[34] Me ne occupo io

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Can

Sono le 8 del mattino. Sono in cucina dei Cooper sorseggiando la terza tazza di caffè. Mike è accanto a me che guarda un punto fisso immerso nei suoi pensieri. Simon è rientrato a casa sua per tranquillizzare la moglie e i bambini.

La signora Cooper, due ore fa, ci aveva informato che Evy era riuscita ad addormentarsi, dopo che Lory l'aveva raggiunta in camera sua. Attraverso la cucina e raggiungo Alex in veranda, è seduto su una sedia con le gambe distese sopra la ringhiera di legno.

Si gira salutandomi con un cenno della testa. «Hai mandato i video al tuo amico?»

«Sì. Non mi ha ancora risposto. È ancora presto dove sta lui.»

«Se riesce a scoprire qualcosa, la targa, un volto...» mi guarda dritto negli occhi, «Lo devi dire prima a me, non a Mike, non a Simon o mio padre. Solo a me, loro hanno famiglia... non possono rovinarsi».

Annuisco, ma non sa che è una cosa che voglio sbrigare io, solamente io devo vedermela con quel bastardo.

Delle voci entusiaste ci fanno girare all'interno della cucina. Charlie entra con in braccio Evy, la porta come una principessa, "la mia principessa". Mi si gonfia il cuore nel vederla sorridente. Evy viene accolta da baci e abbracci. Approfitto della situazione posandole un tenero bacio sulla fronte e accarezzandole i capelli.

«Ben svegliata,» mi limito a dire.

Il dolce sorriso che mi rivolge mi scalda dentro. Mi sforzo di fare un sorriso, incapace di mascherare la mia preoccupazione guardando la sua caviglia fasciata. Nella mente vedo ancora le immagini dell'incidente.

«Hai fame?» chiede la madre.

«Sì. Tanta.» risponde cercando i miei occhi, ma io non riesco a sostenere il suo sguardo, vederla così mi fa troppo male. In più non poterla toccare è una tortura.
Consuelo, serve la colazione a tutti. Pan-cake. Sorrido vedendo Evy sbranare il primo. Si guarda attorno notando che nessun'altro oltre lei e Lory sta mangiando.

Posa le posate ai lati del piatto. «Se non mangiate, non mangerò nemmeno io,» i suoi occhi verdi puntano su di me, alzando a mo' di sfida le sopracciglia.

Rassegnati, tutti mangiamo per farla contenta.

Alle 9:00 i ranger suonano a casa dei Cooper. Fanno le stesse domande a Evy per avere conferma del racconto e avere nuove informazioni. Simon gli consegna la chiavetta. Ci informano che gli addetti stanno ispezionando i filmati delle telecamere del parcheggio del locale e di quelli nelle vicinanze. Per ora, possono solo far partire la denuncia e diramare nella zona la descrizione del suv.

Rientro a casa di mio nonno, dopo che i Cooper hanno insistito a portare Evy in ospedale per accertamenti.

Stamattina cercava di mascherare il dolore, ma si vedeva la sofferenza nei suoi occhi. Ho notato che faceva respiri corti e che quando provava a ridere si metteva la mano nel costato destro, proprio nella parte dove ha sbattuto cadendo a terra. Ho detto a Mike di farlo presente ai dottori. Mi sono sentito il cuore lacerare mentre guardavo l'auto con a bordo Evy andare via. Ma non posso fare nessuna pretesa, devo limitarmi a guardare. Tiro un pugno alla parete in camera mia, creando una crepa nel punto colpito. Le immagini mi tormentano, non riesco non pensarci. Vedo l'auto sbandare, Evy cadere a terra, la moto scagliata nel muro. Tiro un altro pugno lacerandomi la carne. Il dolore della mano non è niente paragonato a quello che sento dentro. Rivoli di sangue mi bagnano la mano, formando una macchia di sangue ai miei piedi. Avrei potuto perderla, quel bastardo avrebbe potuto portarmela via e io non ero con lei, non ero vicino a lei nel momento che ne aveva più bisogno.

La vibrazione proveniente dalla tasca dei jeans mi avvisa dell'arrivo di un messaggio.

"Finalmente, Murray!"

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora