di tempo da quando avevano cominciato a vivere liberamente, specialmente Minho, da quando Jisung aveva iniziato ad essere libero di amarlo. Quando pensava al passato, sembrava quasi tutto un incubo.

–I tuoi..ti mancano?

–Direi di sì. È un po' strano, non ci parlo da anni..però sono pur sempre i miei genitori. Avrei preferito non dovermi separare così da loro, ma almeno ho conosciuto te. E almeno posso avere il mio appartamento e invitarti ogni volta che mi pare.– disse Minho, con un sorrisetto.

–Quindi rimarrai qui?– chiese Jisung, una sensazione di ansia che si prese il controllo del suo corpo.

Minho sorrise. –Mhm, sarebbe stupido tornare indietro comunque. Sarei troppo lontano da scuola, e poi..ormai sono qui. Non sono ben sicuro di poter tornare alla vita che avevo prima comunque..non ne sono più abituato.

Jisung annuì, riavvicinandosi di nuovo al suo viso, unendo le loro labbra per l'ennesima volta, lasciandosi trasportare dalle sue emozioni.

–Non riesco ancora a credere che sei il mio ragazzo.– ammise Jisung, soffermandosi ad osservare gli occhi sognanti di Minho, i capelli che gli ricadevano sulla fronte, ogni piccolo dettaglio che formava il viso più perfetto che aveva mai visto in vita sua. –Devo davvero essere una persona fantastica per meritare te.

Minho rise piano. –Lo sei.

Poteva solo fingere di essere sicuro di sé e della loro relazione finché non lo sarebbe diventato davvero, no? Perché in realtà ogni volta che lo vedeva la sua testa si riempiva di domande sul perché avesse scelto proprio lui. Anche se alla fine lo sapeva che per Minho non era mai stato una persona come le altre. Era comunque troppo strano da accettare.

–È tardi.– disse, aspettando la reazione del suo ragazzo.

Quest'ultimo sbuffò, dandogli un ultimo bacio, aspettando poi che Jisung si alzasse per riprendere le sue cose.


Il cielo era ancora chiaro, illuminato dalla luce del sole ancora alto. Quando Jisung immaginava il futuro, le poche volte in cui lo faceva, siccome era sempre stato una persona più attaccata al presente, lo vedeva esattamente così. Nessuna preoccupazione sarebbe mai potuta essere grande abbastanza da fermarlo e farlo stare male, ormai. Ne era certo.

–Vorrei che venissi anche tu con me.– disse Minho, i suoi passi che si muovevano lenti sincronizzati a quelli di Jisung.

–Intendi dai tuoi?

–Sì.

Era così che Minho si era sentito quando doveva incontrare sua madre? Cos'era tutta quella pressione che sentiva addosso quando quel pensiero lo sfiorava appena?

Jisung rise imbarazzato. –Mi presenteresti a loro come..

–Come il mio fidanzato, ovvio.– rispose istantaneamente. –O come mio futuro marito, decidi tu.

Ew. Un po' troppo sdolcinato.

Minho rise, notando l'espressione di Jisung. –Futuro marito sia.

–Come fai ad essere così..? Non hai..paura?

Minho annuì. –Sono terrificato, ad essere sincero. I miei non sanno nemmeno che io non sono etero. Però qual è il peggio che potrebbe succedere? Sto cercando di ricostruire un qualche rapporto con loro, tanto vale dir loro tutta la verità. Anche se..non penso proprio gli racconterò mai tutto il casino che è successo in passato. Forse pensano che io sia ancora un teppistello, ma non m'importa più di tanto. So che ci tengono ancora a me. Preferisco lasciare nel passato ciò che è nel passato.– Si fermò, una volta che i due erano ormai arrivati davanti alla casa di Jisung.–Magari questa domenica?  Voglio fargli una sorpresa, quindi qualcosa potrebbe andare storto. Però finché ci sei anche tu sarà okay.

Jisung sorrise, lasciando andare la mano del fidanzato. –Ci sarò.– rispose senza nemmeno pensarci.


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mi manca Hyunjin </3

save me | minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora