[9] Andiamo a caccia

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Evelyn
Alle prime luci dell'alba siamo già sveglie. Non abbiamo dormito molto, a ogni minimo rumore ci svegliavamo pensando fossero i ragazzi. L'unica che ha dormito è stata Lory, poteva scoppiare la guerra che lei avrebbe continuato a dormire tranquilla.

Tory esce dal bagno. «È stata una notte d'inferno, sono distrutta.»

Mariel sospira pesantemente «Non voglio vedere Simon oggi, sono ancora arrabbiata con lui. Perché fa così? Sarà stanco di me, dei bambini? Ha bisogno di allontanarsi da noi? Perché non me ne parla invece di fare le cose di nascosto!»

«Sono sicura che non sia così.» le rivolgo un sorriso rassicurante. «Per Simon siete la cosa più preziosa»

Lei abbassa gli occhi e annuisce tristemente.

«Comunque, è meglio andar via prima che facciano irruzione in casa.» Lory si stiracchia, ma tiene ancora gli occhi chiusi. «Andiamo a Houston? Che ne dite?»

Ci penso su. Non è una cattiva idea. Potrei farmi sostituire dal mio collega, anche io ho bisogno di allontanarmi un po', e non solo dai miei fratelli. «Per me va bene. Un po' di shopping ci può fare solo bene.»

Stranamente un'ora dopo, esattamente alle 7, siamo tutte pronte per uscire. Saliamo in cucina e troviamo mia madre che prepara la colazione.

«I gemelli?» chiede Mariel.

«Dormono ancora. Che programma avete per oggi?»

«Andiamo a Houston.» risponde Lory.

Ci guarda di traverso, «Sì, meglio che vi allontaniate da questa casa.»

Mariel divora la colazione finendo prima di tutte, a quanto pare vuole proprio uscire di casa per non incontrare Simon.
Avviso mio padre della mia assenza e ci mettiamo in viaggio.

Due ore e mezza dopo, arriviamo a Houston, la nostra meta è il centro commerciale The Galleria Mall.
Ora che siamo qui, l'adrenalina da shopping si impadronisce di me, pronta a spendere quanto più posso. Mariel si fionda nel negozio di Louis Vuitton, è a suo agio tra queste borse di lusso, la sua più grande passione. A casa sua ha un armadio solo per loro. Ci spiega i vari modelli, le varie pelli e tessuti che hanno usato. Mi fa piacere vederla entusiasta e che per una volta non pensi a niente se non a lei. Mi convince a prendere un Jumpsuit di colore nero, con un profondo scollo a V sulla schiena. Usciamo un'ora dopo con una Mariel al settimo cielo ed entriamo subito nella boutique di Neiman Marcus, dove Tory, mi consiglia un paio di sandali Jimmy Choo da abbinare con il vestito appena acquistato, in più, prendo delle sneakers Coco Chanel.

Mi separo da loro con una scusa, devo comprare il regalo per Tory. Sabato compirà gli anni. Le prendo degli orecchini da Tiffany, visto che è l'unico accessorio che le manca per il matrimonio. La mia scelta mi sembra perfetta, mi sono costati una fortuna, ma col mio stipendio riesco a permettermelo tranquillamente.

All'ora di pranzo siamo cariche di sacchetti di varie misure e colori. Pranziamo al giapponese e, a pomeriggio inoltrato, dopo un altro estenuante giro per negozi, entriamo in macchina esauste.

«Non mi sento più i piedi.» si lamenta Tory.

«Non arrendiamoci adesso. Dovevamo andare al museo!» Mariel è scatenata, non la ferma nessuno.

«Siamo esauste Mariel, rientriamo.» la supplico.

«Siamo arrivate fin qui e andremo a quel museo!»

Fissiamo tutte Mariel, lei non è mai agitata e mai arrabbiata, è raro vederla così.

«Se proprio vuoi...» la guardo di traverso.

«Sì, voglio! Se vi fanno male i piedi, basta cambiare le scarpe ed è fatta!»

Facciamo tutte il cambio di scarpe. Tolgo le zeppe e indosso le mie nuove sneakers che ci stanno perfettamente con i miei pantaloncini in jeans.

Le minacce di Lory non hanno scoraggiato Mariel a voler entrare al Museum of Natural Science. La seguiamo come degli zombi nelle varie gallerie fino a quando Mariel sembra tornare in sé e capisce che è ora di rientrare.

Mi squilla il cellulare.
«Ciao, mamma.»

«Ciao tesoro. Quando avete intenzione di rientrare?»

«Non manca molto, trenta minuti e siamo lì...» un rumore in sottofondo mi fa rizzare le orecchie. Mi sembrano delle risatine compiaciute. Altri mormorii. Resto in ascolto. Metto il vivavoce in modo che tutte possano ascoltare.

«Pronto Evy ci sei?» la voce di mamma è tesa.

«Mamma, ora ti farò delle domande, e tu mi dovrai rispondere sì o no, chiaro?»

«Va bene.»

«C'è papà vicino a te?»

«No. Per niente!»

«Ci sono i ragazzi?»

«Sì. Sì, senz'altro.»

Sento Tory e Mariel sussultare.

«Ci stanno aspettando?»

«Sì. Proprio così!»

«Okay, mamma non ti preoccupare, saremo lì molto presto.»

«Mi preoccupo proprio per questo.» dice spazientita.

Chiudo la chiamata.

«Merda!» Tory è giustamente agitata.

«Non ci faranno mettere piede nemmeno in casa.» dico pensierosa.

«Che cosa hanno intenzione di fare?» Mariel va in panico.

«Non lo so, ma dobbiamo affrontarli. Cerchiamo di prenderli in contro piede. Mariel, Simon ha ancora i fucili da paintball?»

«Sì, ne ha diversi tipi e dimensioni. Perché?»

«Perché andiamo a caccia.» Sogghigno.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora