[16] Nella stessa situazione

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Evelyn

Un leggero sorriso compare sulle sue labbra.
 
  «Ti stavo cercando.» dico emozionata.
  
«Come mai? Pensavo non volessi vedermi.» sogghigna.

«Volevo solo dirti che sei stato bravo a suonare, cioè tutti lo siete stati.»

Allarga il suo sorriso «Grazie.»

Ci guardiamo per un lungo momento. Io abbasso gli occhi per paura che legga in faccia la mia emozione.
«Ritorniamo al tavolo?» Faccio per girarmi, ma lui mi trattiene. Lo guardo confusa.

Il suo sguardo si è fatto più cupo e, sorprendendomi, mi attira a lui prendendomi per un fianco.
«Non c'è niente di male se balliamo, giusto?»

Deglutisco sentondomi la bocca secca.  «No, credo che non ci sia niente di male.»

Il gruppo ha ripreso da un pezzo a suonare e la gente attorno a noi canta le parole di Don't Cry.
Il suo profumo mascolino, penetra nei miei sensi che si svegliano allarmati. Ci dondoliamo lentamente sul posto.
   Lui mi scosta i capelli di lato e mi sfiora l'orecchio con le sue labbra. Chiudo gli occhi assaporando i brividi che mi scorrono sul tutto il corpo.
  L'alcol, l'aria pesante per la troppa confusione e la sua vicinanza, sono troppo per me.
   "Perché ho mischiato tutti quegli alcolici?"
   Le gambe mi cedono, devo aggrapparmi a lui per non perdere l'equilibrio.
   Can intuisce che c'è qualcosa che non va e mi cinge la vita con un braccio per sostenermi. Sorrido sognante. Non mi sembra vero di essere tra le sue braccia.il

«Guardami!» mi alza il mento, la sua faccia si fa seria

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«Guardami!» mi alza il mento, la sua faccia si fa seria. «Quanto hai bevuto?»

   Sbatto le palpebre lentamente, sentendole troppo pesanti.

«Non è per colpa dell'alcol che mi sento così.»
  
Ed eccoci qui. Stretti, l'uno nelle braccia dell'altra. Non riesco a distogliere gli occhi dai suoi. Mi ci vorrei perdere dentro.
  
Sorride malizioso. «Mi stai di nuovo guardando in quel modo...»
  
«In che modo?» mi lecco le labbra aride.
 
  «Come se volessi baciarmi.» sussurra.
  
«E se volessi?»
"Maledetto alcol che non mi fa mentire"

   «E se fossi io a farlo?» dice, a pochi centimetri dalla mia bocca.

Faccio una risatina brilla «Qui, davanti a tutti? Non lo faresti mai!» Lo provoco.

Sta per rispondere quando viene interrotto da qualcuno che lo tira per un braccio staccandolo da me. Allarmati, ricordando entrambi che siamo circondati da persone e soprattutto dai miei fratelli, facciamo un passo indietro distanziandoci di più.  Ma quando capisco chi ci ha interrotto i miei polmoni si gonfiano spazientiti. Mi ero quasi dimenticata della sua presenza, avevo persino pensato che fosse andata via, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Vanessa si piazza tra noi dandomi le spalle. Lo abbraccia, saltella eccitata. Le poche parole che capisco sono degli elogi sul come ha suonato.
Si sposta al suo fianco, aggrappandosi al suo braccio come prima e gli poggia una mano sul petto proprio all'altezza dell'apertura della camicia, continuando ad ignorarmi pur sapendo che sono presente. Fisso nervosa la sua manina che continua a tastargli i pettorali. A stento mi ero trattenuta con Lorraine, quando aveva fatto la stessa cosa, ma oggi, non riesco proprio a farlo. Date pure la colpa all'alcol o al fatto che non sopporto Vanessa, ma è più forte di me. La mia mano si muove in automatico e la prendo per un polso.

Io ho voluto te, Tu hai voluto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora